Capitolo 7

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Tony fermò la macchina sul viale alberato di una casa indipendente in stile vittoriano, era molto simile alla casa dei Murray, ma più piccola. "Vediamo, Caroline Murray sorella del colonello di cornetta James Murray" mormorò Tony leggendo gli appunti che gli aveva dato McGee, "78 anni?" storse il naso in una smorfia e prese il cellulare.

"Tutto bene Tony?" chiese McGee dall'altro capo del telefono.

"McPrecisino sei sicuro del nominativo che mi hai dato?".

"A quale ti riferisci Tony?".

"Mi hai davvero mandato a interrogare una nonnina di quasi ottant'anni?" gli chiese sbottando in un sorriso, "come pensi  possa uccidere il nipote? A colpi di dentiera?".

"Lo so Tony, ma il capo ha detto nessuno escluso e poi nella tua lista ci sono anche i vicini di casa della Barrow che sono due adolescenti molto energici" scherzò.

Tony rise: "Tieni gli occhi aperti McGee, se questa gente ucciderebbe un bambino di 11 anni per soldi, sarebbe capace di tutto".

"Lo so Tony, fai attenzione anche tu, ci sentiamo dopo" sorrise mettendo giù la chiamata.

DiNozzo sospirò, scene dalla macchina e attraversò il vialetto pieno di cespugli di rose.

Diede due colpi secchi alla porta con le nocche della mano e una donna molto anziana andò ad aprirgli.

"Salve signora, sono l'agente speciale Anthony DiNozzo, ncis, sto indagando sulla sparizione di suo nipote Thomas, posso farle qualche domanda?" si presentò mostrando il distintivo.

La donna rimase ammutolita, sembrava stesse pesando le parole che l'agente aveva appena pronunciato, nonostante l'età, la donna aveva un aspetto curato e truccata in modo impeccabile, da giovane doveva essere stata uno schianto!

"Signora Murray?" la chiamò Tony perplesso, "ha compreso cosa le ho detto?".

"Certo bel giovanotto, non sono mica sorda!" scattò crucciata, "e che lei somiglia così tanto al mio defunto marito...".

"Oh, signora, mi spiace, non volevo farle ricordare cose dolorose" sorrise DiNozzo imbarazzato.

"Oh ma a me non dispiace affatto, sa?" rise maliziosa. Tony rise al culmine dell'imbarazzo: "Senta, allora le dispiace se..." chiese facendo cenno di entrare.

"Prego, si accomodi pure" gli fece l'occhiolino.

"Oh, cielo!" sussurrò tra i denti ed entro in casa.

"Posso offrirle qualcosa bel giovanotto?" sorrise l'anziana camminando in modo infermo sul bastone.

"Sono l'agente DiNozzo signora" la corresse.

L'anziana si fermò guardandolo dritto in volto: "Ha detto qualcosa bel giovanotto? Sa sono un po' sorda" sorrise.

"No, niente" sospirò Tony rivivendo l'incubo che aveva provato quando andò per la prima volta a casa di Ducky dove fu costretto a prendersi cura dei numerosi Corgi della madre del dottore. "Almeno qui non ci sono cani" si consolò quando sentí abbaiare ed un piccolo barboncino paffuto apparí dal nulla per andarsi a sedere sui suoi jean nuovi.

"Oh, anche Puccie si è innamorata di lei" sorrise la donna visibilmente contenta.

"Magnifico!" s'irrigidí Tony con un sorriso plastico piazzato sul volto.

***

Lo spettrometro di massa lavorava ad una velocità inaudita tanto che per la prima volta in vita sua, temeva seriamente un esplosione.

"Ciao Abby" la salutò Palmer entrando nel laboratorio, "Ducky voleva sapere se hai già i risultati di quei campioni che ti ha portato ieri".

"Ci sto lavorando Jimmy e sto anche lavorando per Gibbs, vi ricordo che ho solo due mani!!" sospirò nervosa.

"Ehi ma che ti prende?" scattò il giovane patologo, "tutto bene?".

"Scusa Jimmy, ma sono in ansia per i ragazzi" sospirò Abby.

"È perché mai? È forse successo qualcosa?" chiese l'amico preoccupato.

"E' solo..." sospirò la ragazza.

"E' solo cosa, Abby? Parla!".

"Prima, mentre aspettavo l'esito, ho schiacciato un pisolino..." sospirò lei.

"Tutto qui?" rise Palmer, "nessuno te ne farà una colpa Abby".

"Non ho finito, Jimmy!" scattò lei serie in viso. Palmer non aveva mai visto quell'espressione seria nel volto della donna e la cosa lo mise a disagio: "Scusa...continua per favore".

"L'ho fatto di nuovo Jimmy! Ho fatto di nuovo quel sogno orribile!".

"Di cosa parli?".

"Di Tony! Ho sognato Tony col volto pieno di sangue" si confidò preoccupata.

Palmer la prese per le spalle: "Abby era solo un sogno, non è successo nulla di grave!".

"Si invece! L'ultima volta che ho fatto quel sogno... è morta Kate!", urlò con gli occhi lucidi, "e ora ho paura! Ho paura che possa succedere qualcosa a uno di loro... alla mia famiglia, perché i ragazzi, tu, Ducky, Gibbs, Tony... McGee... tutti voi, siete la mia famiglia ed io ho tanta paura di perdervi!" concluse abbracciando l'amico che la lasciò fare. Non sapeva quanto ci fosse di vero nella parole della ragazza, ma quando in Abby si manifestavano simili sensazioni, non era mai un buon segno.

Un piccolo angeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora