Capitolo 65

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Dal capitolo precedente...

"No, non voglio tornare di là. Quello che voglio è parlare... con te...", il tuo tono deciso mi fa vacillare.

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[Lexa POV]

Commetto il grosso errore di girarmi e, come al solito, vengo folgorata dal tuo sguardo, ora più intenso che mai. Distolgo subito i miei occhi dai tuoi, non reggendo più quella tensione comparsa in una frazione di secondo, poi, quasi d'istinto, vado verso la finestra avendo la necessità di mettere più spazio tra di noi.

"Di cosa vuoi parlare?", sospiro mentre guardo fuori.

"Lo sai benissimo...", mormori appena.

"Onestamente, non lo so", ribatto girandomi per un attimo a guardarti.

"Perché prima hai reagito in quel modo con Maggie? Non ha detto niente di male e tu lo sia", le tue parole mi colpiscono duramente, ho la netta sensazione che questa conversazione non porterà nulla di buono.

"Io credo che tu conosca perfettamente il motivo, o sbaglio?", continuo a fare la vaga.

"Lexa, guardami!", il tuo tono perentorio mi obbliga a girarmi.

Quando mi volto ti trovo a pochi metri da me e non so perché, ma mi sento a disagio.

"Dimmi perché?", mi chiedi in tono quasi disperato.

"Perché Maggie è fatta così, si fa trasportare troppo dal suo entusiasmo. Non volevo che ti costringesse a sforzarti più del dovuto a pensare a ricordi che ormai sono perduti. Il dottor Roth è stato chiaro, non dobbiamo farti pressioni. E Maggie lo sa, solo che a volte si fa guidare solo dalla sua allegria e non ci pensa. Forse hai ragione, ho esagerato a sgridarla in quel modo, ma cerca di capire... non è semplice per nessuno questa situazione e ultimamente credo di essere troppo frustrata e irascibile per riuscire a controllarmi...", ti rispondo dicendo probabilmente qualcosa di troppo.

"Beh, credo proprio che questo vada a mio vantaggio...", mi dici facendo un altro passo verso di me.

Istintivamente indietreggio mantenendo la distanza. Non capisco dove vuoi arrivare... e il livello di frustrazione aumenta a dismisura.

"Scusa, ma non ti capisco Clarke".

"Allora, sarò più chiara. Non me ne frega niente di quello che dice il dottor Roth, sono mesi che gli dò retta e, a parte fisicamente, non sono migliorata di una virgola, quindi al diavolo lui e le sue teorie. Ora voglia sapere tutto! Di te, di me, di noi... tutto quello che c'è da sapere. E voglio la verità, la devi smettere di essere così sfuggevole. So che c'era qualcosa tra di noi, qualcosa che andava oltre l'amicizia e voglio che tu mi racconti ogni singola cosa", mi intimi, avvicinandoti ancora a me, costringendomi ad arretrare ancora fino ad arrivare alla cassettiera che frena la mia fuga.

I miei occhi rimbalzano nei tuoi in modo frenetico. 'Non posso assecondare questa pazzia, non posso...', continuo a ripetermi nella mia testa.

"Non posso Clarke, non posso farti questo...", sussurro prima di sfuggire al tuo attacco andando verso la porta.

Il tentativo è buono, ma non avevo previsto la tua tenacia. Mi afferri il braccio e con uno strattone mi obblighi a guardarti.

"Certo che puoi, anzi devi! Se vuoi, posso cominciare io...", ribatti lasciandomi senza parole.

Come cavolo può cominciare tu che non ti ricordi nulla del nostro rapporto Clarke? È assurdo anche solo pensarlo. Si ti fossi ricordata qualcosa di me, di noi, me lo avresti detto prima, di questo ne sono certa e allora... tutta questa scena a che serve? Solo ad obbligarmi a parlare?!

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