25. ESTRANEI

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Abby's pov

E proprio quando mi stavo lasciando andare, quando stavo buttando tutto alle mie spalle, il passato torna a bussarmi alla porta.

"J-Jake?" farfuglio. Resto paralizzata davanti alla sua figura mentre non sento più i battiti cardiaci.

"Ciao, Abby." dice con suo fare arrogante.
Non riesco a parlare, la voce si strozza in gola insieme a quel groppo che non vuole scendere.

"Abby, chi è?" chiede Ethan affiancandomi.

"Piacere, sono Jake. Il suo patrigno." allunga la mano verso di lui.

"Sono Ethan." risponde ricambiando la presa.
"Non sapevo avessi un patrigno." si rivolge a me.

"Ma come? Non ti ha mai parlato di me?" sogghigna Jake.

"Non si è ancora sposato con mia madre, quindi ancora non lo è." affermo fulminando con lo sguardo Jake.

"Comunque, cosa ci fai qui?" gli chiedo con tono freddo.

"Sono qui per lavoro. Sono appena atterrato e ho pensato di farti visita." risponde con un'alzata di spalle.

"A quest'ora?"

"Domani non sapevo se ti avrei trovata, così sono passato ora. Ho per caso interrotto qualcosa?" Il suo sguardo passa da me ad Ethan con fare accusatorio.

"Beh, in realtà..." inizia Ethan grattandosi la nuca. Gli do una gomitata sul fianco.

"No, niente. Ora vorrei andare a dormire, sono stanca. Grazie per la visita." e gli richiudo la porta in faccia. Lo sento ridere di gusto e i suoi passi allontanarsi. Respiro profondamente, cacciando l'aria che fino a quel momento avevo trattenuto.

"Perché l'hai cacciato?" chiede Ethan confuso.

"Non abbiamo un buon rapporto." la mia risposta è secca. Mi guarda per un po', poi si avvicina e mi tira verso di sé prendendomi dai fianchi. Lo allontano immediatamente spalancando gli occhi.

"Che succede?" chiede Ethan sempre più confuso.

"Niente." fingo un sorriso distogliendo gli occhi dai suoi.
"Ti spiace se torni a casa? Sono stanca e mi gira la testa... vorrei andare a dormire." Non saprei mentire se i suoi occhi entrano nei miei.

"C-certo." Mi lascia un veloce bacio sulle labbra e se ne va.

Scusami, Ethan. So che sei confuso e vuoi delle spiegazioni. Però non posso. Se ti dicessi tutto, ne usciresti con le mani sporche e io non voglio questo per te.

Rivedere Jake e soprattutto qui, a New York, ha riaccesso tutte le paure che con lui stavano sparendo. Non volevo allontanarlo, ma esse hanno preso il sopravvento.
Non posso credere che lui sia qui e che mi abbia trovato. Appena Ethan è uscito dalla stanza ho chiuso la porta a chiave e sono crollata in ginocchio a guardare il vuoto. Le mie gambe non reggevano più, avevano resistito fin troppo. Quando l'ho visto davanti la mia porta tutti i miei incubi, le immagini che cercavo di rimuovere nella mia testa sono apparse una ad una. Non so con quale coraggio non sia crollata lì, davanti a loro e dove abbia trovato la forza di reagire. Il cuore non batteva più, il respiro era cessato e la paura mi stava divorando.
Prendo il cellulare dalla tasca e chiamo Madison.

"Abby?" risponde.

"Lui è qui."

"Lui chi?"

"Jake." Secondi di silenzio seguono la chiamata fino a quando non mi avverte che è già sui suoi passi per tornare da me e riattacca la chiamata.

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