Oltre le imponenti inferriate, la città si sviluppava graziosamente lungo tre ampie strade acciottolate, ciascuna cinta ai fianchi da signorili costruzioni a due piani. Le ville che accoglievano i viaggiatori dietro le bianche mura erano solo il preludio dello splendore che la città dei dieci templi era in grado di offrire, ma erano state costruite proprio con lo scopo di incantare i nuovi arrivati, mostrando loro una delle molte facce vivacemente colorate di cui Riverwood era dotata.
Non vi era uniformità nelle tinte delle pietre dei loro patii, come non ve n'era nella scelta dei blocchi marmorei dei muri, o in quella dei pittoreschi balconi ricolmi di tenui cascate in fiore. Eppure quella cromia non poteva che essere stata pensata con lo specifico intento di trasmettere armonia e gioia agli occhi ignari che vi si posavano sopra.
Gli avventurieri procedevano lungo una via laterale, lastricata e gremita di gente, e costeggiavano il muro esterno, concedendo agli edifici qualche fugace e imprevista occhiata di apprezzamento: tra i tetti in pietra rossa riscaldati dal sole di metà mattina, vedevano svettare le guglie e la cupola candida, ornate dei rami degli alberi sacri agli abitanti del posto. Seppur ancora distanti, questi rimanevano visibili da ogni angolo della strada, spettatori silenziosi della vita fremente della città, ed era semplice distinguere i nativi dai viaggiatori proprio questi ultimi camminavano con il naso rivolto verso l'alto, abbagliati dai motivi eleganti che già si intuivano appartenere a quelle strutture.
Anche i compagni vi dedicavano sguardi colpiti, ma la loro curiosità era attenuata dall'attenzione riservata ai banditi, ancora raggruppati sul retro del carro. Gamos li scortava verso la caserma facendosi largo tra la folla, e il suo mezzo ne incrociava spesso di altri altrettanto ingombranti, costringendo la carovana a rallentare la marcia e a destreggiarsi tra bancarelle colme di mercanzia e acquirenti carichi di prodotti freschi e profumati.
L'aroma di prodotti esotici e speziati si mischiava però a quello meno gradevole del pesce appena pescato e delle molti carni crude esposte al sole e dunque già soggette ai primi segni di naturale marcimento, limitato solo dal sale sparso sulle loro superfici. L'effetto era a tratti gradevole, a tratti nauseante e andava ad aggiungersi all'aria già satura dell'odore di corpi compressi e di fognature.
Strappato alla sicurezza della natura familiare e catapultato in quelle vie intasate da una moltitudine di anime, suoni e colori, Spock camminava irrequieto, preda di un senso di malessere che aumentava a ogni passo. Il suo sguardo si spostava disperatamente verso l'alto, sulle cime di quelle piante che intravedeva tra i balconi, mentre con immane sforzo cercava di ignorare di essere spinto di continuo in avanti, sempre più dentro le viscere di quella civiltà dalla quale si era tenuto volontariamente lontano in tutti quegli anni.
Ricordi di una vita precedente affioravano ai tratti ai margini della sua coscienza, quando incrociava una casa dalle fattezze simili a quelle che un tempo aveva conosciuto, o qualche volto che poteva essere assimilato a quelli che avevano percorso la sua infanzia. Le prime volte era rimasto frastornato e si era bloccato a osservarli con stupore e confusione, per realizzare quasi subito che non fossero le stesse persone che si era aspettato; ma appena il carro lo aveva superato, la folla si era richiusa intorno a lui e il senso di soffocamento era aumentato, spingendolo ad accelerare il passo per recuperare la posizione accanto al veicolo, l'unico che pareva in grado di aprirsi un varco sicuro in mezzo alla gente.
La tentazione di scappare era diventata atroce, e lo dilaniava nel profondo quando un nuovo odore colpiva le sue narici, o una persona distratta dalle bancarelle lo urtava, per evitare di intralciare il passaggio del carro. L'idea di voltarsi e correre lontano, verso il rifugio sicuro offerto dagli alberi, continuava ad affacciarsi nella sua mente, eppure Spock la scacciava ogni volta, aggrappandosi a quella stessa sensazione che lo aveva convinto a seguire i compagni fino a Collediquercia, una volta lasciato il baratro e le sue minacce.
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Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania I
FantasyNel piccolo borgo di Collediquercia, l'alba sorge pregna di spavento: un bambino si è smarrito nelle vicinanze di un baratro oscuro e in molti temono che la sua vita sia definitivamente perduta. Ma degli stranieri sono appena giunti al villaggio e l...