6. SORRISI INVOLONTARI

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Abby's pov

Rimaniamo così, occhi dentro occhi. Lui legge i miei e io i suoi. La sua mano continua ad accarezzare la mia guancia. È un tocco dolce e delicato, ciò di cui ho sempre avuto bisogno. Per questo mi sono lasciata andare. Mi sono immersa così tanto nel suo mare azzurro che non mi sono accorta che senza volerlo gli sto mostrando la mia anima nera. Credo che si possa dire tanto, senza dire una parola. Un semplice sguardo vale più di mille parole. Ma io non voglio che si tuffi nel mio di mare. Potrebbe affogare e io non voglio. Mi stacco subito dal suo tocco e ritorno a guardare il fiume scorrere.

Sguardo freddo, mi raccomando.

Me lo ripeto ogni volta per non mostrare le mie debolezze. Ma in questo momento mi è impossibile. Lui mi ha portata qui, nel suo posto dove non ha mai portato nessuno, per farmi stare meglio. Così facendo ha aggiunto ancora più dubbi nella mia testa. Perché ha deciso di portare proprio me? E la cosa più fastidiosa, che non riesco a controllare è che dentro di me si sta scatenando qualcosa a me sconosciuto. Non riesco a capire cosa. Sarà lui a provocarmi questo effetto? Ma nemmeno lo conosco.. ma il suo sguardo.. Non lo so! Non lo so! Non lo so!

"Posso chiederti una cosa?" mi domanda di punto in bianco.

"Dimmi."

"Ieri sera non eri solo spaventata per quel maniaco. C'era dell'altro e io l'ho visto nei tuoi occhi che eri terrorizzata. Anche quando ti ho sfiorata la prima volta lo eri. Cosa ti è successo?"

Rimango pietrificata dalla sua domanda. Come ha potuto capire tutto questo in un giorno che ci conosciamo? Come ha saputo leggermi dentro? Non vedendo nessuna risposta da parte mia continua.

"Sai, ieri sera non ho fatto altro che pensarci e non sono riuscito ad arrivare ad una conclusione. Non ho mai visto nessuno in quello stato e mi sono davvero preoccupato."

Sento il mio cuore accelerare il battito. L'ho fatto preoccupare. Si preoccupa per me. Se mento non mi crederebbe mai. Ho reso troppo visibile la mia paura.
Rispondo rimanendo sul vago.

"Ho passato un periodo della mia vita non bello che mi ha portata ad avere paura." Vedo che si gira di scatto verso di me.

"Di cosa?"

"Che qualcuno mi potesse fare del male." rimango a guardare il fiume.

"Qualcuno ti ha fatto del male?" La sua voce è dura e noto che sta stringendo i pugni.

Trattengo il fiato e non rispondo. Ho già detto tanto e non posso fidarmi così facilmente di una persona. Mi sono lasciata andare già abbastanza. Non rimanevo sola con un ragazzo da tempo. 

"Forse ho chiesto troppo, mi dispiace." Si passa una mano tra i capelli abbattuto.

"No, non preoccuparti." Gli sorrido e vado a sedermi sulla panchina dietro di noi. Mi segue e mi chiede: "Se vuoi ti posso riportare al dormitorio."

"Per ora sto bene qui." Lo vedo sorridere, finalmente, e si siede vicino a me.

"Posso farti una domanda io, ora?" chiedo.

"Certo."

"Perché mi hai portata qui?" mi volto a guardarlo. Lui invece continua a tenere lo sguardo davanti a se mentre risponde.

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