5. UN POSTO SPECIALE

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Ethan's pov

Dopo che Abby e Madison se ne sono andate dalla festa, io e Nick siamo rimasti seduti sul divano per qualche minuto cercando di capire bene la situazione. Anche lui ha notato che Abby era più spaventata del dovuto e anche la reazione di Madison ci ha lasciato pensare. Più che spaventata Abby era terrorizzata. Tremava dalla testa e ai piedi e se non ci fossi stato io a sorreggerla sarebbe crollata dopo pochi passi.

La voglia di stare in quella festa mi era passata. La ragazza con cui volevo stare non c'era più e mi era anche passata la voglia di divertimi. E non sarebbe stato difficile visto che la casa era piena di ragazze pronte a fare del sesso con me. Ma nella testa avevo solo Abby, il suo terrore e i suoi occhi pieni di dolore. Così mi rinchiudo nella stanza del mio amico da poterlo aiutare a mettere a posto una volta finita la festa.

Appena svegli abbiamo deciso di chiamare Madison per sapere come stava Abby e il mio amico ha avuto la grande idea di invitarle a fare colazione. Purtroppo se fa una cosa buona, subito dopo ne combina una sbagliata. Con lui c'era sua cugina Jessica.
Fin da piccoli io, Nick e Jessica giocavamo spesso insieme. Gli zii di Nick erano spesso a casa sua e con loro ovviamente anche Jessica. Anche io passavo molto tempo da Nick: a casa mia la situazione non era mai semplice e io preferivo stare a casa di Nick per non sentire continue urla dei miei genitori. Crescendo le cose sono cambiate. Ora io e Jessica passiamo del tempo insieme solo per soddisfare i nostri bisogni. Appena ne ho voglia, la chiamo e lei corre subito. Lei sa quali sono le mie intenzioni e non ho bisogno di spiegarle niente. Con le altre ragazze invece devo sempre sbrigarmi a rivestire e a scappare mentre loro ancora dormono.

Ora siamo da Starbucks e nessuno parla. "A quale università vi siete iscritte?" rompo il ghiaccio.

"Nella New York University. Io e Abby frequentiamo i corsi di psicologia."

"Davvero? Anche noi andiamo lì. Siamo al secondo anno di medicina." interviene Nick.

"Che coincidenza." Abby sembra scocciata.

"Già, a quanto pare è destino stare negli stessi posti." sorrido. Abby alza gli occhi al cielo, ma è evidente che trattiene una risata. Il cameriere ci porta le nostre ordinazioni e la colazione continua tranquillamente mentre mangiamo e parliamo dell'università.

"Bene ragazzi, offro io." Nick si alza da tavolo.
"Vado a pagare e torno subito."

"Vengo con te." dice Madison e lo raggiunge.

Abby sembra pensierosa.
"A cosa pensi?" le chiedo.

"A niente." risponde continuando a guardare dritto a sè.

"Mmh, a me non sembra. Se vuoi sono un bravo ascoltatore e consigliere." le sorrido. Lei mi guarda divertita e sorride a sua volta.
È la prima volta che la vedo sorridere ed è bellissima. Rimango spiazzato davanti a quel sorriso che mostra i suoi denti bianchi perfetti e due fossette così dolci ai lati delle labbra.

"Quando ne avrò bisogno realmente saprò a chi chiedere." ride e riporta lo sguardo davanti a se.

Io continuo a guardarla. Più la guardo e più capisco che lei è diversa dalle altre. Lei è speciale. Si, speciale. È questo quello che mi suggerisce il cuore. E non so cosa mi stia succedendo, ma sento il bisogno di conoscerla a fondo e capire realmente chi è e cosa le è successo.

Nick e Madison tornano.
"Che ne dite di una passeggiata? Così possiamo mostrarvi la città." propone Nick

"Io preferisco tornare nel dormitorio. Sono stanca e questa notte non ho dormito molto." dice Abby con sguardo triste e rivolto verso il basso.

"Dai, Abby.. non voglio che tu torni da sola. Poi è una bella giornata." insiste Madison.

"L'accompagno io. Ho la macchina parcheggiata qui di fronte, sempre se per te va bene." propongo ad Abby.

"Va bene, grazie." e mostra un debole sorriso ma che le illumina il volto.

Salutiamo i nostri amici e ci dirigiamo verso la mia macchina. Oggi è domenica, quindi è molto difficile muoversi in macchina. Ci metteremo un bel po' di tempo ad arrivare al dormitorio. Devo dire che non mi dispiace affatto.

Da quando siamo in macchina nessuno dei due ha detto una parola. Lei continua a guardare fuori dal finestrino, io a guardare la strada. Vorrei farle tante di quelle domande che mi sono posto la sera scorsa, ma la voce non esce. È come se avessi paura di conoscere le risposte.

"Mi dispiace per ieri sera." dice ad un tratto. È agitata, lo vedo da come tortura la manica del suo cardigan. 

"Per cosa?" chiedo confuso. Se è per ciò che è successo non ha niente di cui dispiacersi.

"Per quello che hai visto. Non volevo reagire così, ma.." il fiato le si spezza in gola. Mi volto per qualche secondo verso di lei. Il suo sguardo è di nuovo triste e perso. Stringo forte il volante. Qualcosa non va e devo assolutamente fare qualcosa. Vederla così non mi fa stare bene.

"Posso portarti prima in un posto?" propongo voltandomi di nuovo verso di lei e lei fa lo stesso ma con sguardo interrogativo.

"Dove?" Le sorrido.

"È una sorpresa." e riporto lo sguardo verso la strada.
Sento ancora i suoi occhi puntati su di me e con la coda dell'occhio riesco anche a vedere lo stesso sorriso sincero di prima e di conseguenza il mio sorriso si allarga ancora di più. Dopo una mezz'ora ci troviamo appoggiati ad una ringhiera che si affaccia al fiume Hudson.

"È così bello qui." Abby chiude gli occhi e lascia che la leggera brezza si scontri con il suo viso angelico facendo danzare i suoi capelli biondi. Resto a guardare la sua bellezza, il suo essere così innocente.

"Vengo spesso qui. Quando qualcosa non va o voglio far chiarezza vengo qui. Questo posto mi aiuta." confesso. Non ho mai portato nessuno qui. Nemmeno il mio migliore amico. Ma con lei è diverso. Tutto sembra essere diverso, persino io. L'ho vista chiudersi in un mondo tutto suo e qualcosa mi si è stretto dentro lo stomaco. Dovevo aiutarla.

"Non ci ho portato mai nessuno qui. Sei l'unica."

Si gira verso di me riaprendo gli occhi. I suoi verdi puntano i miei azzurri e mi perdo.

"Grazie" sussurra.

La mia mano si muove da sola. Incornicio la sua guancia con la mano, mentre con il pollice l'accarezzo. In un primo momento la sento irrigidirsi e combattere contro se stessa per non allontanarsi. Dopo qualche secondo, però, si lascia andare. E rimaniamo così.

Spazio autrice ⭐
Ethan vuole aiutare Abby. Il suo sguardo triste gli avrà suggerito qualcosa?

Ora Abby è l'unica a sapere dove Ethan si nasconde quando vuole stare solo. Perché l'ha portata lì?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo 😋

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