Capitolo 3. La discesa nell'oscurità - Parte Seconda

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Jake percepì distintamente la caduta del compagno, sentì il suono di quel centinaio di chili di muscoli ed equipaggiamento che si scontrava con il terreno e, per un momento, voltò il capo verso di lui, temendo che l'impatto gli fosse stato fatale. Lo vide muoversi e ne fu sollevato, poi dovette riportare l'attenzione sui topi, che avevano approfittato della sua distrazione per stringerlo in un assedio più marcato. Nel farlo, vide che la creatura al suo fianco puntava il guerriero, quindi approfittò dell'attacco frontale di una delle restanti per muovere un passo indietro, riassestando l'intero peso del corpo in quella posizione; bloccò il salto della creatura davanti con la lama più lunga e calò la sorella sulla testa del roditore che stava raggiungendo Ben, costringendolo a retrocedere per evitare di essere infilzato. Assecondando il movimento, ruotò la gamba rimasta avanti e mosse un altro passo in diagonale, riuscendo così a mettere il suo corpo tra il compagno e i nemici.

I roditori non apprezzarono quel tentativo e gli attacchi si fecero più frequenti e accaniti, portandolo a ringraziare lo spesso strato di pelle che lo proteggeva, impedendo ai morsi di raggiungere il suo corpo. Dopo qualche secondo di pausa, che Jake interpretò come adducibile alla caduta del guerriero, i dardi ripresero a sfrigolargli accanto, bruciando i topi e allentando la morsa che lo stringeva fermamente. Schivò un altro attacco, poi ruotò il corpo e vide con sollievo che CJ era finalmente giunto sul piano in pietra. «Controlla che stia bene!» gli gridò, e l'halfling annuì, correndo poi verso Ben.

Lo trovò steso a terra, gli occhi chiusi, immobile. Solo un mugugno di dolore usciva dalle sue labbra e ciò fu sufficiente a CJ per giudicare le sue condizioni non estremamente gravi.

Consapevole di quanto Jake fosse in difficoltà, l'hafling alzò la testa e urlò ai compagni: «La corda è libera e il guerriero ha preso una bella botta. Qualcuno scenda!» poi estrasse lo stocco e si lanciò nella mischia. Superò il ranger con un fischio di avvertimento, schivò un morso con una capriola e si portò alle spalle dei roditori, colpendo poi uno di loro sulla schiena e aprendo un grosso squarcio sulla pelle spessa. La ferita distrasse il nemico, che con uno squittio infuriato si girò per azzannarlo, scoprendo così un fianco al ranger; Jake non perse l'occasione, e fece calare la spada lunga su di lui con ferocia. La testa del topo, con ancora un scintillio negli spietati occhi rossi, volò in una scia di sangue oltre l'halfling e si fermò a pochi passi dalla parete. Un altro roditore seguì il primo subito dopo, quando due dardi scagliati insieme dagli incantatori sopra il dirupo lo raggiunsero e ne ustionarono il corpo già martoriato.

Dall'alto, i due stregoni videro CJ gridare di gioia e ingaggiare uno dei restanti roditori con rinnovato vigore, aprendo una nuova ferita sulla pelle lesionata e strappando altri squittii di dolore. Spock, ancora in piedi accanto ai due compagni, lanciò un'occhiata al guerriero ferito, vide che si muoveva, anche se lentamente, e decise di intervenire nella maniera più rapida ed efficiente possibile: eliminando la minaccia. Chiuse gli occhi e visualizzò il fuoco che si irradiava dalla sua mano; quando li riaprì, il palmo era avvolto da fiamme sfrigolanti che non bruciavano la pelle, ma che sapeva avere un effetto ben diverso sui nemici: quando scagliò quella sfera infuocata oltre il bordo del precipizio, un altro topo perse la vita, consumato dal fuoco che si propagava dalla pelliccia ai suoi organi vitali.

Soddisfatto di aver ridotto a uno il numero degli avversari, si mosse rapidamente verso la corda e iniziò la discesa, accompagnato dalle ultime invocazioni degli incantatori e dal fischiare delle lame che giungeva dal basso. A metà del suo tragitto, le spade di Jake trovarono uno spazio nella difesa del topo che, rimasto ormai solo, si muoveva in preda a una furia cieca e disperata: la spada corta ne bloccò lo scatto, e quella lunga calò sulla testa del roditore; al contempo, CJ fece saettare lo stocco, e la creatura, già ferita e disperata, fu presa tra l'acciaio di tre lame, e non uscì viva da quell'incontro.

