26. PROTEGGERTI

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Abby's pov

Sono riuscita a chiamare mia madre domenica mattina. Mi aveva risposto al telefono in lacrime, e appena le ho chiesto cos'è che non andava mi ha raccontato che Jake se n'era andato di casa, come fece mio padre. Questo fece aumentare le mie domande. Perché Jake è venuto qui? Cosa vorrà da me?
A proposito, nessuna ombra di lui. Dopo quella conversazione, io ed Ethan siamo andati a pranzo. Il clima tra di noi era freddo e distaccato. Io cercavo di non parlare di me e di rivolgere la conversazione alle cose più stupide. Ethan, invece, dava risposte brevi. Ho imparato a conoscerlo, è dispiaciuto dal fatto che non gli avessi raccontato la verità. Sa che c'è dell'altro, ma non insiste.
Avergli dovuto mentire mi ha spezzato il cuore, dentro di me sento il solo rumore di tanti piccoli pezzi che sbattono tra di loro senza riuscire a ricomporsi. Quella notte non sono riuscita a dormire, i suoi occhi tristi che chiedevano permesso di entrare nei miei senza riuscirci apparivano appena chiudevo i miei. Un grande masso si è depositato sul mio stomaco provocandomi un peso di cui non mi libererò molto facilmente. Questo non bastava, i miei incubi erano aumentati. Notti in bianco tra le lacrime ed un silenzio che mi divora sempre più.
I tre giorni successivi furono molto diversi. Continuavamo a vederci ad ogni cambio dell'ora, i pomeriggi in biblioteca, o a passeggiare. O meglio, io rimanevo sempre in disparte a pensare a cosa sarebbe successo e lui a riportarmi nel mondo dei vivi.

So che lo fai per me, perché vuoi farmi stare bene. E sei proprio tu a farmi stare bene. Basta un tuo sorriso per rendere tutto più bello.

Arriva un messaggio di Jake.
"Ti aspetto al dormitorio."

Dei piccoli brividi ricoprirono la mia pelle. Con la scusa di non sentirmi bene, lascio la mensa e torno nel dormitorio. Sussulto appena entro in stanza e lo trovo già li, in piedi di spalle alla porta che lasciai aperta. Si gira verso di me appena apro bocca.

"Cosa vuoi Jake?" mi rivolge un sorriso malizioso.

"Che domande." Cammina lentamente verso di me, mentre io indietreggio sempre di più.

"Non ti avvicinare o mi metterò ad urlare." La sicurezza che avevo svanisce appena raggiungo il muro. Jake chiude la porta e mi raggiunge. Il mio respiro aumentata e il corpo inizia a tremare come una foglia in pieno vento. Posa le sue mani ai lati della mia testa e sussurra:

"Tu sei solo mia."

L'alito che puzza di alcol mi arriva dritto sulla faccia che quasi vomito.

"Io non sono di nessuno." affermo.

"Ah no? E quel ragazzo, Ethan, lo pensa allo stesso modo? Vi ho osservato in questi giorni e devo dire che è un peccato separarvi." dice fingendosi dispiaciuto.

"Cosa vuoi dire?" chiedo sbarrando gli occhi. So già quale sarà la sua risposta. Gli occhi iniziano a bruciare e cerco di trattenere le lacrime che iniziano ad uscire quando Jake dice l'ultima cosa che avrei mai voluto sentire.

"Allontanalo da te."

Lo spingo lontano da me e porto le mani alle orecchie tappandole.

"No, no, no, no. Non puoi chiedermi questo." chiudo talmente forte gli occhi quasi da farmi male.

"Si che posso. Oppure ne pagherà le conseguenze!" urla.

Tolgo le mani dalle orecchie.
"Perché? Perché mi stai chiedendo questo?" chiedo con voce rotta.

"Perché ora che tua madre non è più un problema, posso dedicarmi solo a te. Sai che non ho mai amato lei, solo te."

"Tu sei pazzo!"

"Fallo! E sta attenta a tenere la bocca chiusa." urla di nuovo ed esce dalla stanza. Crollo in ginocchio e do sfogo a tutto ciò che sento dentro.

Devo proteggerti. Se ti accadesse qualcosa non me lo perdonerei mai.

Quello che nascondono i tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora