8. Stellina di cristallo

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Pov's Riccardo

Un lieve e caldo raggio di sole, filtra attraverso il leggero strato di tenda e nel momento in cui apro gli occhi, una forte fitta alla testa mi fa letteralmente imprecare sottovoce. Mi sento confuso.

Troppo confuso, aggiungerei.

Riesco a sentire una strana presenza pressare sul mio petto e quando abbasso lo sguardo verso quest'ultima, il mio cuore perde un battito.

Fede.

Cosa ci fa qui?

Non ricordo niente di tutto quello che è successo.

Credo di aver esagerato un po' con l'alcool.

È così piccola fra le mie braccia che mi sembra una piccola e fragile stellina di cristallo. Ho quasi paura di farla male e non vorrei spostarla dal mio corpo per paura di svegliarla.
Le sue manine sono appoggiate sulle mie spalle nude e il suo fiato caldo soffia lungo il mio collo, accarezzandolo in ogni angolo.
Ha un'espressione serena e rilassata sul volto e accarezzo alcune sue ciocche di capelli, girandole fra le dita.
Non ricordo di averla vista ieri sera. Non ricordo un accidente e questa cosa mi distrugge.

Ho bisogno di sapere, cazzo!

Dio mio, nonostante sia struccata è così bella che sembra una bambolina.

Ma cosa sto dicendo?

Da quanto tempo sono diventato così sentimentale?

Sto delirando.

Decisamente.

Decido di cacciare via ogni singolo pensiero e cerco di concentrarmi solo ed esclusivamente su di me.
"Gesù..." Socchiudo le labbra e con delicatezza stringo i suoi polsi, scostandoli lungo i suoi fianchi, perfettamente incastrati ai miei.
La vedo stiracchiarsi teneramente e per un secondo, rimango immobile pregando Dio che non si svegli.
Un piccolo sospiro scappa dalle sue labbra e riporta il suo braccio lungo il mio bacino, stringendolo un po', cercando un minimo di protezione. Per qualche secondo mi perdo a guardarla in tutta la semplicità, ma ringraziando il cielo, poco dopo riesco a tornare alla realtà.
Sposto il suo piccolo corpo sul lato opposto del letto e quando riesco nel mio obiettivo, un calmo sospiro esce fuori dalle mie labbra. Caccio via il lenzuolo dal mio corpo e poi mi siedo al centro del materasso. Non riesco a fermare la mia mano che sgattaiola sulla sua guancia, mentre le mie dita tracciano delle linee irregolari sulla sua pelle. Sento ogni suo muscolo rilassarsi sotto il mio tocco e la cosa mi fa sorridere un po'. 

Cosa cazzo sto combinando?

"No, cazzo! Fermati, Riccardo" Mormoro sottovoce e blocco i miei movimenti, cercando di ragionare con il cervello e non con i piedi. Mi alzo all'improvviso, sentendo il sangue fluire velocemente nelle vene, provocandomi un leggero brivido lungo la spina dorsale.
Nel preciso istante in cui sto per raggiungere la porta, i miei occhi cadono sull'i-phone di Federica proprio sul mobile accanto a me e allungo un braccio, prima di afferrarlo lentamente, cercando di fare quanto più silenzio possibile.
So che non dovrei sbirciare fra le sue cose, ma la tentazione è davvero troppo, ma troppo forte. Mi avvicino a lei e grazie alla sua impronta digitale riesco a sbloccarlo alla velocità della luce. Digito velocemente il mio numero di telefono sullo schermo perfettamente lucido e al secondo squillo attacco la chiamata, riuscendo a memorizzare il suo numero sul mio cellulare.

Perché l'ho fatto?

Beh, semplicemente perché volevo. 

Viviamo nella stessa casa, potrei davvero aver bisogno di lei in qualsiasi momento e avere un qualunque contatto con lei, anche banale, mi tranquillizza.

Non c'è nulla di male, dico bene?

Faccio un profondo respiro e posiziono il cellulare dove l'avevo trovato e prima che sia troppo tardi, corro via dalla stanza, lasciando i pensieri chiusi all'interno di un cassetto che, per adesso non ho assolutamente intenzione di aprire.
"Buongiorno, Riccardo" Sorride mia mamma, mentre prepara la colazione per tutti e io le lascio un dolce bacio sulla guancia, prima di appoggiare la schiena sul bancone.
"Ciao mamma"
"Come mai ti sei svegliato così presto?"
"Non riuscivo a dormire... credo di andare a correre, ho bisogno di pensare un po'" Ammetto a bassa voce e accarezzo il mio ciuffo ribelle, cacciando via alcune ciocche che ricadono sulla mia fronte.
"Su cosa?"
"Cazzate, sono solo un po' stanco" Faccio spallucce e la vedo annuire, un po' incerta a causa della mia breve risposta.
"Vuoi fare colazione, figliolo?" Domanda afferrando un barattolo pieno di biscotti al cioccolato.
"Si, mangio solo uno di questi e vado via" Le dico e ne afferro uno, facendola sorridere un po'. Lo mangio velocemente, mentre osservo ogni suo gesto, e senza rendermene conto sul mio viso è nato un piccolo sorriso.
"Perché sorridi da solo?"
"No, nulla. Semplicemente, ecco... ti voglio bene" Rispondo un po' imbarazzato e mi gratto la nuca, vedendola sorpresa e un po' emozionata alle mie dolci parole. 
"Figliolo, sembrano passati secoli dall'ultima volta che l'hai detto"
"Già, avevo circa nove anni" Ridacchio e la vedo avvicinarsi dolcemente, mentre sento la sua piccola mano viaggiare su e giù per le mie spalle.
"Ti voglio bene anche io, Riccardo. Più di quanto tu possa immaginare"
Lascio che le sue labbra si poggino sulla mia guancia, mentre con un'incredibile dolcezza schiocca un bacio sulla mia pelle.
Socchiudo un po' gli occhi e poi la stringo in un abbraccio che mi ridona un pizzico di energia di cui ho bisogno.
La sento sorridere e poi mi stacco, sfiorando le sue braccia con delicatezza. "Vado a farmi la doccia, mamma"
"Vai"
Le sorriso sinceramente e mi giro, per raggiungere le scale. A causa dell'elevata stanchezza, faccio fatica a respirare e le mie energie sono praticamente ridotte a zero.
La lieve luce del sole che filtra attraverso le vetrate riesce ad illuminare il lungo corridoio e faccio un profondo respiro, provando a rilassare i miei muscoli completamente tesi.
Il cigolio della porta mi fa bloccare nei miei passi e rimango immobile, curvando la testa verso la mia camera. I miei occhi si incontrano con due pozze color cioccolato e non so per quale fottuta legge fisica, il mio corpo crolla miseramente come un castello di sabbia.
"Ciao bimba" Sussurro a Federica con voce piccola e roca.
Sulle sue labbra sorge un innocente sorriso e giocherella con le sue dita, intrappolandomi con il suo caldo sguardo che mi prende totalmente.
"Ciao Riccardo"
Le sorrido dolcemente e giro i tacchi,  camminando a passi lenti e quasi incerti verso il bagno.

Okay, sono tornata! Sono riuscita a scrivere questo nuovo capitolo. AMATEMI.😎
Spero vi piaccia, vi prego di farmelo sapere.💎
Vi anticipo che al decimo capitolo ci saranno i limoni🍋😏
CONTENTE? SI?🔝
Vi mando un enorme bacio e buonanotte piccoli tesori❤
-La vostra Roby💫

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora