Capitolo 29

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[Lexa POV]

Nessuna delle due avrebbe voluto alzarsi da quel letto, ma quando la sveglia del mio telefono ha cominciato a suonare abbiamo dovuto farlo. Anche se, in tutta franchezza, avrei preferito starmene ancora lì, distesa con lei, godendomi il suo abbraccio ed i suoi baci, ma ovviamente questo non è stato possibile. Abbiamo una sfilata da organizzare e pochissimo tempo.

In poco più di due ore riusciamo a vestirci, fare colazione ed ad  arrivare al Palace.

Come il giorno precedente siamo costrette a separarci. Arrivate al momento di salutarci, un velo di imbarazzo aleggia tra di noi, contornato da un sorriso quasi isterico.

"Buona giornata Clarke...", le dico sfiorandole la guancia con le labbra.

La sua pelle si increspa sotto le mie labbra ed il mio sorriso si allarga.

"Grazie, buona giornata anche a te, Lexa", fa qualche passo per andarsene, ma poi ritorna sui suoi passi.

"Lexa... ti va di pranzare insieme?", mi domanda incerta.

"Griffin, mi stai forse chiedendo un appuntamento?", la provoco alzando un sopracciglio.

"Può essere Woods, ma in quel caso avrei optato per una cena, non trovi?", ribatte accettando la mia provocazione.

"E se rilanciassi?".

"Che cosa hai in mente, Woods?".

"Beh, potremmo pranzare qui, magari in giardino...  che ne diresti di un pranzo al sacco con dei cheese burger che adori tanto? E poi...",  lascio la frase in sospeso per stuzzicarla.

"E poi?", mi sprona a continuare.

"E poi potrei invitarti ad una cena romantica a lume di candela stasera", il mio tono eccede un po' troppo nel malizioso, spero solo di non aver affrettato le cose.

Sgrana leggermente gli occhi, sorpresa dalla mia proposta. Quando la vedo deglutire mi rendo conto di aver esagerato, ma poi il suo sorriso mi illumina.

"Room service?", propone.

Annuisco, sorridendole a mia volta.

L'istante dopo mi sta salutando con la mano mentre si allontana da me.

Sorrido come non mi capitava da tempo mentre mi dirigo verso la sala meeting. Grazie di esistere, Clarke.

///

Alla fine tra un incontro e l'altro non riusciamo a pranzare insieme. In tutta la giornata riesco solo a sentirla per telefono - manco fossimo a chilometri di distanza - e a sincerarmi che abbia mangiato ad un orario decente.

Quando mi rituffo nel lavoro le ore passano troppo veloci. Sistemate le ultime cose guardo l'orologio e mi accorgo che sono ormai le cinque del pomeriggio.

Controllo la lista degli impegni per oggi sul portatile e non posso non gioire nel constatare che sono finiti.

Mi lascio ricadere sulla sedia prima di rivolgermi al direttore della struttura.

"Direttore Jaha, per oggi credo che il lavoro sia concluso, è inutile far perdere dell'altro tempo al suo staff. Sono decisamente soddisfatta di tutto quello che abbiamo fatto finora ".

"La ringrazio signora Woods", replica con cortesia.

"In tutta franchezza, non credevo di riuscir ad organizzare tutto. Domani i montatori dovrebbero finire la passarella e l'impianto luci e, a questo proposito, non penso ci sia bisogno della nostra supervisione... quindi, credo che ci occuperemo della sartoria direttamente dal nostro albergo, sempre se per lei può andar bene...".

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