Capitolo 31

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[Clarke POV]

Siamo rientrate in albergo da circa un paio d'ore e da quel preciso momento Lexa si è fatta di nebbia. Mi ha lasciato qui, nella nostra camera, da sola. Mi ha detto che doveva sbrigare delle cose e che sarebbe tornata presto.

Ora sono qui che continuo a rimuginare. Mi chiedo se fra noi sia tutto a posto oppure no, mi chiedo se la paura le sia tornata, come sta tornando a me. Mi alzo dal divano e comincio a girare avanti e indietro cercando di spegnere il cervello e di pensare positivo.

La telefonata con le ragazze, di oggi pomeriggio, non aiuta di certo. Loro mi hanno detto che posso stare tranquilla, ma non ci riesco.

Non sarà semplice parlare con lei del suo cuore, e secondo me non sarà tanto semplice spiegare le cose a Aiden.

Adesso piantala Clarke, perché devi sempre essere così negativa? Lo sai che ad essere ottimisti ci si guadagna? Se non lo sai te lo dico io. Comunque, la devi smettere di farti tutte queste paranoie e di fare avanti e indietro nella stanza. Oltre a consumare il pavimento, che credo proprio all'albergo serva ancora, mi stai facendo venire il mal di testa. Oh, scusa tanto, credevo che questa testa fosse la mia.

Non ci posso credere sto diventando pazza. Lexa, è ufficiale mi hai reso pazza.

Per placare un po' l'ansia decido di andarmi a fare una doccia. Mi svesto rapidamente e mi fiondo nel box.

Incredibilmente funziona. Il getto dell'acqua - calda questa volta -accarezza delicatamente il mio corpo, le gocce scivolano sulla mia pelle che si scalda subito al contatto. La sensazione mi rilassa. I pensieri volano via, la mia mente è libera.

Rimango nella doccia più del dovuto, ma quado esco mi sento decisamente meglio.

Avvolgo il mio corpo nell'asciugamano e poi mi asciugo velocemente i capelli, lasciandoli leggermente umidi.

Mi guardo intorno e ovviamente non trovo il cambio.

"Complimenti Clarke, sei un vero genio. Ti fiondi in doccia senza prenderti il cambio!", rimprovero me stessa dandomi della sbadata senza speranza.

Esco dal bagno imprecando ancora come se fosse un affare di stato, ma due bellissimi occhi verdi mi inchiodano sul posto.

Lexa è vicino al tavolino del servizio in camera con una bottiglia di champagne in mano. Si è cambiata d'abito. E quando l'ha fatto? Indossa un abito lungo nero con uno spacco vertiginoso laterale, delle spalline sottili e un generoso scollo a V. Oddio, è veramente bellissima.

Il suo sguardo intenso non smette di fissarmi. Percorre con avidità il mio corpo dall'alto verso il basso, quasi fossi nuda.

Beh, in effetti Clarke... vorrei ricordarti che non sei poi così vestita. Oh, cazzo.

La consapevolezza di essere mezza nuda davanti a lei mi incendia le guance. Distolgo subito lo sguardo cercando in qualche modo di frenare l'imbarazzo, inutile dire che fallisco miseramente.

Mi dirigo verso l'armadio cercando di trovare qualcosa da mettermi e uscire da questa situazione veramente scomoda. Poi il mio lato malizioso prende il sopravvento.

"Lo sento ancora... Lexa".

"Eh? Che cosa senti?", dice schiarendosi la voce.

"Il tuo sguardo. Ti piace quello che vedi?", le chiedo girandomi di tre quarti per incrociare i suoi occhi.

"Sei bellissima...", sospira col fiato corto.

"Anche tu non sei niente male...", in realtà è semplicemente stupenda.

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