Fuori, un gruppo di persone si era riunito a capannello intorno a qualcosa, e guadagnandosi un po' di spazio, Jake intravide una donna, sorretta dagli altri abitanti e in evidente stato di agitazione; la riconobbe subito come Sara, la vedova che viveva nella fattoria più periferica del villaggio. Gli fu chiaro che fosse disperata ancor prima di poterla raggiungere: i suoi capelli castani erano sfuggiti da sotto il fazzoletto che portava sul capo, e le cadevano sul volto, contratto in una maschera di preoccupazione e dolore; era rossa in viso e due rigagnoli di lacrime le correvano ai lati delle gote.
Le persone intorno a lei cercavano di capire il motivo della sua agitazione, ma la donna faceva fatica a parlare, in preda a una sorta di frenesia che la spingeva a spostare lo sguardo, come impazzito, da una persona all'altra. Facendosi largo tra la folla, Jake avanzò fino ad arrivarle davanti, poi le prese le mani tra le sue e le parlò, cercando di trasmetterle sicurezza, e dolcezza. «Sara stai tranquilla, siamo qui. Dicci cosa succede, possiamo aiutarti.»
Vedendo il suo volto, la donna sembrò tranquillizzarsi un poco, e prese a respirare profondamente, per controllare la voce il tanto sufficiente da poter parlare. Jake continuò a stringerle le mani in una delle sue, mentre con l'altra le massaggiava dolcemente una spalla. Da quando era morto il marito, in un terribile incidente con l'aratro, e lei era rimasta sola con un bambino piccolo, il ranger aveva cercato di offrirle tutto il suo aiuto, dividendo con loro le prede che cacciava, e facendole visita quando possibile, per aiutarla con i compiti più pesanti. In quel momento, prese a sussurrarle parole di conforto, aiutato da qualche altra donna del villaggio, che provvedeva ad asciugarle le lacrime, e a sistemarle i ciuffi sfuggiti dalla stoffa.
Dopo qualche secondo e qualche respiro più regolare, Sara finalmente si calmò abbastanza da poter parlare. «Jake, è Timmy» mormorò, guardandolo con gli occhi lucidi. «È uscito per giocare questa mattina, e non è ancora tornato. Io.... io...»
«L'hai cercato nel villaggio? Tra i campi?» le rispose subito lui.
Lei annuì sommessamente. «Sì, ho cercato in ogni angolo. Ho anche chiesto alla rimessa e alla legnaia, ma nessuno mi ha saputo dire niente.»
Lui annuì, notando di sfuggita i forestieri sporgersi tra la folla, attirati dal trambusto. Li ignorò, riportando l'attenzione sulla donna. «Potrebbe essere andato a giocare nella foresta. Vado subito a cercarlo, vedrai che starà bene. Non c'è niente di pericoloso là dentro.»
Sara scosse la testa «Ho già cercato, ho girato la foresta per ore e... non ho trovato nulla.» Singhiozzò leggermente, poi continuò «Jake, temo sia andato al baratro.»
Alla parola baratro, alcuni degli abitanti si ritrassero dalla donna e dal ranger, e i tre stranieri videro passare sui volti dei contadini e delle mogli un'ombra di paura. Anche CJ avrebbe potuto afferrare quel dettaglio, se non fosse stato impegnato in ben altre faccende: lo scaltro e amorale halfling, infatti, stava approfittando della confusione creata dalla donna per esplorare le tasche degli uomini, riuniti al centro della strada, e tale era l'attenzione di questi, che l'halfing poté intascare qualche moneta indisturbato mentre il dialogo andava avanti.
«Come fai a esserne certa? È parecchio lontano da qui, perché avrebbe dovuto andarci?» chiese Jake alla donna. Nel frattempo, la sua mente cominciava già a lavorare alacremente, valutando la possibilità di recarsi sul luogo per controllare, portando con sé alcuni degli abitanti del villaggio.
Sara chiuse gli occhi, e nuove lacrime le bagnarono il viso. «È colpa mia» mormorò «gli ho raccontato qualche leggenda, storie per fargli paura e convincerlo a non andare a giocare in quella zona». Tirò su con il naso, nascondendo poi il viso dietro una manica della tunica, vecchia ma pulita. «Volevo che lo temesse, invece l'ho incuriosito. Negli ultimi giorni non ha fatto che farmi domande su quel posto. E io, come una stupida, ho aumentato il numero di pericoli e ombre nascoste all'interno. È sempre stato curioso, lo sai. Ho solo peggiorato le cose, attirando la sua attenzione su quel posto.»
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Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania I
FantasyNel piccolo borgo di Collediquercia, l'alba sorge pregna di spavento: un bambino si è smarrito nelle vicinanze di un baratro oscuro e in molti temono che la sua vita sia definitivamente perduta. Ma degli stranieri sono appena giunti al villaggio e l...