38. Voglio solo farti tornare da me

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Pov's Riccardo

Cazzo!

Cazzo!

E ancora cazzo!

Federica mi sta facendo diventare matto. Ogni singolo angolo del mio corpo sta per impazzire e la colpa è soltanto sua.
La voglia di far parte della sua vita sovrasta ogni cosa. Davvero ogni cosa.
Odio il fatto di non averla, di non essere il motivo della sua risata, di non stringerla, di non coccolarla o semplicemente di non accarezzarle il viso quando è triste.
E si... sono geloso di chiunque le si avvicini. Quando ho notato la sua felicità mentre parlava con quel ragazzo, ho provato una forte stretta al cuore mai provata prima. Una fitta intensa di gelosia.
Sento il bisogno eccessivo di picchiare quel coglione e di urlargli che Federica è mia, che andrò a riprendermela e che ritornerà di nuovo tutto come prima.
E allora cosa diavolo è quest'enorme massa che mi frena? Forse orgoglio...
Mi rendo conto solo adesso di essere rimasto fermo a fissare il vuoto, e vorrei darmi un ceffone sul viso, per la mia idiozia. Le mie dita prendono a stuzzicarsi, mentre continuo a tenere lo sguardo verso il ragazzo, che sta tranquillamente sorseggiando la sua cioccolata.
Vorrei davvero che se la rovesciasse sulla camicia bianca, così impara a parlare con la mia Fede.
Nel momento in cui, la piccola ed esile figura di Federica passa proprio di fronte a me, vengo completamente risvegliato dal mio stato di trance, mistro tra la rabbia. Corro verso di lei, ricevendo un forte colpo in fronte dalla porta vetrata, chiusa qualche secondo prima da lei.
"Cazzo!" Impreco tirandola verso di me per poter uscire dalla grande struttura. Il freddo mi colpisce sin dentro le ossa e non posso fare altro che lanciare un'altra imprecazione a causa delle basse temperature. "Federica!" Urlo vedendola correre via da me.
Lei mi ignora, aumentando il passo sempre di più. "Federica!" Afferro il suo gomito, girandola bruscamente verso di me. 
I suoi occhi sono pieni di lacrime e nel preciso istante in cui li socchiude, una di esse scorre lungo la sua guancia, bagnandola delicatamente. "Dove stai andando?"
"A... casa" Risponde lei distogliendo lo sguardo. Quante lacrime sta gettando questa ragazza per colpa mia? Quante? Sono davvero una merda.
"Perché stai piangendo?"
"Hai davvero il coraggio di chiedermelo? Cavolo, Riccardo... hai davvero una bella faccia tosta!" Sbotta, provocandosi un sospiro da parte mia. "Sei solo uno stronzo! Mi hai usata e delusa! Ti sei già dimenticato di me, hai già trovato un'altra ragazza, vero?"

Dio, no.

"Federica, io-"
"No, non voglio sentire un cazzo! Devi stare zitto, adesso parlo io!" Mi interrompe, asciugando le numerose lacrime che stanno bagnando il suo viso. "Sto provando ad allontanarmi da te, con tutte le forze che ho in corpo! Sto lasciando che tu faccia la tua vita, ma tu... tu devi lasciare che io faccia la mia"
"Con quel tizio in camicia bianca? Cioè tu mi stai dicendo che devo lasciarti nelle mani di quello lì?" Chiedo alzando il tono della voce.
"Non importa con chi, cazzo! Devi lasciarmi andare e basta!"
"Importa eccome. Mi stai chiedendo una cosa impossibile, Federica" Ammetto passando una mano tra alcune ciocche dei miei capelli.
"Cioè, fammi capire una roba: tu puoi essere felice e io no?"
"Io non sono felice. Non lo sono mai stato... ma al tuo arrivo avevo iniziato ad esserlo" Ammetto quasi come un sussurro. Lei alza lo sguardo e lascia che i suoi occhioni color nutella si incrocino ai miei. 
"Il sorriso non ti manca... e ne ho avuto la valida conferma qualche minuto fa in laboratorio" Dice riferendosi alla mia stupida risata mentre ero al telefono con il mio migliore amico. Alle sue parole, non riesco a bloccare quel leggero sorrisino che nasce sulle mie labbra. 

È gelosa. 

E lo sono anche io. Così fottutamente tanto.

"Che cosa ridi? Ma allora sei proprio scemo eh?" Urla incazzata. Le sue guance si colorano di una sfumatura di rosso e a quella scena, il mio sorriso cresce.
"Fede, non c'è nessun'altra. Al telefono era il mio migliore amico" 
Mi guarda e schiude le labbra, abbassando il capo verso le sue scarpe. 
"E secondo te, sono così idiota da credere a ciò che dici?"
"Devi credermi." La correggo facendo un passo verso di lei. "Ma nonostante ciò, resta il fatto che tu stavi flirtando con quel testa di cazzo in camicia bianca" Aggiungo. Una quantità eccessiva di gelosia inizia a scorrermi sulle e potrei davvero non badare alle mie azioni.
"Non stavo facendo nulla di male e poi ero incazzata, ne avevo tutte le ragioni"
"Eri? E adesso non lo sei più?" Domando curvando la testa verso destra prima di stringere il mio labbro inferiore fra i denti.
"No, lo sono ancora. Forse di più!" Chiarisce picchiettando la punta del piede per terra. Segno che è davvero molto nervosa.
"Smettila di fare la ragazza rigida e senza cuore, Fede"
"Tu smettila di confondermi"
"Non è mai stata mia intenzione fare una cosa del genere. Voglio solo farti tornare da me" Ammetto cercando di farle capire tutto ciò che penso e tutto ciò che voglio.
"I-io non posso e... non voglio. Ecco, io non voglio tornare da te, Riccardo. Sarebbe sbagliato farlo!"
"Dio, no! Perché dici così?" 
"Perché è la verità e basta! Non voglio più parlarne!" Esclama. Io afferro i suoi fianchi con le mani e la tiro verso di me, facendo combaciare perfettamente i nostri petti. 
"Non posso dimenticarmi di te, Carta."
"Devi. È per il nostro bene, Riccardo" Mormora. Le sue braccia circondano il mio collo, ma i suoi occhi guardano tutt'altro che i miei e questo mi distrugge interamente.
"Io non voglio."
"Devi." Ripete.
"E io ti sto dicendo che non voglio."  
"E io ti sto dicendo che-"
Prima che possa finire la frase, catturo le sue labbra, accarezzandole lentamente e con passione. Sono screpolate e fredde e cerco di sfiorarle con la punta della lingua per farle diventare morbide e calde.
Mugola qualcosa di incomprensibile e afferra i miei capelli, tirandoli piano. Applica una leggera pressione per farmi staccare, prima di girare il capo e accarezzarmi il viso con i suoi capelli.
"Non posso" Mormora accarezzando le sue labbra con le dita. "No, Riki... non posso davvero"
"Non scappare un'altra volta" Riesco a dire. "Ti prego"
"Lasciami andare" Afferra le mie mani, lasciando che scivolino via dal suo corpo. Prima che possa trattenerla ancora un altro po', sgattaiola via da me, lasciando che il vento di Milano mi culli fra le sue braccia.

Secondo aggiornamento della giornata. È un capitolo molto triste, lo so... ma prometto che si sistemerà ogni cosa.🌸
Fatemi sapere cosa ne pensate! Aspetto tanti commentini.
Vi mando un bacio enorme e buonanotte❤
-Roberta

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora