"Accomodati", disse Tony aprendole la porta.
"Wow è bellissima!" esclamò Lucy entrando nell'appartamento, "chissà quante donne avrai portato qui".
"Non penserai che la mia tattica consiste nel dare appuntamenti nei giorni di pioggia per poi portarle in casa con una scusa, spero" sorrise, "e, per rispondere alla tua domanda: No, qui non ci porto mai nessuno, questo è il mio tempio, il mio rifugio, questa casa è concepita per me e Kate, vero piccolina?" sorrise dando da mangiare al pesciolino rosso.
Lucy notò il letto a una piazza e capì che l'uomo diceva il vero, ma questo in parte aveva anche raffreddato le sue speranze.
Decise di non pensarci per ora e si avvicinò alla boccia: "Che nome insolito per un pesce rosso...", commentò guardando la piccola creatura attraverso il vetro. Notò nello sguardo di Tony un alone di tristezza e si chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato: "Tony?", lo chiamò titubante.
"Niente è tutto ok", si precipitò a rispondere, "il suo nome è insolito ma speciale, come la persona che lo portava prima di lei e questo è quanto", concluse avviandosi nella stanza da bagno.
"Ti sto riempiendo la vasca, ok? Un bel bagno caldo ti rimetterà a nuovo!" le annunciò, "nel frattempo mettiti vicino al camino, così starai al caldo".
"Sei gentile, grazie" rispose imbarazzata.
"Pensi che una delle mie camice può andar bene come abbigliamento provvisorio?" le chiese andando a curiosare nell'armadio, "ho anche delle felpe e delle t-shirt...".
"La camicia andrà benissimo, ci sguazzerò dentro e mi starà come un vestito, ma andrà benone" sorrise Lucy.
"Allora? Perché, nel mentre che si riempie l'acqua, non mi racconti cos'è successo?".
"Hai ragione", sospirò, "quando stavo per uscire, mia madre ha avuto un malore e ho dovuto portarla in ospedale di urgenza, nulla di grave per carità ma in quei posti si perde sempre un sacco di tempo. Ero tranquilla perché l'ospedale era solo a quattro isolati dal ristorante, ma poi il tempo volava e io non riuscivo a liberarmi. Avrei voluto chiamarti, ma dalla fretta ho dimenticato il cellulare a casa così, quando mi sono accertata che le condizioni di mia madre erano stabili, sono corsa sotto l'acqua per raggiungere il luogo dell'appuntamento, ma..." fece una pausa dove le sfuggì un risolito isterico, "prova tu a correre con i tacchi su una strada bagnata! Risultato? Sono caduta un paio di volte, ho rotto il tacco e sono arrivata da te che ormai era troppo tardi" sospirò.
Tony le si avvicinò con espressione grave: "Ma tua madre ora sta bene?" le chiese.
"Si Tony, sta bene" sorrise lei. La sua dolcezza non aveva paragoni, sentiva dentro sé una voglia irrefrenabile di toccarlo e baciarlo, ma probabilmente per quello era davvero ormai tardi.
"Comunque avresti potuto chiamare il ristorante e farmi recapitare un messaggio", riprese prendendo una camicia dall'armadio, "ma immagino che non ti sia minimamente passato per la testa", concluse con un sorriso.
"Scusa".
"Tieni, eccoti il cambio" disse mettendole in mano l'indumento. Lei annuì e si avviò verso la stanza da bagno.
***
L'acqua era calda al punto giusto e il profumo dei sali da bagno che Tony aveva scelto per lei la inebriavano. Sarebbe rimasta lì per ore in quel paradiso di vapori e profumi, quando sentì Tony bussare alla porta: "Si?" chiese con un tono così alto di voce da sembrare innaturale.
Oltre la porta DiNozzo rimase in silenzio alcuni secondi, forse sorpreso dal tono con cui la donna aveva risposto, poi parlò: "Scusa se ti ho spaventata, volevo solo avvisarti che i tuoi vestiti bagnati li metto in asciugatrice, ok?" chiese.
"Ehm, si ti ringrazio" rispose imbarazzata, poi un flash la travolse, "anzi non lo fare!! Lo faccio io quando esco, non toccare la mia roba, chiaro?" scattò turbata al pensiero che l'uomo potesse toccare le sue mutande usate.
Tony rise: "Ok, ma le mutande le ho già viste, fa lo stesso?".
"Pervertito!" urlò lei e sentì DiNozzo allontanarsi ridendo.
Sbuffando riprese il suo momento di relax, sentiva lapelle del viso tirare e si accorse di star sorridendo. Non le sembrava vero,dopo mesi, sentiva di nuovo il cuore leggero e la voglia di essere nuovamentefelice. Dopo quello che aveva passato con Joel, non si era più concessa unattimo di respiro buttandosi a capofitto sul lavoro anche per non dover pensarea Tony e al vuoto che le aveva lasciato nel cuore. Non c'era stato momento incui non si fosse posta delle domande a riguardo, ma poi scacciava sempre tuttoin un angolo della mente ricordando quanto, le parole di Ziva, erano suonate verein quel momento. Lo sguardo che le aveva visto il giorno che avevano ucciso Joel,quando Tony l'aveva abbracciata fuori dalla villa dei Murray era quello di unadonna gelosa, una donna che stava vedendo il suo uomo toccare una rivale e neebbe paura.

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Un piccolo angelo
FanficUna mattinata che inizia come tante altre e,tra uno scherzo e una battuta, arriva un nuovo caso per la squadra di Gibbs che questa volta dovrà occuparsi di un rapimento ai danni della famiglia di un marine. I sospetti sembrano ricadere tutti su una...