Capitolo 15. Il divino Dóiteáin tornerà a solcare Irvania - Parte Prima

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 L'attonimento durò appena una frazione di secondo, poi il sibilo di numerose lame sfoderate invase la stanza. Il vecchio sacerdote si concesse però una risata rilassata, all'apparenza indifferente alla minaccia degli uomini scattati in piedi davanti a lui. «Tranquilli» mormorò, dando solo un'occhiata distratta alle loro armi, tese a pochi centimetri dal suo viso. «Avevo solo bisogno di sapere da quale parte foste. Direi che questo chiarisce abbastanza le cose.»

Vedendo che le sue parole non parevano scalfire la tensione dei suoi ospiti, Nielman alzò lentamente le braccia, indicando con il mento il simbolo circolare che capeggiava sul suo collo. «Vi posso garantire che non faccio parte del culto e, se fosse necessario, posso appellarmi al favore di St.Cuthbert per dimostrarvi che non sto mentendo.»

Jake cercò il volto di Jord, che sostava a qualche passo da lui con già il medaglione di Pelor tra le mani. «È possibile farlo?» gli sussurrò e Jord confermò con un cenno del capo, prima di rivolgersi all'anziano. «È in grado di creare una zona di verità in questa stanza?»

Nielman annuì. «Siete consapevoli che né io né voi potremo mentire, ma che sarà sempre possibile aggirare le domande?» mormorò poi, abbassando le braccia.

«Sì. Ma ce lo faremo bastare. Voi siete d'accordo?» chiese ancora Jord, rivolto ai compagni. «Varrà anche per noi, ma almeno saremo sicuri della verità delle sue parole.»

Attese la loro conferma, osservando con un filo di preoccupazione il nervosismo del guerriero, palese nella stretta sull'elsa dello spadone, tenuto a poca distanza dal collo del chierico. Quando anche Ben annuì però, Jord fece segno al chierico di procedere. «Non fate scherzi, non vi converrebbe» lo minacciò, cercando di risultare convincente.

Il vecchio sacerdote gli concesse un rapido sorriso, poi afferrò il cerchio di metallo che portava al collo e intonò alcune parole familiari al chierico del sole, facendole risuonare dolcemente per la stanza. Pochi secondi dopo, aprì gli occhi e li posò sugli uomini ancora fermi davanti a lui, restando in attesa, il simbolo di nuovo riposto sul suo petto.

«La sensazione è normale» spiegò Jord ai compagni, conscio del fatto che stessero sentendo lo stesso pizzicore leggero che fremeva anche sotto la sua pelle. Poi si rivolse ancora a Nielman. «Se cercherete di resistere alla zona di verità, lo avvertiremo. Non vi conviene provare.»

«Vi assicuro che non farò resistenza all'incantesimo, e che d'ora in poi potrete fidarvi di ciò che vi dirò» mormorò l'anziano di rimando, alzando appena le sopracciglia. «Non sono un membro del culto di Dóiteáin, ma sono un loro avversario. E vi ho fatto quella domanda per essere certo che valesse lo stesso per voi.»

«Uno scherzo abbastanza pericoloso» rispose Jake, con ancora un velo di diffidenza insito nella voce, ma dando segno di voler rinfoderare le armi alle parole di Jord. «Fossimo stati meno ragionevoli, adesso potrebbe trovarsi mutilato.»

«Davvero fratello, proprio di cattivo gusto» confermò CJ, riapparendo da dietro una delle panche e affiancando lo stregone davanti alla seduta.

«Non è certo il modo migliore di accogliere gli ospiti» aggiunse quest'ultimo, scuotendo il capo.

«Avete ragione» annuì l'uomo in risposta, senza perdere l'aria affabile e guardandoli dal basso del suo scranno. «Ma era un controllo che andava fatto. Nonostante le raccomandazioni di Silveride, dovevo essere certo che non faceste parte del culto. E che sapeste da che parte schierarvi.»

Ben sospirò, leggermente a disagio sotto l'effetto dell'incantesimo, ma rinfoderò a sua volta lo spadone. «Allora su questo può essere certo. Sicuramente siamo contro di loro.»

Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora