Capitolo 17

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[Anya POV]

In questi giorni non ho avuto un attimo di tempo, tra l'emergenza del Canada, quella di Houston e il photoshoot, il mio tasso di stress è aumentato all'inverosimile.

Sono riuscita incredibilmente a 'spedire' tutti nelle relative zone. Lyncol in Canada e il capo con Clarke a Houston.

Devo ancora capire perché Lexa abbia fatto tutte quelle storie sul fatto di farsi accompagnare dalla bionda. La cosa mi insospettisce. Cavolo, Clarke in poco tempo mi ha soffiato il ruolo di migliore amica - non che la cosa mi infastidisca considerando il fatto che non sono una sentimentale - ma devo ammettere che mi è sembrato di vedere Lexa un po' paonazza quando le ho comunicato che dovevano condividere la camera.

Gesù, che sarà mai, non mi sembra la prima volta. Diverse volte io, Clarke e Aiden ci siamo fermate a dormire a casa sua.

È proprio vero quando mi dicono che il mio capo è una pazza.

Sospiro buttandomi sulla mia sedia, cercando di godermi cinque minuti di tranquillità. Chiudo gli occhi e mi godo il silenzio tanto agognato.

Purtroppo per me la quiete dura poco.

"Ehi bella addormentata... ti sembra questa l'ora di dormire?".

Oddio, il mio incubo peggiore, ora immagino anche la sua voce.

"ANYA!!!", la sento urlare.

"Che c'è? Sei impazzita Raven?", sbotto seccata.

"C'è che siamo nei guai e tu non puoi permetterti di dormire!", mi rinfaccia seccata.

"Scusa tanto, se dopo tutto il casino di questi giorni, mi sono rilassata per cinque minuti", sbuffo alzando gli occhi al cielo.

"E quello tu lo chiami rilassarsi?".

"Sì, chiudo gli occhi e fingo che la tua fastidiosissima voce non esista!", rispondo alzandomi in piedi frustrata da questo brusco risveglio, se così si può chiamare.

Incredibilmente riesco a zittirla così colgo l'occasione per continuare.

"Allora, quali sono questi guai... così urgenti?", le chiedo cercando di abbonire il tono.

"Harper ed Echo non si sono presentate e a me mancano due modelle".

"Dimmi qualcosa che non so Rae... non vorrei ricordarti che sei stata tu a farle scappare a gambe levate perché a tuo avviso non sapevano fare il loro mestiere".

"Forse sarò stata anche un po' dura, ma dico, le hai viste? Mia nonna è più sensuale di quei due tronchi", protesta mostrando tutto il suo disappunto.

Cerco di trattenere un sorriso alle sue parole, quando fa così è veramente adorabile. Oh Gesù, solo io posso trovare adorabile una donna che ne infama altre due. Scuoto la testa per cercare di focalizzarmi di nuovo sulla conversazione.

"Ok, forse hai ragione tu, ma è da anni che lavorano con noi. Ora mi metti in difficoltà. Proverò a chiamare l'agenzia, ma nella settimana della moda, la vedo dura...", le dico afferrando il mio telefono.

"Intanto, tu fai gli scatti con Octavia e Nylah, poi vediamo come procedere", le dico distrattamente componendo il numero sulla tastiera.

Mentre sono al telefono, in attesa al centralino, mi aspetto che se ne vada dal mio ufficio, ma non lo fa. Rimane lì, in piedi a fissarmi, con quello sguardo intenso di chi ha qualcosa in mente.

"Beh... che ci fai ancora qui?", le dico mettendo una mano sulla cornetta.

"Se non trovi nessuna modella, non c'è problema. Davanti a me c'è ne una bellissima".

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