Capitolo 4. La fortezza - Parte Seconda

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L'esile luce della torcia, ora sorretta da Galatea all'imboccatura del corridoio, era appena sufficiente per permettere a CJ di distinguere i contorni della vasta sala in cui era penetrato. Un passo dopo l'altro, attento a non mettere il piede in fallo in una delle numerose macerie che costellavano la stanza, l'halfling giunse all'estremità opposta, dove una porta di legno massiccio, unico altro accesso, impediva di proseguire il cammino.

Vi si fermò davanti, le orecchie tese a captare ogni movimento, ma nessun suono arrivò fino a lui. O non vi era nessuno dall'altra parte, o quella porta era troppo spessa perché qualcosa vi penetrasse. C'era anche una terza alternativa, ovvero che gli abitanti di quella fortezza li stessero aspettando, muti e immobili nell'oscurità, ma la scartò immediatamente. In quel caso non avrebbero potuto fare alcunché per evitare un potenziale attacco, se non procedere con cautela una volta aperta la porta. E quella era un'azione che sicuramente avrebbero compiuto, come in precedenza. Inutile dunque sprecare ulteriore tempo su quel pensiero.

Con lo stesso passo felpato dell'andata, l'halfling percorse a ritroso il corridoio, trovando i compagni in attesa, le armi in pugno e i volti tesi.

«Oltre il corridoio c'è una grande sala piena di resti di mobili, una sola porta e nessuno in vista. Possiamo procedere fin lì» disse loro, facendo cenno di seguirlo. Poi si voltò nuovamente e li scortò lungo il corridoio. A metà del cammino Galatea si bloccò, facendo rallentare Spock e Ben alle sue spalle.

«Aspettate,» disse piano, richiamando i compagni che proseguivano davanti a lei «ho sentito qualcosa. È solo una sensazione, ma sono abbastanza sicura che qui ci sia un'entrata nascosta.» Indicò il muro alla sua sinistra, poggiandovi le mani in cerca di segni in rilievo.

«Non ha niente di particolare quel muro» rispose Daniel, avvicinandosi a lei e osservando la parete di pietra lavorata.

«Ti sbagli. Sento che oltre la parete c'è qualcosa. E lo sentiresti anche tu se il tuo sangue non fosse macchiato, mezz'elfo.» Lo sguardo di Galatea lo trafisse, glaciale. Era chiaro a tutto il gruppo che la ragazza non fosse abituata ad essere contraddetta. «Halfling renditi utile, esamina questa parete».

«Mi chiamo CJ, sorella. E non sono abituato a prendere ordini, neanche dalle orecchie-a-punta più regali» ribatté lui, guardandola con una punta di sfida negli occhi.

«È così importante trovarla ora questa porta?» mormorò Ben. «Qui c'è un intero corridoio da esplorare.»

I compagni annuirono alle sue parole ma Galatea sbuffò, visibilmente infastidita. Inspirò profondamente per allontanare il fastidio che l'essere contraddetta le stava provocando e, conscia di non essere nella posizione migliore per protestare, spiegò in modo più tranquillo. «Finché non guardiamo cosa nasconde, non potremo sapere se sia importante oppure no.» Poi, vedendo che quelle parole avevano fatto presa sugli altri, si voltò verso CJ e mascherò la sua stizza in un sorriso cordiale. «Ora, di grazia, saresti così gentile da cercare l'entrata su questo muro?»

«Molto meglio, sorella. Sono sicuro che andremo d'accordo». L'halfling le sorrise soddisfatto, scatenando in lei un'altra ondata di irritazione. "Maledizione a me e a quando ho accettato di scendere qui sotto" pensò, osservando il ladro avvicinarsi alla parete e cominciare a tastarla.

Dopo qualche secondo, qualcosa scattò sotto il tocco esperto di CJ e una piccola vibrazione riecheggiò nel corridoio; un gridolino di soddisfazione sfuggì alle labbra dell'elfa mentre un ingresso celato si rivelava ai loro occhi. Ad eccezione di CJ e ovviamente di Galatea, ancora concentrati sulla sezione di parete che scorreva, tutto il gruppo si voltò preoccupato verso la fine del corridoio, al di là di quella grande sala di cui riuscivano a distinguere solo l'imboccatura. Rigidi e con le armi tese, rimasero in attesa mentre l'eco di quella vibrazione si perdeva nell'oscurità, pronti a reagire al minimo suono che avesse destato. Ma nulla trafisse la nuova quiete creatasi nel corridoio e quando la loro attenzione tornò sulla nuova apertura, Galatea li accolse con un sorriso di soddisfazione e scherno al contempo. «Cosa vi avevo detto?» sussurrò l'elfa. «Qui nascondono senz'altro qualcosa.»

Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora