Non appena solo, Tony riaprì lentamente gli occhi, la testa gli girava, ma stava facendo l'impossibile per restare sveglio. Con fatica si strappò anche il secondo accesso venoso, così da evitare che il tranquillante continuasse a entrargli in circolo. Si alzò lentamente cadendo di ginocchia sul pavimento freddo. La stanza gli girava intorno e la sensazione di nausea era forte al punto da provocargli conati. Strinse i denti aggrappandosi al bordo del letto, si rimise in piedi e, con passo insano, uscì anch'esso dalla stanza. Raggiunse faticosamente gli ascensori, mai come in quel momento, fu grato di aver la pancia aperta da una ferita da taglio, il dolore era così forte da riuscire a tenerlo cosciente quel tanto che bastava per allontanarsi dalla struttura.
****
"Finalmente soli" le sorrise Joel passeggiando nella stanza. Aveva legato la ragazza alla testiera del letto. La stanza era particolarmente ben arredata, sembrava una di quelle vecchie case inglesi che si vedono solo nei telefilm di Pirrot. Ogni dettaglio in quella stanza non era assolutamente affidato al caso, ma Lucy era troppo intimidita dalla situazione per far caso a certe frivolezze. Joel aveva di nuovo usato la forza aggredendo un altro agente federale, ormai non era rimasto più nulla del suo caro, vecchio amico d'infanzia e questa cosa la straziava più di quanto volesse.
"Come sta il tuo amico?" le chiese con un ghigno sadico, ma Lucy non rispose. "So che è sopravvissuto" continuò sedendosi accanto a lei sul letto, provocandole una repulsione e si spostò pur di non avere un contatto fisico con lui, "mi spiace sai? Forse ora mi odi, ma credimi, io non ti avrei mai fatto del male, ma quello che ho fatto era necessario".
"Provare a uccidere un bambino indifeso ti sembra una cosa necessaria?" sbottò piena di rabbia.
"Si se con la sua esistenza stava portando via ciò che è mio di diritto!" ribatté prendendola per la mascella e costringendo Lucy a guardarlo, "e comunque non l'avrei ucciso, non sono quel mostro che credi!".
"Davvero? E chi era la persona che ha torturato e pugnalato Tony?".
"Lì il discorso era diverso, lui ti aveva messo gli occhi addosso!" divenne improvvisamente serio, "tu sei solo mia Lucy, non potevo permettere a quel tizio di sfiorarti neanche con un dito" le sorrise accarezzandole le labbra col pollice della mano, ma lei gli piantò una pedata sullo sterno facendolo cadere in terra.
"Io non sono di nessuno Joel ne tanto meno tua!" esclamò furente. Si era accanito a quei livelli su Tony per gelosia? Come aveva potuto? Come? Sentiva le lacrime salirle agli occhi: Tony aveva visto giusto quando le aveva detto che lui non sarebbe comunque uscito vivo da quel posto. Si sentiva così stupida ad essersi fidata per così tanto tempo di una persona del genere.
Joel sorrise tenendosi il petto: "E' questo che mi piace di te, lo sai? Sei piccolina, ma hai un caratterino davvero niente male".
"Chi sei tu? Ridammi il mio Joel!" urlò scossa.
"Sono la stessa persona, ma col potere!" rise riprendendo posto vicino al letto, "tranquilla non proverò di nuovo a baciarti, quindi abbassa quella gamba" continuò accarezzandole l'arto inferiore. Lei lo fissò senza rispondere in attesa che continuasse.
"Io sono un Murray!" esordì carico del potere di quel cognome.
Lucy sgranò gli occhi incredula: "Cosa? Di cosa stai parlando?".
"Ho gli stessi diritti di ereditare i beni della casata Murray anzi, a essere sincero, io ho più diritto di quel moccioso che ti ostini a proteggere", le spiegò accarezzandole l'interno coscia.
"Non toccarmi!", ringhiò scostandosi, "saresti facendo tutto questo per soldi? Dio se non mi fai schifo!".
"Poco importa, tanto tu ormai sei mia e non ti permetterò di andare da nessuna parte!".

STAI LEGGENDO
Un piccolo angelo
FanfictionUna mattinata che inizia come tante altre e,tra uno scherzo e una battuta, arriva un nuovo caso per la squadra di Gibbs che questa volta dovrà occuparsi di un rapimento ai danni della famiglia di un marine. I sospetti sembrano ricadere tutti su una...