[Lexa POV]
Da quella famosa notte sono passati più di quattro mesi. Le condizioni di Clarke non sono peggiorate, ma neanche migliorate. Continua ad essere in coma, l'unica nota positiva è che adesso respira da sola ed il ginocchio sta guarendo.
Lo stato di disperazione generale è alto. Tutti quanti cerchiamo di tirare avanti, giorno dopo giorno, ma non è semplice per nessuno. Ogni giorno speriamo di avere delle buone notizie dai medici, invece le notizie si riassumono in due parole: è stabile. Il tempo passa ed i dottori sono sempre meno fiduciosi di una sua ripresa. Inutile dire che questo si ripercuote su ognuno di noi.
Aiden prova a fare il duro, ma si vede che è terrorizzato all'idea di perdere sua madre, poi ironia della sorte, proprio nello stesso modo di suo padre.
Abby è dilaniata. Si è presa un congedo dall'università per ovvi motivi personali, in questo modo può tormentare meglio il dottor Roth e il suo staff. Ogni singolo giorno, non li lascia vivere, chiedendogli ripetutamente se ci sono terapie, o cure sperimentali che si possano effettuare per svegliare sua figlia.
Maggie è sempre più triste. L'ho beccata spesso a piangere di nascosto, quasi non volessi farsi vedere da me per non appesantirmi con il suo dolore. La sua tenerezza è impagabile, mi piacerebbe aver la bacchetta magica per poter sistemare ogni cosa, ma non è possibile. Ho provato mille volte a tirarle su il morale, ma con scarsi risultati. Fortuna che in tutto questo non sono sola. Octavia e Raven mi stanno dando una mano enorme con il mio piccolo terremotino. Credo che lo facciano anche per non fermarsi a pensare, proprio come faccio io.
Che dire di Anya? Temo che anche lei sia in un bruttissimo periodo, dopo quella sera in ospedale, avremmo si e no scambiato dieci frasi. Non la posso certo biasimare, ma sono convinta che non ce l'abbia con me, almeno non solo, se la conosco bene si rimprovera di aver dato inizio a tutto questo casino, come del resto sto facendo io... con me stessa.
Mi sarò ripetuta almeno cento volte quello che avrei potuto fare. Se non fossi fuggita, se l'avessi ascoltata, se non avessi avuto paura, se non le avessi detto solo cavolate senza senso solo perché mi sentivo ferita, se, se, se... ma con il senno di poi non si va da nessuna parte. Nonostante questa consapevolezza non riesco a darmi pace.
Ogni giorno vado da lei. Rimango in quella stanza di ospedale, stringendole la mano fino a quando non mi cacciano via. Le parlo in continuazione, spesso di cavolate, solo per farle sentire che sono lì, al suo fianco... ma ogni giorno la stessa storia, non cambia niente.
Ho fatto amicizia con quasi tutte le infermiere. Ruth è la mia preferita, è un signora di mezza età che mi ricorda vagamente mia madre per i suoi modi di fare e la sua gentilezza. Nei suoi turni notturni, lei mi ha sempre fatto rimanere con Clarke anche di notte.
Mi rendo conto di sentirmi stanca, provata. Dormo poco e quando lo faccio non riposo bene. Ho poco appetito e il risultato è che mi sento uno straccio. Nonostante questo non voglio mollare la presa, voglio rimanere qui, sperando che lei apra i suoi splendidi occhioni e ritorni da me.
Mi manca tutto di lei, il suo sorriso che illumina ogni cosa, il suo sguardo intenso che tutte le volte sembra leggermi dentro, le sue labbra sulle mie, il suo tocco gentile, mi manca il modo in cui mi faceva sentire amata.
Non so per quanto riuscirò a reggere, ma non voglio arrendermi, so che Clarke ritornerà da me è una combattente, tenace, testarda, la amo anche per questo.
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[Abby POV]
Questi ultimi mesi sono stati terribili. Ogni giorno sento la speranza diminuire, permettendo alla resa di farsi largo. Vedo la mia bambina, stesa in quel letto, spegnersi lentamente ed io non so più a che santo votarmi.
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Back to Me
FanfictionUna tragedia costringerà due donne, inconsapevoli di essere unite da un filo indissolubile, a conoscersi. Il loro rapporto, difficile fin dal principio, diventerà qualcosa di inaspettato per entrambe. Riusciranno a gestire i proprio sentimenti? Se...