Pov's Federica
"Federica, potresti prendermi del cacao amaro?" Mi chiede Raffaella, risvegliandomi dallo stato di trance. Gli occhioni azzurri di Riccardo sono incastrati ai miei da ore. Non riesco a non guardarlo. Non riesco proprio.
Lo fisso leccarsi le labbra lentamente e io scuoto la testa ripetutamente, provando ad eliminare la sua figura almeno per qualche breve secondo.
"S-si, certo lo prendo subito" Balbetto, apparendo un disastro ai loro occhi. A causa sua non riesco neanche a formulare una frase di senso compiuto. Sistemo una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio e mi dirigo verso lo scaffale, afferrando il contenitore contenente l'amara polverina. Mi catapulto verso di lei e lo appoggio sulle sue mani.
"Grazie tesoro" Mi sorride e io ricambio. Lo sguardo di Riccardo si poggia di nuovo su di me, facendomi sentire in imbarazzo.
Deve smetterla di fissarmi o giuro che potrei davvero ricoprirlo di crema di cioccolata sotto lo sguardo attento della madre.
Il secondo dopo mi affianca, sfiorando un lato del mio bacino con il suo. Lascia scivolare la mano lungo il mio avambraccio, scendendo a stuzzicare il dorso della mia. Poi, lentamente, incrocia le nostre dita, accarezzando ogni singolo centimetro della mia pelle.
Un gesto delicato, bello ed importante che mi fa davvero tremare le gambe. Il mio cuore inizia a trasformarsi in qualcosa di più dolce e mi sembra di poter dimenticare tutto il casino delle ultime ore.
"Non riesco a starti lontano" Mormora sottovoce. L'unica cosa che riesco a fare è guardare Raffaella, che sta tranquillamente preparando la torta insieme a mia madre. "E neanche tu." Mi smaschera.È così evidente?
Riesce ad avere la conferma all'istante, poiché sulla mia pelle iniziano a formarsi una serie di piccoli brividi che lo fanno sorridere ampiamente. Socchiudo piano gli occhi, lasciando che le nostre dita si incrocino ad una lentezza esasperante per entrambi.
Le mie ginocchia iniziano a trasformarsi in gelatina, ma faccio di tutto per non crollare e fare figure di merda, come mio solito.
Le nostre mani sono intrecciate sotto il bancone. Come se fossero racchiuse all'interno di una scatola, lontane da occhi indiscreti. Vengono custodite come un piccolo tesoro. Quello più importante e prezioso di tutti.
Ruoto la testa lentamente, incastrando i suoi occhi color mare nei miei. Quando si incrociano, una serie di sensazioni si fanno spazio dentro di me, provocando un'immensa felicità che prende il posto di quel vuoto incolmabile proprio sul petto.
Il nostro equilibrio si spezza al suono del suo cellulare. Lui sbuffa piano e siamo costretti a lasciarci, in modo che lui possa rispondere.
Gli sguardi delle nostre mamme sono su di noi, mentre ci osservano con occhi strapieni di curiosità.
"Pronto?" Chiede trascinando il pollice sullo schermo. Si allontana leggermente e mi fissa per un secondo, leccandosi le labbra dolcemente.
Io distolgo lo sguardo, nascondendo il mio viso arrossato tra alcune ciocche di capelli. "Si, riesco a sentirti. Dimmi tutto"
Gli occhi di mia mamma si incontrano con i miei e io le sorrido, cercando di non farle capire nulla del casino che sto combinando.
"Si, ci vediamo pomeriggio" Continua Riccardo, ridacchiando. "No, non lo dimenticherò. Come potrei farlo?"
Il mio cuore perde un battito. L'aria inizia a mancarmi e un senso di angoscia si fa spazio dentro di me.
Ha già trovato un'altra ragazza? Beh, direi che non ha impiegato molto tempo.
"Va bene, ciao" Sospira, attaccando la chiamata. Posiziona il suo cellulare all'interno della tasca dei suoi jeans e ritorna accanto a me, sfiorando il mio braccio di sfuggita.
"Tutto bene, figliolo?" Gli chiede Raffella guardando suo figlio.
"Si, mamma... tutto alla grande"Eh ci credo!
