27. DISTRUTTA

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Abby's pov

Non ho avuto il coraggio di andare a scuola, di incontrarlo e vedere il suo odio verso di me.

Forse la parola odio è troppo grande, quando si odia una persona si arriva al punto di farle del male. Ethan non mi ha fatto del male, sono stata io farglielo. Odio me stessa per questo, per averlo ferito, per averlo lasciato andare, per non avergli permesso di conoscermi completamente. Odio me stessa per non aver reagito, per non essere abbastanza forte, per la mia incapacità di affrontare le situazioni. Odio me stessa perché mi sono fatta male da sola. Ma ora non provo più nemmeno odio. Non provo niente, nessuna emozione, come se qualcosa dentro di me si fosse bloccato nel momento in cui gli occhi di Ethan mi hanno guardato con rabbia e delusione ed è uscito dalla mia camera.

Guardo il mio riflesso nello specchio. Vedo degli occhi gonfi e arrossati a causa di tutte le lacrime versate la notte dove i segni sono ancora sulle guance e le labbra ferite per averle strette fra i denti.

Sono esattamente ciò che vedo, una ragazza distrutta che non è stata capace di difendersi. Una ragazza che ha sempre subito standosene in silenzio.

Un pugno violento va contro lo specchio che si ricopre di crepe senza rompersi. Il sangue inizia a gocciolare dalla mia mano fino al lavandino. Non sento le piccole schegge che mi entrano nella pelle, non sento dolore, non sento niente.

In quel momento il telefono inizia a suonare. Apro l'acqua fredda e ci infilo la mano sotto, mentre con l'altra caccio dalla tasca il telefono. Lo stringo forte non appena leggo il nome.

"Hai fatto ciò che ti ho detto?" dice la voce all'altro capo del telefono.

"Si, ora cosa vuoi?"

"Ancora non l'hai capito? È te che voglio." afferma Jake.

"Come puoi volere una persona che ti disprezza, che ti odia, che desidera la tua morte." non è una domanda, solo un'affermazione disgustata.

"Oh no, tu non mi odi. Devi solo imparare a conoscermi."

"Cosa ti ho fatto per ricevere tutto questo?" la mia voce inizia a tremare.

"Non mi ami, questo mi hai fatto! Hai sempre rifiutato i miei sentimenti e non potevo, non posso sopportarlo! Tu devi essere mia!" sputa.

"Se davvero mi ami, non mi avresti mai toccato contro la mia volontà."

"Ora basta! Preparati, fra poco passo a prenderti." e riattacca senza aggiungere altro. Chiudo gli occhi e cerco di tornare a respirare. Impossibile. Lancio in telefono contro lo specchio e le crepe aumentano.

Tolgo la mano da sotto il getto dell'acqua, prendo e un asciugamano e la circondo. Esco dalla camera senza prendere né giacca e né borsa. L'aria fredda si scontra contro il mio volto e la sento arrivare come lame, ma non fa male. Sono scalza e non sento nemmeno il freddo e il manto ruvido della strada. Il cielo grigio pieno di nuvole rispecchia il mio umore. Un cielo cupo, triste che sta per scoppiare in una tempesta.

Cammino, cammino veloce senza una meta. Voglio solo allontanarmi da questo posto che pensavo potesse essere un nuovo inizio.

Senza accorgermene sono nel luogo che mi ha fatto conoscere Ethan. Le mie gambe camminavano da sole dirigendosi dove il cuore voleva andare. Il fiume è mosso, anch'esso grigio a fare compagnia a me e al cielo. Mi siedo a terra con la schiena poggiata alla ringhiera e le ginocchia al petto, che stringo sempre più vicino con le braccia. La testa è troppo pesante, la lascio cadere su di esse e rimango lì, in quella posizione per non so quanto tempo. Qualcosa inizia a picchiettare su di me, prima piano piano poi con più frequenza. Alzo la testa e guardo la pioggia che cade. Non mi importa se ora mi inzuppo, so che non laverà mai le cicatrici, ma in parte ci spero.

Così come i vestiti non possono rimanere asciutti sotto la pioggia, i ricordi non si possono cancellare.

