L'agente dell'NCIS fu trasportato d'urgenza nel primo ospedale di zona, non c'era il tempo di individuare una struttura militare autorizzata non per le condizioni in cui riversava DiNozzo, ogni istante perso poteva essergli fatale. Non appena raggiunsero la clinica in questione, fu trasportato subito in sala operatoria mentre i suoi accompagnatori furono costretti ad attendere in una seconda sala.
Le porte dell'ascensore si aprirono e Abby apparve trafelata e agitata come di suo solito, aveva con sé una grande busta di carta, i capelli erano legati da una coda di cavallo improvvisata da un elastico per carta ed era appena truccata. Le persone presenti nei corridoi lo squadrarono estraniati, ma lei non ci diede molto caso, era abituata a quel genere di sguardi e continuò a cercare i suoi amici quando individuò uno di loro: "McGee!" esclamò correndogli incontro e abbracciandolo prima di ogni altra cosa.
"Abby..." sussurrò l'altro visibilmente scosso. Si lasciò abbracciare mentre un groppo gli strinse la gola.
"Come sta Tony?" gli chiese.
Tim sorrise commosso: "Abbiamo davvero rischiato di perderlo stavolta..." mormorò con voce tremante, "ci siamo andati così vicini che..." sospirò coprendosi gli occhi.
"Tim...." si dispiacque la ragazza abbracciandolo nuovamente, "fatti forza, Tony è vivo no? Quindi è tutto ok", cercò di rincuorarlo.
"Si, il peggio è passato, ma non riesco a non pensarci" sospirò, "è stato terribile".
"Posso capirlo, povero Timmy" sussurrò dandogli un bacio sulla guancia, "sai dirmi dov'è Gibbs?" gli chiese.
"E' davanti la porta della stanza di Tony che aspetta notizie dal medico" rispose indicando verso una precisa direzione, "dice che non riesce a star fermo qui senza far nulla".
"Posso lasciarti solo? Devo consegnargli questa roba" gli chiese mostrando la busta di carta.
"Certo, vai pure... tranquilla, io..." sospirò, "io sto bene" si sforzò di sorridere.
La ragazza lo abbracciò un'ultima volta per dargli conforto e corse nella direzione che le era stata indicata.
"Gibbs?" lo chiamò non appena lo vide. L'uomo si voltò verso la ragazza, aveva un'espressione terribile, il viso pallido e segnato dalla stanchezza, i vestiti ancora umidi addosso e con vistose tracce ematiche sia sul petto che sulle ginocchia.
"Gibbs, sei ferito?", scattò la scienziata forense.
"Non è mio, Abs, è di Tony, il terreno intorno dove l'abbiamo trovato ne era pieno", mormorò con lo sguardo vacuo. Abby ebbe una stretta al cuore nel vedere lo stato in cui era ridotto il grande Leroy Jethro Gibbs e, nonostante fosse sporco e umido, gli mise le braccia intorno al collo per abbracciarlo dolcemente: "Oh Gibbs, mi spiace tanto".
"Lo so" sospirò, "quello messo peggio è Tim, ha bisogno di conforto".
"Sono già stata da lui ed effettivamente sembra sotto shock, ma come dargli torto?" gli sorrise, poi spostò il suo sguardo sulla stanza dove Tony giaceva nel letto addormentato. Si avvicinò al vetro posandoci sopra una mano: "Tony..." sussurrò con gli occhi lucidi, "Gibbs cosa hanno detto i dottori?" gli chiese.
"Ha una brutta ferita all'addome, alcune costole fratturate e un sospetto trauma addominale, ma quest'ultimo è ancora da vedere" disse Gibbs affiancandola e guardando anche lui nella stanza, "ma c'è una nota positiva...".
"Davvero? A me sembra una situazione disperata, povero Tony!".
"Per assurdo pare che dobbiamo ringraziare Joel Morgan per averlo accoltellato".
Abby lo guardò perplessa: "Che vuoi dire?".
"Le percosse a cui era stato sottoposto Tony gli avevano provocato una forte emorragia interna che l'avrebbe ucciso in un paio d'ore al massimo, ma quella pugnalata a evitato il peggio provocando a DiNozzo una fuoriuscita esterna del sangue" spiegò Jethro. Abby abbozzò un sorriso forzato e riprese a guardare l'amico che di trovava nella stanza privo di coscienza.
"Ce la farà?", gli chiese con voce tremante.
Jethro sospirò: "Sarà meglio per lui, dopo tutta la fatica che ho fatto per animarlo, se non sopravvive, gli sparo io per primo", disse con il suo solito tono burbero,"piuttosto, hai portato quello che ti ho chiesto?" le chiese.
"Si, ma cosa ci fai con dei vestiti da donna Gibbs?".
"Non sono per me, ma per lei" rispose indicando con mento Lucy che era seduta composta su una sedia col capo chino e gli occhi arrossati. Era in uno stato pietoso: completamente ricoperta di fango e sangue e con un viso così pallido e tirato da fare una tenerezza immensa. Abby l'avvicinò col sacchetto di carta alla mano: "Ciao" la salutò.
Lucy alzò il capo per vedere chi le aveva rivolto la parola e poi scattò in piedi: "Si è svegliato?" chiese ansiosa.
Abby si voltò verso la stanza di Tony e poi nuovamente su di lei: "Non ancora, mi spiace" rispose con espressione molto rattristata.
"Capisco" mormorò la maestra rimettendosi seduta.
"Ascolta, che ne dici se ci diamo una ripulita e indossiamo qualcosa di pulito?" sorrise entusiasta, "ho qui un cambio d'abiti tutto per te, forse ti starà un pelino largo, ma è roba pulita profumata" continuò mostrandole il sacchetto di carta.
"Io non so se..." mormorò guardando Gibbs che le fece cenno di si col capo.
"Dai, andiamo! Non vorrai che Tony ti veda così conciata quando si sveglierà" saltellò Abby serena.
"Grazie" sorrise Lucy commossa, prese la mano che Abby le aveva offerto e si lasciò trascinare nel bagno.

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Un piccolo angelo
Fiksi PenggemarUna mattinata che inizia come tante altre e,tra uno scherzo e una battuta, arriva un nuovo caso per la squadra di Gibbs che questa volta dovrà occuparsi di un rapimento ai danni della famiglia di un marine. I sospetti sembrano ricadere tutti su una...