Una mattinata che inizia come tante altre e,tra uno scherzo e una battuta, arriva un nuovo caso per la squadra di Gibbs che questa volta dovrà occuparsi di un rapimento ai danni della famiglia di un marine. I sospetti sembrano ricadere tutti su una...
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Il posto indicato da McGee era il capannone collocato all'interno di una vecchia fabbrica in disuso. Dallo stato di in versava la struttura, Tony dedusse che doveva essere abbandonata da anni.
Parcheggiò davanti al cancello principale guardandosi intorno alla ricerca di una via di accesso. Passeggiò intorno al perimetro della struttura fermandosi davanti a una guardiola che cadeva letteralmente a pezzi. Con un calciò fece crollare la fragile porta e si inoltrò nel cortile della fabbrica che un tempo produceva pezzi di ricambio di automobili di lusso. "Che spreco", sospirò guardandosi intorno diretto verso il capanno situato oltre la struttura principale. Il cemento che formava la pavimentazione, era crepato in più punti permettendo alle erbacce di invadere tutto il circondario. L'aspetto spettrale in cui riversava la struttura non era incoraggiante e avrebbe volentieri aspettato l'arrivo di Gibbs e McGee, ma se davvero l'affascinante maestrina aveva acceso il cellulare, forse era il caso di non perdere tempo e di battere quell'unica pista finché possibile, visto che era coinvolto un bambino. Dopo alcuni passi, si ritrovò finalmente davanti al deposito, la grande catena che avrebbe dovuto sigillarlo era stata spezzata e questo particolare convinse l'agente DiNozzo a fare irruzione pistola alla mano. Come aprì la porta, uno stormo di piccioni prese il volo facendolo spaventare. D'istinto si abbassò per evitare lo stormo puntando contro la pistola: "Ma...cosa?" borbottò ansimante. Il cuore gli era salito in gola per lo spavento e si consolò del fatto che si trovasse solo in quel momento, se Ziva o McGee l'avessero visto scattare come una molla davanti a dei piccioni, l'avrebbero preso in giro per tutta la vita e sinceramente non era dell'umore adatto. Si guardò intorno con circospezione, gli occhi si erano finalmente abituati alla penombra e gli fu possibile guardare all'interno del capanno dove trovò solo delle vecchie casse in legno logorate dal tempo, sporcizia e vecchi attrezzi ormai inutilizzabili.
"NCIS, uscite fuori!", tuonò arma alla mano, ma non ricevette alcuna risposta. Guardò ai lati continuando a mantenere la posizione di guardia. Sentiva di non essere solo, glielo diceva il suo istinto e quel brivido che si percepisce quando si ha gli occhi di qualcuno puntati addosso. Si, lì c'era di sicuro qualcun altro, ma chi e dov'erano? Erano armati? Di chi si trattava? Troppe domande e nessuno risposta era ancora saltata fuori da quel posto. Lentamente si avvicinò a una grossa pila di casse quando un rumore attirò la sua attenzione: "Esci fuori, agente federale!" disse puntando la pistola in quella direzione, "ti avviso sono armato, non fare scherzi e vieni fuori lentamente con le mani in alto". Un altro rumore, ma stavolta alle sue spalle: "Non penserai davvero di fregarmi? So che sei qui, riesco a sentire il tuo respiro, avanti esci fuori e facciamola finita una volta per tutte!". Un urlo di guerra investì l'agente dell'NCIS che si ritrovò davanti una donna di scarsa statura che, armata di bastone, stava cercando in tutti i modi di colpirlo.
"Ehi sei impazzita?" scattò Tony, cercando di proteggersi con le mani, ma la donna continuava a urlare e a provare a assestargli un colpo facendo roteare il pezzo di legno come una pazza.
DiNozzo non sapeva se ridere o meno, la scena era così assurda e vagamente buffa da spiazzarlo. Non solo era molto più alto di lei, ma era anche più forte eppure la donna sembrava pronta a battersi come una furia non lasciandosi per nulla intimorire dalla sua figura. Una delle bastonate gli sfiorò il viso facendolo scattare esasperato: "Ho detto ferma!" ringhiò Tony disarmandola con un solo gesto della mano, poi la bloccò per i polsi schiacciando il corpo contro il suo. Lei si dimenò ansimante: "Non toccherai i miei bambini!" dichiarò rabbiosa.
"I suoi bambini? Di che sta parlando? Sono dei buoni, non voglio farle del male", mormorò Tony perplesso, ma la donna continuava a sbuffare e ad agitarsi fuori controllo, "stai calma, io voglio aiutarti", continuò DiNozzo, "sei Lucy Barrow, giusto?".
Lei si bloccò e la sua espressione si addolcí leggermente: "Tu come lo sai?" gli chiese, ma qualcosa colpì Tony così forte alla testa da farlo stramazzare al suolo.
"Andiamo!" disse una voce sconosciuta a Lucy. DiNozzo rimase a terra stordito, la vista gli si annebbiò, sentiva un forte ronzio nelle orecchie e vide la donna scappare mano nella mano con qualcuno, poi perse i sensi.