42. IL NOSTRO PRIMO NATALE

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Ethan's pov

Il viaggio è stato lungo e faticoso. Viaggiare da soli non è stata proprio una bella idea, ma per la mia Abby questo e altro. Oggi è Natale, un giorno speciale per lei. Finalmente lo passa con la sua famiglia, sua madre, suo padre e i suoi nonni. Il Natale che ha sempre desiderato è divenuto realtà, e io non posso essere più felice che passare questo giorno con lei e vederla sprizzare di gioia, come d'altronde ha fatto in questi giorni.
La Vigilia l'ho passato con mia madre, non volevo lasciarla sola soprattutto perché mio padre non c'è. Non lo da a vedere ma ci sta male nel vedere la famiglia separata per colpa di colui che consideravo mio padre, soprattutto in questo giorno che abbiamo sempre passato insieme. Io non sono d'accordo con lei, preferisco passarlo da solo che avere davanti una faccia falsa. Mi fa solo rabbia ripensare a lui, seduto a tavola con noi senza mostrare mai un sorriso, senza mostrare gratitudine a mia madre per ciò che cucinava o un complimento per la sua eleganza che mostrava soprattutto il giorno di Natale. Soprattutto mi fa rabbia ripensare che per lui quel giorno era un giorno come un altro. Anche in quel giorno restava chiuso nel suo ufficio a pensare ai suoi maledetti affari.
Mia madre quest'anno lo passa dai suoi genitori, i miei nonni, che abitano poco più lontano da New York. Sapendola in compagnia, sono più tranquillo e così ho raggiunto Abby a Savannah, per passare il nostro primo Natale insieme.
Ha insistito così tanto che non sono riuscito a dirle di no. Non lo avrei fatto comunque, avrei detto di sì ancora prima che me lo chiedesse.
Ci teneva così tanto che oggi ci fossi anche io, 'così sarebbe stato ancora più perfetto', parole sue.
Suono il campanello di casa e non aspetto molto prima che i suoi occhi verdi sorridenti si scontrino con i miei.

"Ethan!" urla e mi salta addosso, ancorandosi al mio collo mentre i suoi piedi non toccano più il suolo.

"Piccola." sussurro ricambiando l'abbraccio tenendola stretta a me.

"Mi sei mancato così tanto." confessa mettendo in collisione in nostri occhi.

"Sono passati solo due giorni da quando ci siamo salutati in aereoporto." dico con un filo di ironia.

Si finge offesa sporgendo il labbro inferiore.
"Quindi a te non sono mancata?"

Rido prima di rispondere.
"Tu mi manchi sempre, anche quando siamo distanti per pochi minuti."

Sorride, un sorriso che illumina il suo volto e il mio cuore che inizia a battere velocemente. Perché quando lei sorride tutto diventa più bello. Ricambio a quel dolce sorriso, sorridendo anche io.
La scosto di un passo da me e la guardo dalla testa ai piedi.

"Sei bellissima." affermo.

Il suo vestito rosso che le cade alla perfezione fino a metà coscia mette in risalto ogni forma perfetta del suo corpo. I suoi capelli mossi incorniciano il suo viso acqua e sapone.

"Anche tu non sei niente male." risponde aggiustando il colletto della mia camicia bianca.

"Forza, ora entriamo che ci stanno aspettando." prende la mia mano e quando fa per guidarmi dentro, la blocco riportandola contro il mio petto.

"Dimentichi qualcosa."

"Cosa?" chiede confusa.

Con il dito indico il vischio appeso sopra di noi. Alza lo sguardo verso di esso per poi riportarlo su di me con un sorrisetto furbo.
Non aspettiamo oltre e uniamo le nostre labbra, in un bacio casto e dolce.

"Buon Natale, piccola." soffio sulle sue labbra.

"Buon Natale." sussurro.

"Ethan." Sussulto ad una voce profonda che proviene dalle spalle di Abby.

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