Capitolo 12. La terra trema - Parte Seconda

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«Buon pomeriggio» esordì il nuovo arrivato, oltrepassando l'uscio e sorprendendo la compagnia che vi sostava dinnanzi. Il suo volto, illuminato dal sole del pomeriggio, passò rapidamente in secondo piano ai loro occhi, attirati irrimediabilmente dalle quattro fiamme lucide del medaglione che portava al collo.

La sorpresa per quell'apparizione durò appena un secondo, sufficiente però a far sì che anche la porta sul retro venisse spalancata, dando accesso ad altre tre figure, una delle quali – la più gracile e femminea – con indosso i medesimi paramenti dell'uomo.

Come rispondendo a una coreografia prestabilita, gli avventurieri sfoderarono le armi, e il sibilo delle lame riecheggiò per un attimo nell'ambiente ristretto; prima di essere soverchiato da una risata musicale e canzonatoria. «Vedo che sono arrivato in tempo per la festa» ridacchiò l'uomo, rivolgendo il capo brizzolato verso il grosso guerriero che sostava a pochi passi da lui. «Suvvia,» mormorò, con un sorriso fintamente educato, e apparentemente indifferente al grosso spadone teso a qualche metro dal suo volto, «che bisogno c'è di essere così inospitali? Vogliamo solo fare due chiacchiere. Come vedete, noi siamo disarmati» Mostrò le mani, nude e distanti dal fodero al suo fianco, poi indicò le altre tre figure dietro di loro.

Un respiro teso sfuggì dalle labbra di Jake che, fermo al centro della bottega con le lame in pugno, si concesse di osservare i tre appena entrati nella stanza. La tunica vermiglia dell'unica donna presente, e soprattutto il simbolo sacro che capeggiava sopra la stoffa, gli permisero di identificarla come un'altra sacerdotessa del misterioso dio del fuoco; una rapida occhiata ai due energumeni accanto a lei fu invece sufficiente a individuare in loro dei combattenti, benché le loro lame giacessero ancora riposte nei foderi.

«Se desiderate solo parlare, per quale motivo ci avete teso un'imboscata?» rispose infine Daniel, sentendo le membra pizzicare sotto l'atmosfera tesa della piccola bottega.

«Un'imboscata, adesso non esageriamo» riprese il chierico, accennando ad avanzare a sua volta dentro la stanza. La lama impugnata da Ben però lo fece desistere e, se possibile, parve aumentare la piega forzata delle sue labbra. «Diciamo che abbiamo chiesto a Lerov un modo semplice per incontrarvi» concluse, senza perdere di vista lo spadone.

L'anziano bottegaio tremò leggermente a quelle parole e sotto le rughe spesse e il colorito diafano dell'uomo lo stregone percepì tutto lo sconforto e la paura di chi sa di trovarsi in mezzo a un incontro dagli esiti nefasti. Senza perdere di vista i tre dietro al bancone, Daniel decise di approfittare della distrazione del chierico per scivolare di un passo verso il vecchio, e verso la porta alle loro spalle.

«E possiamo sapere il motivo di tanto interessamento?» chiese il guerriero, con quello che parve più un ringhio sommesso che una vera e propria domanda. Per accentuare la minaccia insita già nello sguardo e nel tono, rafforzò la presa sull'elsa, avvicinando poi quest'ultima al viso e tendendo la lama verso l'uscio e il suo occupante.

«Vedete» cominciò l'uomo, senza perdere quell'accenno di canzonatura nello sguardo, «si dà il caso che voi siate in possesso di qualcosa che ci preme particolarmente avere. Niente di prezioso, badate bene, ma diciamo che gode di un certo valore sentimentale...»

«Addirittura, amico? Be', allora non avreste dovuto perderlo, questo qualcosa, se ci tenevate così tanto» ghignò CJ, ruotando il polso e la sottile lama di conseguenza. Voltandosi verso la donna e le sue due guardie, l'halfling percepì il tentativo dello stregone di avvicinarsi al bancone e all'anziano. «In ogni caso, non possiamo aiutarvi. Le cose sentimentali non fanno per noi» riprese, guardando i due combattenti e soffermandosi sulle spesse armature di metallo, in cerca di punti deboli da sfruttare di lì a breve. «E poi parliamone, non sembrate tipi molto emotivi» concluse, riportando l'attenzione sull'uomo rosso vestito e concedendogli un rapido occhiolino, per distrarlo dai successivi piccoli passi del mezz'elfo che intuiva dietro di sé.

A Jord sfuggì un sorriso quando le parole del piccolo ladro incrinarono, per un attimo, la finta espressione cordiale del loro interlocutore. «Molto divertente, non c'è che dire» mormorò quest'ultimo, perdendo l'inflessione affabile di poco prima. «Ma vedete, i miei compagni qui non sono molto inclini alle risate, quindi io proporrei di tornare alle questioni serie...»

«Fratello, è un peccato che non vi sappiate divertire come si deve» lo interruppe nuovamente CJ, alzando le braccia per enfatizzare maggiormente le sue parole. «Foste stati come il vostro compagno, a questo punto sareste morti dalle risate!»

Un ruggito proruppe dalle labbra della donna, rimasta fino a quel momento in attesa. «Brutto pezzo di un...» esclamò, accennando a scattare in avanti, seguita dai due al suo fianco. Un gesto dell'uomo li fermò però sul posto, e qualche ciocca bionda sfuggì dalla morbida acconciatura della sacerdotessa, nascondendone in parte l'espressione irata e coprendo il restante insulto. «Non così, mia cara» mormorò il chierico, scrollando il capo e tornando a guardare la compagnia di avventurieri con sguardo desolato. «Come vedete, siamo un po' tesi a causa dei recenti eventi, e vorremmo chiudere questa faccenda al più presto e nel modo più pulito possibile. Concorderete con me che è stato già sparso abbastanza sangue.»

«Pienamente» rispose Jake, distogliendo lo sguardo della donna, visibilmente ancora furente, e indugiando su quello che, ora ne era convinto, doveva essere il capo della comitiva. «Per questo vi consiglierei di alzare i tacchi e tornare da dove siete venuti.»

L'uomo sospirò. «Temo che questo non sia possibile. Non senza la pergamena, almeno. Ma siete ancora in tempo a consegnarcela spontaneamente e a evitarci di doverla estrarre dai vostri cadaveri.»

«Benché sarebbe un vero piacere» soffiò lei, per enfatizzare il concetto.

«Peccato che su questo punto non ci troviamo molto d'accordo,» intervenne Ben, cominciando a inspirare e caricando il peso sulla gamba anteriore; intorno a lui, tutti parvero realizzare come quel fragile equilibrio si fosse appena spezzato, ben prima che il guerriero terminasse la frase: «l'unico sangue che bagnerà il pavimento, oggi, sarà il vostro.»

Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora