Una mattinata che inizia come tante altre e,tra uno scherzo e una battuta, arriva un nuovo caso per la squadra di Gibbs che questa volta dovrà occuparsi di un rapimento ai danni della famiglia di un marine. I sospetti sembrano ricadere tutti su una...
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"Tony? Tony mi senti? Ehi DiNozzo!".
"Capo..." mormorò l'altro prendendo lentamente conoscenza, poi scattò eretto: "il ragazzino!" esclamò, ma ebbe un capogiro e finì tra le braccia di Gibbs che lo prese al volo.
"Buono DiNozzo, potresti avere una commozione" mormorò l'uomo controllandolo scrupolosamente.
Tony non si capacitava di come si era fatto fregare da un ragazzino così piccolo e già si immaginava le prese in giro che sarebbero arrivate inesorabili da parte degli altri componenti del team. Rimase seduto in terra massaggiandosi la nuca mentre il suo superiore continuava a guardarsi intorno con la sua solita aria accigliata. "Scusa capo", sospirò "avevo trovato il bambino e la Barrow, ma mi sono sfuggiti entrambi".
"Mai chiedere scusa DiNozzo...".
"Si, lo so. E' un segno di debolezza, ma...", obiettò ma Jethro gli piazzò in dito sulle labbra: "Se ti da fastidio come sono andate le cose, allora fa in modo di riparare alla situazione. Scusarti o stare qui a crucciarti è solo una inutile perdita di tempo", lo rimproverò alzandosi per andare incontro a Ziva che stava sopraggiungendo: "Gibbs ci sono delle impronte che portano nel bosco qui dietro" avvisò l'ex agente del mossad, "oh ben svegliato Tony, la tua maestrina ti ha steso?" rise gongolante.
"Non è stata lei, ma il ragazzino: Tom" rispose continuando a tenersi la parte dolente, "quel piccolo demonio mi ha fatto un bernoccolo!" ringhiò.
"Steso da un bambino?" lo scherní la donna divertita.
"Ora basta! Sembra di stare all'asilo!" sbraitò Gibbs esausto, "volete forse che vi metto in castigo in un mare di scartoffie?".
"No capo" risposero all'unisono.
"Capo ho trovato un cellulare, penso appartenga alla Barrow" avvisò McGee.
"Ottimo McGee imbustalo e portiamolo a Abby", poi guardò gli altri due: "Ziva tu prendi la macchina di Tony, nelle sue condizioni è meglio che non guidi...".
"Oh no capo, la mia macchina no!".
"Silenzio!" scattò rivolto al giovane, "tu ritorni indietro con noi e poi vai in ospedale a farti vedere" ordinò.
"Non voglio andare in ospedale, sto bene" rispose Tony sicuro, "guarda!" sorrise alzandosi in piedi barcollante.
"Si, come no?" sbuffò Gibbs prendendolo nuovamente al volo, "almeno lasciati dare un occhiata da Ducky", contrattò accompagnandolo fino all'auto.
Durante il tragitto Tony non fece altro che voltarsi a controllare che Ziva non gli distruggesse l'auto che aveva acquistato con grandi sacrifici. Era più forte di lui, non riusciva a stare calmo se quella donna era al volante, l'ultima volta che aveva guidato in sua presenza, aveva vomitato e, la volta prima, erano finiti contro un muro. L'idea che ora lei stesse maneggiando la sua preziosa "creatura" non lo faceva stare tranquillo.
"Insomma Tony, la smetti di agitarti? Mi stai facendo innervosire!", lo riprese McGee sbruffando.
"Certo McPemaloso, perché non è la tua macchina quella che sta guidando Ziva altrimenti staresti messo anche peggio di me", gli ringhiò contro DiNozzo seccato.
"Ci sta seguendo diligentemente e senza prendere iniziative, vedrai che andrà tutto bene", cercò di rassicurarlo, ma dalla sua espressione era chiaro che si stesse divertendo un casino nel vedere il collega in difficoltà e la cosa non aveva fatto fare i salti di gioia a Tony che si sentiva sempre più solo in quel team.
***
Arrivati all'ncis, Jethro entrò in sala autopsie si era separato poco prima dai suoi agenti e, dopo diverse interferenza da parte di colleghi e quant'altro, era finalmente riuscito a raggiungere il laboratorio del dottor Mallard dove l'aveva anticipato Tony per un controllo preventivo. Varcò la soglia con la sua solita foga: "Ducky hai qual...", si bloccò sgranando gli occhi. Davanti a lui, disteso su uno dei tavoli con gli occhi chiusi e le mani intrecciate sul petto, c'era il suo miglior agente meglio identificato con la sigla SFA. Si avvicinò lentamente quando fu raggiunto dalla voce dell'anziano dottore: "Tranquillo Jethro, Anthony è ancora tra noi, sta solo riposando" sghignazzò divertito.
"Ordine del dottore capo, ma se hai bisogno..." scattò Tony pronto all'azione.
"Se non torni giù, giuro che ti colpisco con la padella!" minacciò il dottor Mallard.
"Io farei come dice DiNozzo" rise Gibbs, "vado da Abby, a quanto pare qui sei in buone mani".
"Capo passi di qui al ritorno, vero? Non mi lasci solo, vero capo?".
Gibbs rise uscendo dal laboratorio.
"Capo? Capo!!".
"Anthony?" mormorò Ducky accarezzando la padella di metallo. Lui sospirò e richiuse gli occhi.