Mi giro verso di lui, notando immediatamente che i suoi occhioni azzurri mi stavano già fissando. Perché non riesco più a percepire come sta? Cosa pensa? Se sente la mia mancanza?
All'interno delle sue pozze color mare riesco a vedere soltanto tanto vuoto. Quell'immenso vuoto che riesce a farmi cadere all'interno di un tunnel completamente nero.
"Federica, scusami... potresti portare una cioccolata calda al tavolo quattro?" L'entrata di Stefano in laboratorio, rompe questo gioco di sguardi. Non so se esserne felice o triste, ma cerco comunque di non farci caso e annuire all'uomo che aspetta una mia risposta.
Lo seguo, ignorando completamente i sospiri che escono dalle labbra di Riccardo.
Chiudo la porta dietro di me e corro verso il bancone, preparando una tazza di cioccolata. All'inizio, imparare il meccanismo non è stato semplice, ma adesso, devo ammettere, che riuscirei a farlo anche ad occhi chiusi.
Appoggio la tazzina sul vassoio e avanzo verso il tavolo quattro, cercando di non fare nessun tipo di disastro. Esso è occupato da un ragazzo più o meno della mia stessa età e per qualche secondo, riesco a vedere i suoi occhioni nocciola scrutarmi attentamente. "Ecco a te"
Lui mi sorride e scosta le braccia dalla superficie, permettendomi di appoggiare l'ordinazione sul robusto pezzo di legno.
"Grazie mille, signorina" Io arrossisco e faccio spallucce. "Con questo freddo polare, è proprio quello che ci vuole"
"Oh già, è la miglior medicina" Gli sorrido un po' imbarazzata.
"Non ti ho mai vista qui. Sei nuova?" Mormora sottovoce, incrociando le braccia al petto.
"Si, lavoro qui da pochissimo" Rispondo con un sorriso.
"Non mi offendo se ti siedi qualche minuto qui con me" Mi dice con un sorrisone, facendomi ridacchiare un po'.
"Beh, non è una buona idea. Potrei davvero beccarmi un rimprovero"
"Allora, permettimi almeno di presentarmi" Inizia e fa scivolare la sedia sul pavimento, prima di alzarsi. Si posiziona proprio di fronte a me e afferra la mia mano, baciandone il dorso. "Io sono Alberto"Wow.
È la prima persona che mi fa una cosa di questo tipo.
"Piacere, io sono Federica"
I suoi capelli castani ricadono sulla sua fronte in maniera ordinata e la leggera camicia di cotone bianca, lo rende un ragazzo molto particolare.
"Il piacere è tutto mio" Esulta. Le sue labbra sono di un rosa davvero delicato e non di un rosso chiaro come quelle di Riccardo.Riccardo.
Cazzo, perché tutto mi riporta a lui?
"Adesso devo ritornare a lavoro" Sorrido un po' imbarazzata. "Ci si rivede, Alberto" Scuoto la mano dolcemente e mi allontano.
"Ciao Federica"
Quando alzo lo sguardo per ritornare in laboratorio, vengo completamente avvolta da due occhioni azzurri che mi fissano intensamente.
Riccardo è appoggiato alla parete, con le braccia incrociate al petto, mentre continua a torturare il suo labbro inferiore. Lo fa quando è molto nervoso o ha bisogno di un bacio.
"Chi era quello lì?" Domanda duramente.
Dio mio, ha davvero una bella faccia tosta a chiedermi una cosa al genere.
"Chi era al telefono qualche minuto fa?" Chiedo di rimando.
"Nessuno d'importante" Sospira alzando gli occhi al cielo. "Quindi? Chi era quel coglione?"È incazzato.
E lo sono anche io.
"Nessuno d'importante" Faccio spallucce, orgogliosa della risposta che gli ho appena dato, anche se il mondo mi sta crollando addosso. Prima che possa chiedermi qualche altra cosa, lo supero, lasciando che la sua mente si ponga altre mille domande senza ricevere nessuna risposta.
Bene...😂
Allora? Cosa ne pensate?
Manca sempre meno alla pace.😏 Tenetevi pronte.
Un bacio e buona domenica🍰
-Roberta
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Tutto quello che ho - Federica e Riccardo
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Entrambi diciannovenni. Lui ha paura di amare e di farsi amare, ma poi arriva lei... e al suo arrivo cambierà tutto.