Capitolo 2. I seguaci del dio del fuoco - Parte Prima

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Fatta eccezione per i due gruppi di viaggiatori, la strada maestra era deserta; campi verdi coltivati a graminacee ne contornavano i margini per un centinaio di metri ancora, prima che la foresta lambisse i contorni della via perdendosi a vista d'occhio verso le montagne. Tra le due, un piccolo edificio di legno sorgeva ad un lato, quasi a fare da separatore tra la natura domata e quella incontaminata. Una leggera brezza mattutina soffiava verso gli sconosciuti, portando lontano dagli avventurieri le parole che i due sembravano scambiarsi.

Quando i sette furono a distanza sufficiente perché le voci arrivassero a loro, queste si interruppero e un silenzio teso scese sulla via; così vicini l'uno all'altro, i due gruppi si osservarono per qualche secondo, soppesandosi a vicenda. Poi uno dei due sconosciuti, un uomo vestito di una lunga tunica rossa e di un mantello del medesimo colore, fece qualche passo in avanti per coprire lo spazio tra loro e si schiarì la voce, come per iniziare a parlare.

Il viso dell'uomo, segnato da qualche sottile ruga e incorniciato da pochi capelli tenuti sciolti e mossi dai leggeri soffi di vento, era aperto in un cordiale sorriso.

«Ma quale lieto incontro...» disse, muovendo un passo ancora verso di loro «Non pensavamo di imbatterci così presto in altri viaggiatori. Dico bene, caro Nilvs?». Si voltò verso il compagno, e così fecero gli avventurieri, per osservare più attentamente quell'elfo dall'aspetto esile, semi nascosto da un lungo mantello verde dal cappuccio tirato; questo fece un cenno affermativo con la testa, ma rimase in disparte.

«Cosa vi porta a intraprendere un viaggio in questa soleggiata e splendida mattinata?» continuò il loro interlocutore, sorridendo gentilmente in direzione di Galatea e richiamando su di lui la loro attenzione; nel spostare lo sguardo, Ben e Jake fecero in tempo a notare che dalle spalle dell'elfo di nome Nilvs spuntava un arco, che il mantello stentava a coprire. Si lanciarono uno sguardo rapido, un sottile avvertimento passò tra loro, poi si voltarono a osservare la conversazione, che Daniel stava conducendo:

«È stata proprio la splendida mattina a spingerci a fare questo viaggio. Non c'è niente di meglio di una bella passeggiata all'aria aperta per rinfrancare lo spirito, non trovate?».

«Sono assolutamente d'accordo. E ditemi, qualche luogo imperdibile da segnalare nella zona di Collediquercia? Qualcosa che due stranieri potrebbero apprezzare?» domandò l'uomo in tono educato.

«Be' fratello, se ti piacciono le cose particolari, ci sarebbe questo buco...» iniziò CJ, prima di venir interrotto bruscamente da Jake:

«... di taverna, con però due proprietari deliziosi. Oserei dire che è proprio il punto di interesse principale del borgo, non trovate?». Si rivolse ai compagni, senza evitare un'occhiataccia in direzione dell'halfling, che però parve non notarlo. Gli altri annuirono e confermarono le parole del ranger, e lui sospirò, prima di voltarsi nuovamente verso lo sconosciuto.

«Una taverna? Non è esattamente il tipo di luogo imperdibile al quale mi riferivo» l'uomo fece una smorfia, poi riprese «Intendevo più qualcosa come... Che so, un palazzo... O una fortezza magari.». Alla parola fortezza, un moto di sospetto passò nei volti dei compagni, che cercarono, in diverse misure, di mascherare il prima possibile.

«Fortezza? Non mi pare...» Daniel scosse la testa, cercando di parlare in tono rilassato, per non tradire alcun segno della menzogna. «Siamo stranieri anche noi e nella nostra breve visita nessuno ci ha parlato di una fortezza da queste parti».

Era ben consapevole che ormai, anche e soprattutto per merito suo, la voce della loro avventura si fosse sparsa per tutto il borgo e probabilmente oltre, ma qualcosa in quell'uomo e nei suoi modi non lo convinceva. Inoltre, mentire era una cosa che gli era sempre riuscita piuttosto bene e con il tempo aveva imparato a farlo in modo del tutto naturale, impostando il tono di voce e comandando il corpo affinché niente desse da pensare che non stesse dicendo la verità.

Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora