Capitolo 6. Alle porte della città - Parte Quarta

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Ben alzò il volto oltre la spalletta, in cerca dell'elfa, e la vide superare i primi tronchi «Galatea» la richiamò con un urlo, e lei voltò la testa nella sua direzione «Fai attenzione, ce n'è un altro là dentro».

La stregona parve esitare, poi decise di retrocedere di qualche passo. Il guerriero cercò con lo sguardo tra i compagni, «CJ» disse, individuando l'halfling inchinato dietro uno dei prigionieri «Puoi accompagnare Galatea nella foresta? Ci troverai le guardie e uno dei banditi a sorvegliarle».

«Con piacere, fratello».

«Vengo con te» propose Jord «Potrebbe essere pericoloso».

Ben annuì, e i due si mossero rapidi per raggiungere l'elfa, sparendo con lei tra le fronde.

«Dicevamo» riprese, riportando la sua attenzione sul prigioniero. Per tutto quel tempo, l'uomo era rimasto fermo, senza avere il coraggio di sfidare la lama che ancora sostava accanto alla sua gola. «Da quanto va avanti la vostra impresa?»

«Da qualche mese, anche se non in modo continuo», deglutì «Questa mattina abbiamo preso il posto delle guardie all'alba».

Il guerriero inarcò un sopracciglio «Come avete fatto a catturarle? Sembrate tutto fuorché dei bravi combattenti».

L'altro si fece leggermente rosso «Li abbiamo colti di sorpresa. Abbiamo finto un attacco al margine della foresta, e quando sono arrivati in soccorso di uno di noi, attirati dalle urla, gli altri li hanno sorpresi alle spalle».

«Veramente coraggiosi» sospirò Ben «Non so se trovo più deludenti voi, o le guardie». Si schiarì la gola, prima di continuare, lanciando al contempo un'occhiata alla foresta per cercare segni dei compagni. «Come pensavate di fare al cambio di turno?» chiese infine, senza guardare il giovane.

«Pensavamo di fuggire prima..» iniziò l'altro, leggendo poi dello scherno sul volto del suo carceriere, quando questi tornò a fissarlo «Non sarebbe avvenuto che all'ora di pranzo» si giustificò dunque, «e per quel momento saremmo stati già lontani, e nessuno ci avrebbe trovati».

Il guerriero ridacchiò «E non avete pensato che vi avrebbero potuto seguire?». L'altro lo osservò, confuso «Avete attaccato le guardie di una grande città. Sicuramente il governatore avrebbe ordinato ai suoi uomini di cercarvi. Non ci sono molti luoghi dove nascondersi, qui intorno».

«Veramente...» fece per parlare, poi si bloccò.

«Cosa?» chiese Ben, in tono gentile «Stavi per dirmi che avete un punto d'appoggio? Una tana?».

L'altro sbiancò, scrollando vistosamente il capo, per poi cercare con lo sguardo i compagni, legati e seduti qualche passo davanti a lui, con le schiene poggiate sulla spalletta.

Jake e Daniel stavano ancora parlando con loro, ma come Ben, ponevano le domande a bassa voce, evitando che raggiungessero l'uomo dall'altro lato. «Sono sicuro che i tuoi amici hanno già detto ai miei dove si trova».

«Non è possibile» rispose prontamente il giovane «Nessuno di noi tradirebbe l'altro». Lo disse con convinzione, ma poi guardò ancora dall'altra parte, in cerca di una conferma delle sue parole.

«Io dico di sì» lo stuzzicò ancora Ben, con un sorriso «Ma puoi sempre anticiparli. Il primo che parla, potrebbe avere un trattamento di favore».

«Cosa...» deglutì ancora, rumorosamente «Cosa ci farete?»

«Dipende»

«Da... Da cosa?»

«Da come vi comportate. E da quello che ci direte». Spostò appena la lama, come fosse stanco di tenerla tesa «E soprattutto da quanto ci vorrà. Sai, inizio a perdere la pazienza».

Le Fiamme di Dóiteáin - Cronache di Irvania IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora