EPILOGO. PER SEMPRE

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Ethan's pov
                                           5 anni dopo...

La Chiesa è accogliente e non molto grande, abbastanza da far entrare tutti gli invitati. Sono sull'altare nel mio abito grigio ad aspettare che la mia futura moglie faccia ingresso. Ho chiesto ad Abby di sposarmi quasi un anno fa, durante la cerimonia della sua laurea davanti a tutti e tra mille lacrime ha accettato. Le cose sono andate così bene in questi anni che non ho saputo aspettare, ho voluto rinnovare quelle promesse scambiate cinque anni fa, o meglio, realizzare il desiderio espresso cinque anni fa, quello di stare insieme per la vita e questa volta è ufficiale e davanti agli occhi di tutti. Nick è al mio fianco, nel suo smoking blu notte a farmi da testimone e a cercare di calmare i miei nervi. Missione impossibile visto che li sento tirare sempre di più da farmi male. 

"E se non verrà più? Se avesse cambiato idea?" sbuffo dando sfogo alle mie paure. 

"Sta' tranquillo, amico. È ovvio che verrà." cerca di tranquillizzarmi, ma dire ad una persona di stare calma quando non lo è affatto non aiuta. 

"È Abby, le piace farsi attendere." ridacchia Madison avvicinandosi a noi con il suo pancione.
"Ti ama davvero tanto per non venire." È al sesto mese di gravidanza e nonostante delle piccole complicazioni avute Sarah, la sua bambina, sta bene e lei è qui a far da testimone alla sua migliore amica. Diciamo che la bambina è stata inaspettata, ma non hanno mai avuto paura di affrontare la situazione. L'hanno presa così com'è, la notizia non li ha sconvolti, li ha solo uniti di più e ha fatto crescere ancora di più il loro amore. Ora formeranno una famiglia e hanno detto che aspetteranno che la loro bambina sia abbastanza grande per completare il tutto con un matrimonio.

"Poi Mad è già qui, vuol dire che la sposa sta arrivando." aggiunge Nick. 

"Si, hai ragione." 

L'intera Chiesa è addobbata da fiori bianchi e color pesca. Sull'altare ci sono enormi bouquet di rose dello stesso colore, così come al portone d'entrata e a percorrere la navata un lungo tappeto rosso contornato da petali bianchi. Non sono un tipo da grandi cose, ma Abby, romantica com'è, ci teneva così tanto a rendere questo giorno perfetto che ho accontentato ogni sua richiesta, anche la più piccola. Perfino Madison indossa in vestito color pesca, comodo e adatto al suo stato. Metto le mani tremolanti in tasca per nascondere la tensione e rivolgo lo sguardo davanti a me, verso tutti gli invitati che bisbigliano. Da un lato ci sono i miei genitori, mia madre già con un fazzoletto in mano ad asciugarsi le lacrime e mio padre che cerca di non farla piangere. Dall'altro c'è la madre di Abby che continua a girarsi costantemente verso la porta che, come me, non vede l'ora di vedere la figlia entrare. 
L'attesa mi sta uccidendo, il respiro sembra essersi bloccato in gola, ansioso di dire quel sì e di sentire quel sì. Ansioso di vedere la mia futura moglie nel suo abito bianco avanzare verso di me e promettermi ancora una volta amore eterno.
Madison da uno sguardo al suo telefono per poi rivolgermi un grande sorriso con gli occhi nocciola che brillano. Deglutisco quando Nick poggia una mano sulla mia spalla e mi sussurra: "È qui fuori." 

I piedi si inchiodano al suolo e gli occhi davanti a me quando parte la marcia nuziale. Pochi secondi dopo Abby fa il suo ingresso aggrappata al padre. Riprendo a respirare, forse troppo veloce insieme al mio cuore che credo stia per uscire dal petto. I nostri occhi entrano in collisione, i suoi già colmi di lacrime, i miei incantati da lei. Il suo abito in tulle non è molto ampio, il giusto per muoversi liberamente. Lo scollo a cuore e il corpetto ricamato in pizzo la rendono una vera e propria principessa. Il velo lungo fa da strascico al vestito. 
Sono rimasto imbambolato da lei che non mi rendo conto che è già di fronte a me.

"Prenditi cura di lei." dice suo padre. 

"Lo farò." affermo sicuro. 

Accarezza la guancia di sua figlia mentre una lacrima solca il suo volto e raggiunge sua moglie.
Prendo la mano di Abby e l'aiuto a salire quei due gradini che ci separano.

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