L'auto con a bordo gli uomini dell'ncis inchiodò in corrispondenza della cabina telefonica da cui aveva chiamato Tony.
"DiNozzo!" chiamò Gibbs uscendo dall'abitacolo e guardandosi intorno.
"Tony!" lo chiamarono McGee e Ziva. All'interno della cabina non c'era nessuna traccia del collega, solo qualche piccola goccia di sangue e il ricevitore ancora staccato.
"Capo, viene a vedere!" lo chiamò Tim, "guarda, segni di trascinamento" concluse indicando il terreno.
"Qualcuno l'ha preso".
"La signora Caroline forse?" ipotizzò Ziva.
"Si, ma perché? Che cosa vogliono da lui?" si chiese McGee ad alta voce.
"Se come ha detto Gibbs, la signora Murray ha assunto qualcuno, forse dietro il tentato rapimento di Thomas c'è quella donna. Avrà ingaggiato lei quel tizio che ha malmenato Tony e ora...», si bloccò Ziva pallida in viso, "ora, Tony è di nuovo in mano loro...", concluse fissando Jethro.
"Si, ma non per molto. Andiamo a riprendercelo, forza!", ribatté Gibbs rimontando in macchina.
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"Sei stato bravo a trovarmi, bel giovanotto" sorrise amaramente Caroline seduta composta su una sedia davanti a quella dov'era stato legato Tony.
"Caro...line?" ansimò l'agente dell'ncis col capo chino.
"Come sei arrivato a me?" gli chiese seria.
"Il dipinto nel suo salotto" sospirò sfinito, "raffigurava il luogo dove ci ha rinchiusi Joel" deglutì, "quello che non capisco è il perché di tutto questo...Cos'è Joel per lei?".
La donna lo fissò solenne: "Lui è mio nipote, è un Murray, disse, "è l'unico parente che mi è rimasto in vita".
DiNozzo alzò lo sguardo per vederla in viso: "Perché...?" chiese facendo uno sforzo disumano per tenere gli occhi aperti.
La donna gli si avvicinò: "Credimi caro, non vorrei mai e poi mai farti del male" mormorò accarezzandogli il volto sudato, "ma devo proteggere mio nipote, lui ha sbagliato a prendere anche te, ma alla fine aveva eseguito un mio preciso ordine, solo che poi la situazione gli è scappata di mano".
"Un suo... ordine?" ansimò.
"Quando dicevo che mi ricordava il mio defunto marito, non stavo mica scherzando, sa?" gli sorrise, "lei è molto bello signor DiNozzo, resterei a fissarlo per ore" concluse continuando ad accarezzargli il viso in modo quasi materno. Tony non percepiva malizia in quel contatto, ma solo una grande, disperata carenza affettiva. Non riusciva a provare odio per quella donna, anzi, gli trasmetteva tanta solitudine abbinata a un'infinita tristezza.
"Così mi lusinga" sorrise Tony.
"Se accetterai di venir via con noi, le garantisco che farò in modo che Joel non la uccida!" gli propose, "ci pensi, non sarebbe male, abbiamo i soldi e il potere, potremo vivere in qualche paradiso tropicale e lei sarà libero di fare ciò che vuole...".
"Non posso, mi dispiace" ribatté Tony, "il mio posto è qui e poi voi volevate uccidere un bambino, avete sequestrato un agente federale, questi sono reati gravi e non ho alcuna intenzione di diventare vostro complice" concluse con sguardo serio.
La donna sospirò tornando a sedersi alla sedia: "Lo stesso sguardo" borbottò fra sé e se, "a quanto pare sono condannata ad essere perseguitata da lui..." continuò con occhi tristi.
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Un piccolo angelo
FanficUna mattinata che inizia come tante altre e,tra uno scherzo e una battuta, arriva un nuovo caso per la squadra di Gibbs che questa volta dovrà occuparsi di un rapimento ai danni della famiglia di un marine. I sospetti sembrano ricadere tutti su una...