9. LA DURA VERITÀ

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Abby's pov

Ci stacchiamo dall'abbraccio quando sentiamo tossire dietro le nostre spalle. Madison è rientrata in camera e ci guarda con un grande sorriso sulle labbra.

"Ehm... si, io ora torno a c-casa. Ci vediamo d-domani." farfuglia Ethan.

"A domani." rispondo mentre abbasso lo sguardo sentendo le mie guance prendere fuoco.
S

aluta Madison e se ne va.

Appena Ethan chiude la porta, Mad viene verso di me con ancora quel sorriso da ebete sulle labbra e mi fa sedere vicino a lei sul mio letto.

"Devi forse raccontarmi qualcosa?"

Non riesco a non ridere per la sua espressione. "Assolutamente niente."

"Mmmh... gli corri dietro, vi trovo abbracciati e non devi raccontarmi niente..." storce la bocca. "Sai che non puoi mentirmi. Ti conosco come le mie tasche."

Sospiro frustrata. "Ti fai solo film mentali." rido.

"Si, certo." inarca un sopracciglio. Diventa seria un attimo dopo.

"Lui è l'unica persona di cui non hai paura. Ti lasci sfiorare, come se sapessi già che non ti farebbe del male." Ha ragione, mi conosce bene.

''Non so, con lui non ho quella sensazione che sento da tempo ormai. Il contrario. Mi sento protetta e al sicuro. Ma questo non vuol dire che mi piace. È solo un amico.''

"Lo vedremo con il tempo." fa un sorriso furbo per poi andare verso il bagno.

Mi stendo sul letto, e quando chiudo gli occhi, per qualche secondo lo vedo e le mie labbra si stendono in un sorriso. Cosa mi sta succedendo?

~

Il giorno seguente tra me ed Ethan c'era dello strano imbarazzo. A mensa non abbiamo fatto altro che guardarci per poi riabbassare lo sguardo e tutto questo sotto i sorrisi furbi dei nostri amici. Appena siamo rimasti da soli, siamo riusciti a rivolgerci la parola. Anche se so che Madison l'ha fatto di proposito ad andare via portandosi dietro Nick.

"Abby." pronuncia il mio nome in un sussurro.

"Dimmi."

"Ho riflettuto molto ieri dopo le tue parole e ho deciso di andare domani a trovare mio padre. Non voglio perdonarlo, voglio solo sapere cos'ha da dirmi." Sembra voglia convincere più se stesso che me.

"Verrai?" domanda voltandosi verso di me con la speranza che gli dica di si. Ed è quello che faccio.

"Certo, te l'ho promesso." Mi guarda con dolcezza. Subito dopo i suoi occhi prendono un azzurro ghiaccio, freddo. Io cerco di trasmettergli tutta la sicurezza del mondo perchè non lo lascerò da solo. So quanto sia difficile per lui fare questo passo. Non me lo ha detto, ma l'ho capito. Lui non parla, ma sono i suoi occhi a farlo. Dice di odiare suo padre, ma so che domani non andrà solo ad avere risposte.

Ethan's pov 

Sono sotto il dormitorio mentre aspetto Abby scendere. Sembra incredibile che per la prima volta mi ritrovo a parlare faccia a faccia con mio padre ed è tutto grazie a lei. Mi ha trasmesso così tanta sicurezza l'altro giorno che la notte non sono riuscito a chiudere occhio. Ed è proprio nel momento in cui ho chiuso gli occhi e ho vissuto di nuovo quell'abbraccio, che ho avuto il coraggio di guardare mio padre negli occhi e conoscere le risposte che non ho mai avuto.

Sussulto quando sento lo sportello chiudersi. Mi giro di scatto ed è Abby seduta al mio fianco insieme alla sua bellezza. La coda alta le mette in mostra il suo viso angelico.

"Pronto?" chiede. I suoi occhi non smettono mai di tranquillizzarmi.

"Pronto." rispondo e partiamo.
Alzo il volume della radio per non dare spazio ai miei pensieri di affollare la mente. Abby si tortura le mani e guarda fuori dal finestrino. Nessuno ha il coraggio di parlare.

Appena arriviamo, scendiamo dalla macchina e ci fermiamo davanti l'entrata di un edificio vecchio, grigio e malandato.

"Ti aspetto qui." sussurra Abby.

Io non riesco ancora a parlare. Si è formato un groppo in gola che non riesco a mandare giù. Incrocio la mia mano alla sua tenendo lo sguardo dritto a fissare quell'edificio. La stringo non troppo forte, ma il giusto per farle capire che in realtà ho paura. Non paura di mio padre, ma paura di conoscere. La sua mano ricambia e solo a quel punto trovo il coraggio di entrare.

Quanta forza riesci a darmi.

~

Mi guardo intorno a questa stanza dalle pareti grigie e rovinate mentre attendo che la guardia porti qui mio padre. Il mio petto si alza e si abbassa troppo velocemente, le unghie mi entrano nella pelle mentre stringo i pugni e la rabbia mi sta logorando dentro. Sento un rumore di chiavi e poco dopo mio padre fa ingresso nella stanza con la sua tuta arancione. I suoi capelli brizzolati non sono in ordine, il volto stanco con qualche livido e i polsi imprigionati dalle manette.

"Vedo che ti trattano bene qui." Il mio tono è freddo e distaccato. Ride amaramente e si siede di fronte a me.

"Cosa ci fai qui? Sei l'ultima persona che mi sarei aspettato di vedere."

"Voglio solo sapere come ci sei finito in questo schifo." Ride di nuovo e non fa altro che far aumentare la mia rabbia.

"Per qualche secondo ho pensato che ti mancassi e che fossi venuto a vedere come stavo." Questa volta sono io a ridere.

"Non farti illusioni. Non succederà mai." ci inceneriamo con lo sguardo. I suoi occhi sono azzurri come i miei, un azzurro ghiaccio che farebbe sentir freddo anche i muri. "Allora?"

"Tu non lo vuoi sapere."

"Smettila con queste stronzate e dimmi che cazzo ci fai qui." Alzo la voce e sbatto i pugni sul tavolo che ci separa.

"Se ci tieni veramente a saperlo te lo dirò. Ho ucciso una persona e non mi vergogno ad ammetterlo, meritava quella fine."

I miei occhi si spalancano e il cuore cessa di battere. Mio padre è un assassino.

No, non è vero. Non può essere vero.

Spazio autrice ⭐

Buon Natale 🎅❤

Abby è sempre più vicina ad Ethan. Lui trova il coraggio da Abby.
Riuscirà Abby ad aiutarlo ad affrontare le sue paure?

Qualcosa sconvolge Ethan. Saprà affrontare la situazione senza farsi prendere troppo dalla rabbia?

Votate e commentate 😘

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