Capitolo 1

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La sirena d'allarme del palazzo avvisò la mia presenza alle guardie ma, ormai, qualunque tentativo di fermarmi sarebbe stato inutile. Ruscii a scassare la serratura del retro con la mia amata forcina, l'ultimo ricordo di lei e delle sue idee grandiose, le quali avevano sempre avuto un grande effetto su di me. Sorrisi a quel pensiero prima di correre fuori e salire sulla mia Maserati, dove all'interno Louis mi aspettava tamburellando le dita sul volante nero rivestito di dura pelle.

''Finalmente'' esclamò il mio migliore amico mettendo in moto e facendo cosi ringhiare il motore ''Pensavo ti avessero beccato, ma a quanto pare mi sbagliavo'' si ricredette Louis Tomlinson mentre sbuffavo esasperato buttando il pacchetto sui sedili posteriori.

''Possibile che devi dire sempre la stessa cosa alla fine di ogni missione, Tomlinson?'' borbottai annoiato mentre lo vedevo sfrecciare tra i vari vicoli di Londra in cui a quell'ora si potevano trovare solo individui pronti a giri di sostanze illegali ''Sei davvero stressante a volte'' ammisi tirandomi indietro i capelli.

''Quando si parla di scaramanzia, eh Styles'' rise mentre roteavo gli occhi ormai al limite della sopportazione ''Forse è anche per questo che sei ancora vivo e non tra le mani di tuo fratello. Se fosse cosi mi dovresti davvero un enorme grazie, caro Harry, ma...'' s'interruppe all'improvviso.

Con una mossa veloce deviò la macchina verso destra, evitando cosi un tizio ubriaco che si limitava a barcollare da un lato all'altro della piccola via. Louis tirò un sospiro di sollievo, continuando a spostare il volante come se stesse guidando una ferrari di formula uno, per poi mettere la testa fuori dal finestrino e fare come al suo solito.

''Attento a cosa ti ficchi in bocca, testa di cazzo!'' cioè urlare e sfogare l'ira di dio sui vari santi raccolti nel calendario mentre io ridacchiavo ''Possibile che dio abbia dovuto creare tale gente!?'' mi disse sospirando e rimettendo gli occhi sulla strada.

''Dovresti iniziare a frequentare un oculista e a farti un esame di coscienza prima di mettere bocca su certi argomenti, Tomlinson'' risposi tirando fuori dalla tasca la mia scatolina argentata e iniziando a preparare una sigaretta.

''Anche gli amici bastardi'' borbottò ''Cazzo di mestiere'' disse in fine.

''Dettagli amico'' sorrisi malamente prima che il mio telefono mi vibrasse nella tasca dei jeans neri.

Lo presi consapevole che la persona che mi stesse chiamando non avesse nè buone cose da dirmi nè buone intenzioni. Sospirai quando sul display si illuminò il nome 'Edward' e risposi nervoso limitandomi a masticare qualcosa di inesistente nella mia bocca.

''Fratello'' risposi con un ghigno sul volto ''Ti sei accorto della mia visita?'' gli chiesi con un accento di sarcasmo.

''Impossibile non accorgersene, Harold'' sputò acido ''Ma tranquillo... di sicuro non finisce qui'' mi avvisò mentre serravo la mascella ''Avrai anche vinto la battaglia, ma la guerra è ancora in sospeso e quando ti troverò, fratellino, faremo la resa dei conti'' rise per poi attaccare il telefono.

''Styles?'' chiese retorico

''Si e cerca vendetta'' annuii mentre un groppo si fermava nella mia gola rendendomi impossibile qualunque altro tipo di dialogo.

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora