Capitolo 64

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[Lexa POV]

Da quel famoso giorno... il giorno in cui tu, Clarke, ti sei svegliata, sono già passati due mesi. Non potrò mai scordare quello che ho provato: gioia e dolore allo stesso tempo. Due sentimenti così opposti, ma che uniti insieme mi hanno letteralmente devastato: la gioia per il tuo risveglio, il dolore perché non ti ricordavi di me, di noi, del nostro amore.

Quando hai saputo di Aiden non riuscivi a smettere di piangere, avrei voluto tanto poterti abbracciare e consolare, ma la mia presenza avrebbe solo peggiorato il tuo stato, peggiorando il mio... ma il mio aiuto, alla fine, non ti è servito. Sono bastati i ragazzi a metterti di nuovo di buonumore. Non so come abbiano fatto, ma Aiden e Maggie sono riusciti a farti sorridere di nuovo. E di questo non li ringrazierò mai abbastanza.

Adesso, dopo tutti questi giorni passati, mi sono resa conto che in quel momento ti ho persa per sempre. La realtà dei fatti ne è la prova. Dà allora non hai ricordato niente, né di me, né degli altri. Non te ne faccio di certo una colpa, ma per me è sempre più faticoso starti vicina. Mi fa male stare al tuo fianco e comportarmi come una semplice amica. Mi manca ogni cosa di te, i tuoi abbracci, i tuoi baci, il tuo corpo sul mio, gli sguardi e i sorrisi che dedicavi solo me... mi manca poter parlare con te senza filtri, vorrei dirti tutto di noi, ogni singolo momento che abbiamo condiviso, ma non posso. Il dottor Roth me lo ha impedito, categoricamente. Lui dice che un'informazione di tale portata potrebbe essere troppo sconvolgente da sopportare per te e teme per il tuo recupero.

Così, senza volerlo veramente, mi sto allontanando da te. Non riesco a fare finta di niente, come gli altri. Non posso starti vicina... parlarti di cose insignificanti, quando l'unica cosa che vorrei fare è urlare al mondo intero che ti amo e che mi manchi da morire. Io non ce la faccio più.

L'idea di andare via di nuovo mi ha sfiorato, ma credo che peggiorerei solo le cose. Mi sto rassegnando al fatto che la sola soluzione possibile sia quella di diventare trasparente e, l'unico modo che conosco, è buttarmi sul lavoro e farmi di nebbia.

Oggi ti dimettono e, prima di sparire del tutto, voglio farti un'ultima sorpresa. Una sorta di ricordo, che nel bene o nel male, ti rimarrà di me. Così, con il benestare del dottor Roth e di tua madre, ho organizzato la festa per il tuo ritorno a casa.

I patti erano chiari io e Maggie dovevamo venirti a prendere in ospedale e portarti a casa e lì, il comitato di benvenuto ti avrebbe fatto la sorpresa, ma si sa... nulla è mai così semplice. Infatti, adesso, sono davanti alla tua porta e per qualche strano motivo sono paralizzata, non riesco a bussare, non riesco nemmeno a respirare. 'Credo che tutta questa storia non sia stata poi una grande idea...', mi rimprovero mentalmente.

Fortuna vuole che io abbia al mio fianco quella peste di mia figlia che, come ha già dimostrato più volte, sembra non aver paura di niente. Infatti, ci pensa lei a bussare e ad entrare trascinata dal suo sconfinato entusiasmo.

A volte mi chiedo da chi abbia preso questo suo sconfinato ottimismo... da me no di certo.

"Claaaxxxx", sento urlare mia figlia e trattengo un sorriso per la tua reazione.

Ti riprendi praticamente subito. Il tuo sorriso si allarga quando vedi il piccolo terremotino correrti incontro. Accogli Maggie tra le tue braccia e proprio in quel momento cerco di frenare la mia gelosia sul nascere. Il pensiero folle di quanto mi piacerebbe esserci io al posto di Maggie mi sfiora, ma, per la mia saluta mentale, lo ricaccio indietro rimproverandomi severamente.

Sento la tua voce salutare Maggie e mi vengono i brividi. Continuo a fissarti facendomi del male. Quando il tuo azzurro si scontra col mio verde, mi sento quasi morire. Cerco di riprendermi alla svelta e ti saluto avvicinandomi di qualche passo. A fatica cerco di sorriderti e quando pronunci il mio nome mi sembra di essere tornata indietro nel tempo ma, ovviamente, è solo frutto della mia fervida immaginazione.

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