Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania I

Capitolo 10. Il fuoco ci renderà liberi - Parte Terza

«Ha detto che nessuno avverte più la sua presenza su Irvania da millenni. Com'è possibile? Dov'è finito?» chiese a quel punto Galatea, spezzando il silenzio che era di nuovo sceso tra loro. «Come può un'entità creatrice sparire nel nulla?»

Silveride si riscosse, dopo essersi perso a osservare i boccioli fioriti al di là della finestra. «Le storie non lo riportano» sospirò l'elfo, voltando il viso verso la ragazza. «Dal momento della creazione fino alla sua apparizione successiva non c'è nulla, nessun frammento che permetta di conoscerne la sorte. Ed è lo stesso dalla Grande Guerra fino a noi.»

«Ne è sicuro? Nessun frammento, nessuna leggenda per tutte quelle ere?» esclamò Spock, sinceramente perplesso. «Com'è possibile?»

L'elfo prese a camminare lentamente per la stanza, con gli occhi dei due avventurieri posati su di sé. «Questa è un'ottima domanda. Come può perdersi la memoria del creatore del mondo? In nessuno dei frammenti di storia che possiedo e preservo si fa menzione del dio nei periodi restanti. E, in tutta la vita, non mi è mai capitato di imbattermi in altro, oltre ciò che ho da offrirvi. Qualche racconto sulla creazione appunto, e pochi brandelli della sua ultima apparizione e della successiva scomparsa.»

Spock si mosse per raggiungerlo, superando il piano in castagno e la tazza posata sopra di esso, che ormai aveva smesso di fumare da un pezzo. «Ci parli di questo allora. Della sua scomparsa. Della Grande Guerra.»

Silveride alzò lo sguardo su di lui e il druido percepì chiaramente di essere soppesato, forse nel tentativo dell'elfo di comprendere ancora una volta da cosa derivasse l'interesse che provavano verso quella figura persa tra le pieghe del tempo. L'anziano sembrò trovare quasi subito una risposta al suo dubbio o forse solo rassegnarsi alla tenace curiosità di Spock. «La storia racconta che il dio del fuoco ricomparve su Irvania durante la Grande Guerra» riprese poco dopo. «Fu per causa sua se gli esseri umani si rivoltarono contro le altre razze e tentarono di sterminarle. Lui fu la scintilla che appiccò il fuoco su Irvania. Per poi svanire, come fumo, appena il conflitto ebbe termine.»

«Aspetti, non è possibile,» mormorò Spock, «la storia non parla di nessun dio del fuoco».

Il druido andò indietro con la memoria ai pochi ricordi ancora integri degli studi che avevano segnato la sua infanzia e la sua adolescenza. Luoghi, date, nomi incisi su testi ormai sbiaditi riaffioravano per qualche secondo nella sua testa, per poi disperdersi nuovamente nella nebbia entro la quale aveva relegato il suo passato. Eppure, nonostante i dettagli di quei frammenti di storia fossero sfumati e in parte cancellati, Spock era certo di non aver mai incrociato il nome di quel dio infuocato, in nessuno dei tomi che ora faticava a richiamare con chiarezza.

«Non è riportato sui libri, questo è vero. Ma è stato tramandato, oralmente, per generazioni» precisò Silveride. «Dóiteáin era l'ispirazione, la fiamma nei cuori degli uomini che lottarono per ottenere la supremazia su Irvania. Era nell'animo del comandante dei Liberanti, nelle parole che rivolgeva alle sue truppe per ottenere la loro fedeltà: il fuoco ci renderà liberi.»

«Quindi stiamo di nuovo parlando di fuoco come concetto astratto, non come entità. Dico bene?» si inserì Galatea, e i due alzarono lo sguardo per incrociare il suo, trovandola ancora ferma accanto alla finestra.

L'elfo scosse il capo, riprendendo a passeggiare senza meta per la stanza. «Non esattamente. C'è chi si riferisce a lui come idea, questo è vero. Molti ritengono che Dóiteáin non fosse che un ideale, sventolato dai Liberanti ed eletto a motto: il fuoco purificatore, ciò che avrebbe estirpato il male in ogni forma che avesse assunto nel mondo. Eppure, per molti altri Dóiteáin era un dio concreto, al quale i ribelli rivolgevano preghiere e suppliche, ottenendo in cambio il potere necessario per piegare Irvania al loro volere.»