Capitolo 43

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Quando finalmente uscì dal bagno era sfinita dai mille pensieri, ma si sentiva anche molto meglio. Quel bagno l'aveva rimessa al mondo e ora era psicologicamente pronta ad affrontare la discussione che con molta probabilità, sarebbe avvenuta da lì a poco. Non si aspettava clemenza, alla fine l'aveva lasciato al ristorante ad aspettarla per ore, e nessuno, lei compresa, sarebbe stata felice della cosa. Deglutì a vuoto, fece un respiro profondo e si avviò nel soggiorno dove trovò

Tony seduto sul divano. Si era messo comodo, aveva tolto la cravatta, sbottonato i primi bottoni della camicia e si era servito un drink. Sorseggiava lentamente mentre guardava fuori il temporale che non accennava a smettere.

"Tutto bene?" gli chiese palesando la sua presenza. Vide lo sguardo dell'uomo illuminarsi e sentì le guance arrossarsi. Come profetizzato, la camicia le stava larga e lunga e l'effetto che aveva sul suo piccolo ed esile corpo era quello di farla sembrare a tutti gli effetti una bambina.

"Sei..." mormorò Tony non trovando le parole più appropriate.

"Ridicola?" rise lei.

"No, non proprio" sorrise lui, "ti va qualcosa di caldo? Una cioccolata?" chiese.

"Sai preparare la cioccolata calda?" si sorprese saltellando scalza sul pavimento.

"No, veramente, mentre eri in bagno, ho chiesto alla vicina se me ne preparava un po'" confessò con una smorfia, "devo solo scaldarla".

"Va benissimo" sorrise lei incoraggiandolo: come inizio non era male, sembrava tutto così naturale e spontaneo, eppure il suo cuore non smetteva di martellarle il petto dall'agitazione.


Si riaccomodarono in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Lucy si stava riscaldando le mani con la tazza, mentre di tanto in tanto, buttava un occhio all'uomo che le sedeva accanto. La camicia gli segnava i pettorali e quel filo di pancia che lo faceva apparire così sexy ai suoi occhi. Ricordò quando gli era caduta addosso, il suo profumo, la morbidezza di quel corpo perfetto e caldo.

"Tutto bene? Sei rossa, non avrai mica la febbre?" si preoccupò Tony mettendole una mano sulla fronte.

-Oddio!!- pensò Lucy disperata, ora poteva osservare quel petto ancora più da vicino e il suo profumo le faceva battere il cuore come se volesse esplodere.

"Mmm, no, direi che sei ok", mugugnò sempre più vicino, poi lo sguardo gli cadde sulla tazza che reggeva tra le mani: "E' buona?" le chiese rivolto alla cioccolata.

"La vuoi assaggiare?" balbettò irrigidita.

"Posso?".

"Certo".

Tony si protese ancora più, ma anziché puntare alla mug che aveva tra le mani, accostò le sue labbra a quelle di lei che sospirò con un sussulto. Prima un paio di baci piccoli e leggeri, poi uno più intenso che le schiuse le labbra e lasciando che le loro lingue s'incontrassero vogliose.

"Proprio buona, mi piace!" sorrise quando si staccarono.

Lucy rimase di sasso, si sentiva di nuovo umida, ma questa volta non era colpa della pioggia.

"Hai detto tu che potevo" scherzò Tony notando l'espressione scioccata della ragazza.

"Si, ma...".

"Posso averne ancora?".

"NO!" scattò sulla difensiva.

Lui rise di gusto facendo impazzire la donna di piacere: "Rilassati, non ti mangio mica!" disse scherzando, "morivo dalla voglia di riassaggiare le tue labbra, mi sono mancate tanto lo sai?".

Lucy posò la tazza sul tavolino vicino al divano: "Mi sei mancato anche tu" mormorò con gli occhi lucidi.

DiNozzo le prese il viso tra le mani: "Devo dedurre che mi credi? Che comprendi la sincerità dei miei sentimenti?" chiese.

"Non avrei mai dovuto dubitarne" gli sorrise lasciando che le lacrime le bagnassero il viso. Lui le asciugò guardandola negli occhi. Con le dite, le mise apposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi la baciò nuovamente, più e più volte finché ormai senza controllo, anche lei si buttò tra le sue braccia per baciarlo con passione.

Gli sbottonò la camicia, un bottone alla volta e man mano che scendeva gli baciava il petto, lo stomaco, notò la cicatrice della coltellata che gli aveva inferto Joel al ventre e si soffermò per baciarla più e più volte, sentiva Tony gemere e lei continuò scendendo e soffermandosi sull'ombelico per giocare con la lingua. Il corpo dell'uomo s'irrigidì, aveva il capo rivolto all'indietro, godendo del piacere che le particolari attenzioni di Lucy gli stavano donando. Sentì la donna slacciargli i pantaloni e continuare a baciarlo ancora sul basso ventre fino al raggiungere la zona pubica, ma a quel punto lui la fermò lasciandola confusa.

"Non qui" ansimò. La prese in braccio, era così piccina tra quelle forti braccia da sembrare quasi una bambina e la condusse in camera dove l'adagiò dolcemente sul letto.

Le sbottonò la camicia: sotto era completamente nuda e si soffermò ad ammirarla provocando in Lucy un forte imbarazzo. Non andava pazza per il suo fisico così minuto, eppure per Tony quei seni piccoli e il ventre piatto erano così eccitanti da fargli brillare gli occhi.

Si sdraiò sopra di lei, facendo attenzione che il peso più importante del corpo fosse caricato sulle braccia, le baciò il collo, solleticando i lobi delle orecchie, poi scese soffermandosi tra i seni, li baciò e li leccò più volte con passione, prese tra i denti i capezzoli, li mordicchiò delicatamente e alla giovane maestra scappò un gemito.

"Scusa!" sussurrò ansimante.

"No, mi piace sentirti, continua" mormorò baciandole l'orecchio. Lucy si mise le mani sulla bocca per paura che le scappassero altri gemiti, mentre lui continuava a giocare coi suoi piccoli capezzoli e con l'altra mano scese a ispezionarle l'interno delle labbra. Sentì che era già bagnata e si fermò per guardarla in viso, poi la baciò con trasporto lasciando che le loro lingue danzassero a un ritmo tutto loro dettato dalla passione dei loro corpi nudi e umidi.

"Sei pronta?" le chiese ansimante, "sicura di volerlo?" concluse guardandola negli occhi, mentre le sue dita erano già dentro di lei.

"Si" sorrise presa dalla passione. Aveva la testa leggera, non capiva più cosa stesse accadendo, non sentiva più i suoni né gli odori, sentiva solo Tony, il suo corpo umido e profumato, la sua voce e il suo respiro sulla pelle. Divaricò le gambe e le cinse intorno ai fianchi dell'uomo che la tirò su mettendola seduta sulle sue gambe ed iniziarono a muoversi lentamente. Lucy era all'apice del piacere, continuava a sentire il suo corpo che reagiva copiosamente al contatto con il corpo di Tony che la stringeva forte a sé, mentre giocava coi fianchi e le baciava il collo e il petto.

Non aveva mai provato un piacere così intenso.

Ne era ubriaco e, al tempo stesso, affamato. Non riusciva a fermarsi, non riusciva a controllarsi, era tutto così perfetto, così piacevole, la passione e l'alchimia che li univa erano qualcosa che non si sapeva spiegare, ma che difficilmente avrebbe dimenticato.

Un gemito di piacere annunciò la fine di quegli attimi di passione e, sfiniti, si addormentarono nel letto dopo pochi minuti.

Un piccolo angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora