28. SONO QUI

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Abby's pov

“Ti amo, Abby.”

Due parole che si ripetono in loop nella mia testa da quando le ha pronunciate. Volevo correre via e risparmiare altra sofferenza, ma quelle parole mi hanno immobilizzata. Le mie gambe non sono più in grado di muoversi, i piedi hanno messo radici al suolo e il cuore continua a sussurrare di correre verso di lui, di abbracciarlo, di aggrapparmi con le unghie e con i denti e non lasciarlo più. Un solo dannato giorno è passato, ma sembrava molto di più. La paura che gli potesse succedere qualcosa a causa mia mi stava consumando. Le persone ti entrano dentro all'improvviso e non importa se sia passato un giorno o un anno da quando lo si è incontrati. Importa solo ciò che è riuscito a fare al tuo cuore perché tutto può succedere all'improvviso. E ora lui è qui e dice di amarmi. Lui mi ama. Nonostante tutto lui mi ama. Lui al mio cuore ne ha combinate tante.

La pioggia continua a cadere e noi siamo ancora lì sotto, Ethan dietro di me che aspetta che dica o faccia qualcosa. Non riesco a spiegare il miscuglio di emozioni che provo, solo che mi fanno battere il cuore troppo veloce e accelerare il respiro.
Ciò che dice il mio cuore è in contrasto con ciò che dice il cervello. C'è una lotta continua dentro di me senza mai ricavarne un vincitore.

Mi giro lentamente verso di lui, fino a che non siamo uno di fronte all'altro. I nostri occhi entrano in collisione, mi perdo in lui, nel mare dei suoi occhi, un oceano infinito capace di tenermi a galla. Si avvicina a me, ad ogni passo la distanza diminuisce e i nostri occhi non smettono mai di guardarsi. Quando ormai a separarci sono pochi centimetri, le sue braccia mi circondano e mi spingono contro il suo petto. La mia guancia aderisce perfettamente al suo petto, come se avesse preso forma lì. Il suo cuore palpita veloce insieme al mio e mi stringe forte a sé per non lasciarmi scappare. Perché ormai l'ha capito che sono brava a scappare, a fuggire dalle situazioni che non sono pronta ad affrontare, ma non ha capito che non ne ho più le forze, che ora sono tra le sue braccia e niente può portarmi via di lì. Allaccio le braccia intorno alla sua vita e stringo tra i pugni la sua felpa dietro la schiena, nel frattempo che infinite lacrime solcano sul mio volto.

Non lasciarmi andare. Rimaniamo così per altro tempo ancora, fino a quando tutto non sarà finito e io sarò libera di amarti come tu stai amando me.

"Forza, andiamo al pronto soccorso.'' dice poco dopo. Mi prende in braccio, come i principi fanno con le principesse, e inizia a camminare. Mi appoggio a lui con le braccia che circondano il suo collo e la testa poggiata sulla sua spalla. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle sue braccia e dal suo profumo ormai impresso nella mente. Mi abbandono a lui ormai priva di energie, dove l'unico ad averle ancora è il cuore che va sempre più veloce. Lascio che sia lui a prendersi cura di me, perché io da sola non ci riesco.

~

"Ehi, siamo arrivati." sento sussurrarmi alle orecchie. Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo seduta dentro un taxi.

"Ti sei addormentata nel tragitto, ora pensiamo a medicare la mano e poi ti riporto al dormitorio." mi spiega Ethan notando la confusione sul suo volto. Annuisco e scendiamo dal taxi dirigendoci verso le porte scorrevoli del pronto soccorso.

Quando l'infermiera toglie i pezzettini di vetro dalla mia inizio davvero a sentire dolore. Chiudo gli occhi e stringo i denti per sopportare.

"Ecco fatto!" esclama l'infermiera. "Ora devi solo medicare la ferita e cambiare la benda ogni due giorni."

"Grazie mille." le sorrido timidamente ed esco dalla stanza. Ethan mi sta aspettando proprio davanti alla porta poggiato al muro di fronte. Guarda in basso e appena nota i miei piedi davanti ai suoi alza la testa e mi sorride. Si riporta una ciocca di capelli indietro che gli era scivolata davanti agli occhi.

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