Ethan's pov

Sono ore che corro per quasi tutta New York. Madison mi ha chiamato in lacrime dicendo qualcosa che non capivo, ma mi è bastato sentire solo Abby, sangue e scappata a farmi scattare.

"Dannazione!" urlo mettendomi le mani tra i capelli. Fanculo alla pioggia, ai piedi distrutti, al respiro che mi sta abbandonando. Devo trovarla.

Abby, dove sei? Sto morendo al pensiero che possa esserti successo qualcosa.

Ricomincio a correre e vado nell'ultimo posto dove penso di trovarla. Invece è proprio lì, rannicchiata su se stessa che guarda il cielo. Faccio un sospiro di sollievo e nello stesso tempo sento lo stomaco contorcersi.

"Abby." pronuncio piano il suo nome. Si gira lentamente verso di me puntando i suoi occhi nei miei. Un groppo si blocca in gola quando vedo che i suoi sono vuoti e spenti.

"Mi hai trovata." sussurra.

"Non avrei mai smesso di cercati." Mi vado a sedere vicino a lei.

"Non dovevi. Io sto bene." dice guardando fisso davanti a sé.

"Non stai bene. Cosa hai fatto alla mano?"

"Ho sbattuto."

"Fammi vedere." Le prendo la mano, piano piano tolgo l'asciugamano macchiato di rosso e spalanco gli occhi a ciò che vedo. È piena di ferite, sangue e piccole schegge di vetro infilate. Ritrae subito la mano e la riavvolge nell'asciugamano.

"Non mi fa male." dice con un timbro di voce duro.

"Perché lo hai fatto?" chiedo, ma non ricevo risposta. Prendo un lungo respiro.

"Dimmelo, dimmi per una volta cosa succede. Ho bisogno di sapere, di conoscere ogni parte di te. Vederti così mi distrugge e non poter far niente mi uccide." supplico.

Voglio toglierti dalla testa ogni paura, ogni incertezza e farti sentire speciale. Voglio vedere il tuo dolce sorriso ogni giorno, ora, minuto che passo con te, e anche quando non ci sarò voglio sapere che tu sorridi.

Si alza di scatto.
"Te l'ho già detto ieri, Ethan. Non posso."

"Perché non puoi? Forse non ti fidi di me?" Mi alzo anche io.

"Non è per questo."

"Non sono così importante per te? Non riesci a parlarmi per questo?" Si gira di scatto.

"Perché voglio proteggerti!" urla.
"E se saprai tutto o mi starai vicina non potrò farlo." Perdo un battito. Delle lacrime iniziano a rigarle il volto mescolandosi con la pioggia.

"Proteggermi da cosa?"

"Non chiedermelo, per favore." supplica con voce rotta. Mi avvicino a lei e le accarezzo una guancia.

"Voglio aiutarti, piccola. Permettimelo." sussurro. Scuote la testa e fa qualche passo indietro.

"Se davvero vuoi aiutarmi, allora stammi lontano." Mi da le spalle e inizia a correre.

"Questa volta sono io a non potere." le urlo dietro.
"Io ti amo!" Si ferma di colpo e rimane immobile.

"Non so come sia stato possibile Abby, ma la mia mente e il mio cuore hanno inciso sopra solo il tuo nome. I tuoi occhi mi hanno catturato e non riesco ad uscire. Anzi non voglio, perché sto bene lì. È la trappola più bella in cui io sia mai caduto."

Mi hai cambiato. Hai svelato la persona che sono veramente, la parte migliore di me. Nemmeno nei miei sogni avrei mai immaginato di trovare un amore così. La tua immagine ha annebbiato la mia anima.

"Ti amo, Abby." Finalmente lo dico. Per la prima volta lo ammetto ad alta voce, proprio a lei, alla ragazza che mi fa battere forte il cuore, che ha sciolto il ghiaccio che lo circondava. Alla ragazza che mi ha dato tanto in poco tempo, che ha riacceso una parte di me ormai spenta, l'amore.

Nota autrice ⭐
Jake vuole Abby a tutti i costi. Cosa farà lei per smascherarlo?

Ethan si è dichiarato. Abby ricambierà?

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