1. SCAPPARE VIA

29K 636 24
                                    

"Finalmente siamo arrivate!" urla di gioia Madison.

Già.. finalmente. Mi trovo nella grande città di New York, dove ho sempre sognato di studiare e magari di crearmi una vita lontano da quella che era la mia città, Savannah.
Sono arrivata oggi insieme alla mia migliore ed unica amica Madison. Io e lei ci conosciamo fin da bambine. Eravamo vicine di casa e compagne d'asilo fino a quando i suoi genitori hanno deciso di cambiare quartiere. Ma questo non ha distrutto la nostra amicizia, l'ha resa più forte.
Abbiamo passato l'intera estate a studiare per gli esami di ammissione
all'università, ottenendo fortunatamente ottimi risultati e anche una borsa di studio, dato che le nostre famiglie non possono permettersi un lusso tanto grande.
Appena uscite dall' aereoporto, prendiamo un taxi che ci accompagna a Manhattan, dove c'è il nostro dormitorio femminile.
Mi sembra di sognare. Essere qui, a New York, per iniziare un nuovo capitolo della mia vita. Sono felice, ma anche preoccupata.
I pensieri si affollano nella testa mentre guardo i grandi palazzi dal finestrino del taxi. Penso a come sarà vivere qui, se riuscirò a lasciarmi tutto alle spalle, se ne sarò in grado. Se riuscirò mai ad amare qualcuno. Madison mi distrae dai pensieri prendendomi la mano.

"Ehi, non avere paura. Qui sarà tutto diverso, tu sarai diversa e gli altri sono diversi." Sembra che mi legga nel pensiero.

"Grazie, Mad. Sai sempre come farmi stare meglio." e sono sincera. Il suo sguardo dolce, il suo sorriso rassicurante mi hanno sempre fatta sentire bene.

Scese dal taxi, io e Madison rimaniamo imbambolate davanti ad una struttura così grande che ospita centinaia di studentesse pronte a passare le giornate sui libri, nel frattempo che il tassista scarica le nostre enormi valigie.
Dalla mia bocca esce solo un "wow" mentre Madison è ancora immobile a fissare l'edificio. Devo strattonarla per un braccio per attirare la sua attenzione e portarla all'interno del dormitorio.
Appena varchiamo il portone d'entrata il custode del dormitorio ci chiede i nostri documenti e ci accompagna gentilmente alla nostra stanza.

"Oh mio dio, Abby!" esclama Madison. "Questa camera è tre volte più grande della mia a Savannah."
Rido per la sua faccia sempre più sorpresa.

La camera è veramente grande. Ci sono due letti da una piazza e mezzo, tra cui uno attaccato al muro opposto alla porta d'entrata con sopra una grande finestra, e l'altro è sul lato opposto, sullo stesso muro della porta. Le due scrivanie si trovano ai piedi dei letti mentre davanti c'è un enorme armadio e una porta che condurrà sicuramente al bagno.

"Io prendo il letto sotto la finestra!" esclamo vittoriosa mentre mi ci butto sopra.

"Tutto tuo. Odio avere rumori provenienti dalla strada così vicino. Soprattutto perché siamo al primo piano."
Rido di nuovo. Un attimo dopo mi soffermo a fissare il soffitto e la mia testa inizia a viaggiare.

Ho passato cinque anni d'inferno a Savannah e ora non posso essere più che felice di essere qui con la mia migliore amica. Lei sa tutto ciò che ho vissuto ed è anche per questo che ora è qui con me. Non mi ha lasciata sola perché sa che potrei crollare da un momento all'altro. Lei sa tutto da quando una sera mi ha ritrovata rannicchiata per terra in camera mia mentre tremavo e fissavo il vuoto. Piangevo a dirotto da non riuscire a respirare. Parlare con lei mi fece stare un po' meglio, sapendo di avere accanto qualcuno con cui sfogare il mio dolore e soprattutto di avere qualcuno che mi avrebbe aiutato ad uscire da quella maledetta situazione.
Ho sempre tenuto tutto dentro, non dicendo mai a nessuno quello che stavo vivendo. Ho tenuto dentro forse per paura, per vergogna o forse semplicemente perché dirlo ad alta voce avrebbe reso tutto più reale e mi avrebbe fatta stare solo peggio. Nemmeno mia madre ne è a conoscenza. Io e lei avevamo un bel rapporto prima che mio padre ci abbandonasse senza un perché. Eravamo una famiglia. Poi questa famiglia è andata sempre più a sgretolarsi ed ora io e mia madre ci
parliamo a malapena. Dopo l'abbandono di mio padre sia io che lei ci siamo chiuse in noi stesse. Lei metteva anima e corpo nel suo lavoro per non pensare, mentre io passavo i miei pomeriggi in camera rinchiusa nella confusione che si affollava nella mia testa. Perché ci ha abbandonato? Mia madre ha fatto qualcosa di sbagliato? Io ho fatto qualcosa di sbagliato? Ancora nessuna risposta.
Tutto questo andò peggiorando con l'arrivo di Jake, nuovo compagno di mia madre.

"Ora posso iniziare una nuova vita." dico, pensando ad alta voce.

"Vedrai che qui nessuno ti farà del male, Abby" mi rassicura Madison avvicinandosi a me. "Sono sicura che qui riuscirai a dimenticare."

"Dimenticare è impossibile. Le cicatrici che porto non si possono togliere. Spero solo di riuscire ad andare avanti e non avere più incubi."

"Ci sono io ad aiutarti. Ora forza, disfiamo le valige e poi facciamo un giro per New York!" urla la mia migliore amica buttandosi sopra di me.

Spazio autrice ⭐
Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia e spero che vi piaccia. Sono felice di poter condividere con voi la mia fantasia e vorrei che mi aiutaste. Ditemi ciò vi piace e ciò che non vi piace e cosa posso migliorare. 😘

Quello che nascondono i tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora