Capitolo 7

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[Clarke POV]

Sono passate già diverse settimane da quella catastrofica riunione con il mio capo, la signorina Woods, Lexa. Inizialmente me la sono presa, mi sono preoccupata per lei e non ne capivo il motivo, ma con il passare dei giorni è scivolato tutto nel dimenticatoio.

Ho smesso di chiedermi il motivo di certi gesti, forse ho scelto la via più facile, ma ho deciso di passare oltre. Così, mi sono buttata quasi interamente sul lavoro, riuscendo a non trascurare Aiden e a farmi delle amicizie. Infatti, oltre ad Octavia, sono diventata molto amica di Raven e anche di Anya.

In questo periodo siamo uscite molto spesso insieme, quasi tutte le settimane. Mi fa bene uscire con le ragazze, escludendo Octavia, ho imparato a conoscerle e sono veramente divertenti e, cosa più importante, mi fanno stare bene. Sto ritornando quella di una volta, sempre solare e con il sorriso sulle labbra. Devo ammettere che mi è mancata questa versione di me e sono contenta che, anche se a piccoli passi, stia tornando in superficie.

Anya è quella con cui ho più rapporti in questo momento. Lavoriamo bene insieme, siamo diventate un'ottima squadra. Dal quel famoso giorno, in quella sala riunioni, non ho più incontrato, neanche di sfuggita, Lexa. All'inizio l'ho trovato strano, ma poi non ci ho fatto più caso. Onestamente, ho smesso di chiedermi che cosa le abbia mai detto di così sconvolgente da farla reagire così e come possa stare.

L'unica cosa che mi è rimasta nella testa sono quelle strane emozioni che ho provato in sua presenza, ma sono più che sicura che presto andranno via anche quelle. Come si dice... occhio non vede e cuore non duole... anche se come detto non lo trovo troppo veritiero.

Oggi, come tutti gli altri giorni, sono chiusa nel laboratorio intenta a sistemare gli ultimi abiti sui manichini. Ieri ho discusso molto con Anya sulle modifiche da apportare arrivando quasi a litigare, ma più guardo questi abiti e più li ritengo perfetti così come sono.

Sbuffo, cercando di farmene una ragione. So benissimo che tutti i cambiamenti non vengono dalla testa della mia amica, ma dal capo, e la cosa mi fa imbestialire ancora di più. Mi piacerebbe che venisse lei, qui, a dirmelo in faccia che così, questi abiti, fanno schifo.

Mentre il flusso dei miei pensieri va a ruota libera, compresi gli insulti della donna all'origine di tutto il mio malessere, distrattamente mi pungo con un spillo.

"Ahia... accidenti a te!", impreco a voce alta.

"Ehi bionda, con chi ce l'hai?", quasi mi prende un colpo quando sento la voce di Anya arrivarmi alle spalle.

"Gesù, Anya... mi vuoi morta? Mi hai spaventato a morte...", sbotto ancora in affanno.

"Griffin credo che volerti morta sia l'ultima cosa che voglio... ma ci pensi? Poi la collezione 2018 andrebbe a puttane...", mi dice mettendosi poi a ridere.

"Wow, oggi ci siamo alzate spiritose vedo?".

"E tu invece... cosa hai mangiato a colazione? Pane e limone? sei un pochino acida stamattina...".

Non rispondo alla sua provocazione, perché effettivamente ha ragione, ho lasciato che la mia mente viaggiasse per un attimo e immancabilmente è ritornata su di lei, il mio capo. Posso ripetermi fino alla noia che non mi interessi più sapere che cosa diavolo sia successo in quella sala riunione, ma la realtà dei fatti mi ha appena provato il contrario.

"Scusa Anya, e che oggi sono un po' distratta ed è la duecentomillesima volta che prendo le mie dita come porta spilli...", sospiro cercando di scusarmi.

"Tranquilla, ci sono le giornate no e questa mi sembra una di quelle. Spero che non sia per le modifiche di cui abbiamo discusso ieri?".

"Ma no, che dici? Quelle sono la meno. Anche se continuo a pensare che quei modelli siano perfetti così come sono...".

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