I due incantatori cessarono di invocare, vedendo Jake e CJ assicurarsi la morte delle creature passandole a fil di spada. Spock toccò intanto terra, si assicurò che dalle scale non giungessero ulteriori minacce e poi si diresse verso il guerriero, che poggiava il braccio alla parete nel tentativo di rialzarsi. Individuò subito il sangue sulla sua nuca, quindi arrivato accanto gli intimò, in tono freddo «Non alzarti. Lasciami controllare che non ci siano traumi gravi.»

Ben obbedì, lasciandosi cadere sul pavimento con un gemito e permettendo al druido di esaminargli il capo e il corpo. Soddisfatto di quel controllo, che non rivelò altro oltre a qualche escoriazione e livido – eccezion fatta per il taglio che ancora sanguinava - Spock estrasse dal suo zaino una delle bende comprate a Collediquercia e una scatoletta piena di unguento, porse le prime al guerriero e iniziò a spalmare la pomata sulla ferita aperta, l'unica realmente bisognosa di medicazioni.

Una sensazione di fresco si irradiò dalla mistura a contatto con la pelle, accompagnata da un forte odore in cui Ben riconobbe facilmente note di menta e iperico, perché comuni nei medicamenti popolari. I muscoli dell'uomo, fino a quel momento tesi e scattanti, si rilassarono e lui si abbandonò alle cure, respirando adagio quell'aroma familiare e balsamico. Sentì l'altro riporre la scatoletta in legno nello zaino, poi il druido gli chiese le bende e prese a stringerle con cura intorno al suo capo. «Che io sappia, gli spadoni si usano per colpire gli avversari. E solitamente di lama e non con l'elsa» gli disse Spock con scherno, mentre chiudeva la fasciatura con un nodo.

Ben sorrise, storcendo il labbro a causa delle fitte irradiate dalla ferita. «Sto mettendo a punto un nuovo stile di combattimento. Ti butti sul campo di battaglia e ti ferisci da solo per impressionare gli avversari» rispose poi, trattenendo qualche esclamazione colorita, che spinta dal dolore stava iniziando a fare capolino tra le sue labbra.

«Innovativo. E funziona?» continuò Spock, ultimando la medicazione.

«A giudicare da quel che vedo, direi di si». Il guerriero indicò la scena alle spalle del druido: Jake puliva le sue spade sulla pelliccia di uno dei roditori, mentre CJ muoveva cautamente verso le scale, osservando con estrema attenzione il pavimento e l'imboccatura, il sasso in una mano e lo stocco stretto nell'altra. Intorno ad entrambi, giacevano i corpi bruciati e martoriati dei cinque temibili avversari.

Terminata la pulizia, Jake si avvicinò ai due compagni. «Tutto bene? Sei ancora intero?» chiese, rivolto al guerriero.

Ben annuì e sorrise. «Sono stato meglio, ma penso che me la caverò.» Poi si rivolse verso Spock, notando di sfuggita, dietro le spalle del ranger, Daniel che posava i piedi sulla piattaforma, seguito da Galatea. «Ti ringrazio» mormorò, afferrando la mano che il druido gli porgeva e rialzandosi in piedi. L'altro si schernì, minimizzando il suo operato.

Prima che il guerriero potesse ribattere, CJ li raggiunse, entusiasta. «Hai fatto un volo incredibile! È stato forte fratello, una discesa da maestro!» esclamò, affiancando Jake e ridacchiando. «Devi lavorare sull'atterraggio però. È ancora imperfetto.»

Il ranger lo squadrò, con un sguardo all'apparenza severo. Poi, con un ghigno, aggiunse «L'halfling ha ragione, non sei decisamente ben-messo.»

Sulla piattaforma calò un gelido silenzio. Per qualche secondo i compagni si guardarono, non sapendo come reagire alla battuta inaspettata – e obbiettivamente orribile – del ranger.

«Vi prego, posso colpirlo? Solo un colpo di elsa, giusto per fargli provare l'ebrezza» esclamò infine il guerriero.

Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora