Capitolo 61

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[Lexa POV]

Sono appena entrata in questa stanza. Il mio sguardo è ancora rivolto alla porta. La mia mano è ancora sulla maniglia, trema, non la riesco a togliere. Cerco di respirare, ma mi manca l'aria. Il mio corpo sembra paralizzato, non ne ho più il controllo. Sono stanca, spossata, sembra che un treno merci mi abbia appena investito. A fatica riesco a girarmi, ma sono ancora bloccata. Mi appoggio alla porta, cercando di recuperare le forze. Mi guardo intorno, notando come questa stanza sia diventata piccola in una frazione di secondo. Quella stanza che, per mesi, mi ha permesso di stare con te. Come posso dirti addio Clarke? Io non ci riesco a lasciarti andare.

Senza rendermene conto, mi sono avvicinato a te. Ti stringo la mano nella mia, mentre ti accarezzo il viso. Mi metto a sedere sul tuo letto proprio al tuo fianco, non mollando la presa dalla tua mano.

Ti guardo con intensità, come se volessi imprimermi ogni tuo singolo dettaglio. Continuo a fissare i tuoi lineamenti, quasi fossi una stalker. I tuoi occhi che si ostinano a nascondersi alla mia vista. Le tue labbra che non si arriccino più in quei bellissimi sorrisi, di cui non posso fare a meno. I tuoi bellissimi capelli che adoro accarezzare mentre ti abbraccio. Il tuo collo, oddio il tuo collo, adoro baciarlo...

Il mio sguardo si blocca. Un fascio di luce fa brillare la catenina che porti al collo, ma soprattutto il simbolo dell'infinito al suo centro. I paramedici te l'avevano tolta, quanto ti hanno portato qui... ma appena ho potuto te l'ho rimessa. È il simbolo del nostro amore, e non potevi rimanere senza. Mi ricordo benissimo la sera in cui te l'ho regalata, come se fosse ieri.

///

[Inizio flashback - Circa sei mesi fa...]

Oggi è un giorno speciale. È esattamente un anno che io e Clarke stiamo insieme. Per tutto il giorno, sono stata irreperibile ed evasiva, le ho fatto credere di essermi dimenticata. In realtà sto organizzando la serata perfetta... o almeno, spero che lo sia. Ammesso e non concesso che mi voglia ancora parlare, questa sera, visto il modo odioso in cui la sto trattando oggi... ma una sorpresa è una sorpresa.

La giornata vola più veloce del previsto, quasi non mi rendo conto di essere già davanti alla sua porta con un mazzo dei suoi fiori preferiti: i gigli.

Suono il campanello e l'istante seguente mi apre la porta. La sua espressione stupita mi fa sorridere, osserva prima me e poi il mazzo di fiori senza riuscire a spiccicare una parola.

"Buon anniversario, amore mio", le dico porgendole i gigli.

"Pensavo te ne fossi dimenticata...", sussurra quasi in imbarazzo.

"Non potrò mai dimenticarmelo, quel giorno io sono rinata e tutto grazie a te e al tuo amore...", mormoro abbracciandola

"Ok, prima di scoppiare a piangere è meglio se ti bacio... perché ne ho una voglia assurda", dice tappandomi la bocca con la sua.

"Auguri amore mio...", soffia sulle mie labbra.

"Ti amo", replico rubandole un altro bacio.

Poso la mia fronte sulla sua e sorrido.

"Ora, tesoro, hai circa due minuti per infilarti le scarpe e la giacca. Dobbiamo andare a cena fuori, è tutto pronto...".

Sgrana gli occhi come se le avessi detto la cosa più assurda del mondo.

"Lexa... scherzi vero? Sono in jeans e maglietta. Devo cambiarmi...", protesta allontanandosi da me per farmi vedere i suoi vestiti.

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