63. Non posso più aspettare

2K 103 8
                                    

"Voglio un figlio da te"
Posso immediatamente notare il suo volto un po' sorpreso, ma riesco a decifrare, fra tutta questo immenso stupore, un pizzico di felicità. 
"U-un figlio? Un figlio da me?" Balbetta afferrando le mie mani e stringendole nelle sue con dolcezza. 
"Si, Riccardo! Un figlio... hai presente un bebè che cresce dentro la pancia di una donna?" Scherzo, vedendo un luminoso sorriso sbucare fra le sue labbra.
"Si... vagamente, piccola. Ma onestamente, devo metabolizzare ancora del tutto le tue parole" Mormora sincerante. Penso sia normale, avrei avuto la sua stessa reazione. È davvero inevitabile.
"So che è troppo presto... non siamo ancora adulti al cento per cento, ma io voglio farlo. E voglio farlo con te." Ammetto a bassa voce, ma non moltissimo. "Ci amiamo. Cosa bisogna aspettare? Voglio vivere la mia vita con te e con il nostro bambino"
All'interno delle sue pozze color oceano, riesco a vedere quello strato sottile di lacrime di commozione, che riesce a far sorridere me e il mio cuore. "Voglio avere un figlio tutto nostro. Un piccolo Riccardo o una piccola Federica, con i tuoi occhi e i miei capelli. Voglio che ci chiami mamma e papà, che giri per casa facendo casino e che pianga soltanto perché ha bisogno delle nostre coccole."
"Fede..."
Le sue dita accarezzano il mio braccio e poi abbassa lo sguardo, prima di sollevare il capo e far incontrare i nostri occhi un po' lucidi e tremanti.
"Pensi che sia prematuro?" Chiedo sperando in una sua risposta negativa.
"No, non lo penso. Assolutamente" Ammette, afferrando i miei fianchi e stringendomi a lui. "Siamo pronti, non vale la pena aspettare" 
Alle sue parole, non riesco a nascondere quel sorriso che ha appena illuminato il mio viso. Sfrego la punta del mio naso contro il suo, sfiorando lentamente le sue labbra morbide e un po' fredde.
"Quindi?" Bisbiglio afferrando le sue spalle prima di stringerle poco dopo.
"E quindi... facciamolo" Risponde con voce ovvia, facendo spallucce. Non riesce a coprire quello sguardo malizioso che riempie il suo volto e io scoppio a ridere, per l'immensa felicità di quella sua breve parola.
Afferra la mia mano e mi guida, proprio come qualche attimo prima, verso l'uscita del locale, superando la grande massa di persone che ci viene addosso.
Non appena mettiamo piede fuori, il freddo gelido e quasi doloroso ci colpisce, ma cerchiamo di non farci caso, stringendoci un po' più forte. Il cielo completamente nero viene illuminato dai fuochi d'artificio di mille colori, mille forme e mille disegni, che riescono a far brillare l'infinito sopra di noi. "Te li dedico tutti." Mormora sottovoce, girandosi verso di me per darmi un bacio.
"Io ti dedico ogni cosa" Mi accarezza una ciocca di capelli con le dita, sfiorandomi poi, il viso. "Davvero ogni cosa, amore mio"
Mi lascia un bacio a stampo sulle labbra e poi mi sorride. Io gli sorrido. E il resto del mondo sembra sparire.
"Andiamo dai" Mi incita. Inizio a sentire una strana voglia alla pancia, forse bisogno. Si, bisogno di averlo. Di sentirlo soltanto mio.
L'improvviso suono del mio cellulare, ci interrompe e siamo costretti a fermarci, in modo che io possa rispondere. Gli mormoro un veloce 'aspetta' prima di frugare tra le mille cose all'interno della mia borsa. "È mia mamma"
Trascino il dito sullo schermo e lo appoggio all'orecchio, sentendo la voce squillante di mia madre e Raffella spaccarmi i timpani.
"Auguri ragazzi!" Urlano e Riccardo si avvicina per riuscire a sentire tutto ciò che dicono.
"Buon anno, famiglia!" Esclamiamo noi, cercando di non alzare troppo la voce. "Si sente la nostra mancanza?" Chiede il mio ragazzo.
"Tantissimo, ci mancate" Mormora mia madre, un po' triste.
"Torniamo presto, promesso" La tranquillizzo. Dopo aver salutato e augurato la buonanotte a tutti, interrompiamo la conversazione, cercando di concentrarci solo su noi due. La mia mano è perfettamente stretta nella sia, mentre raggiungiamo la nostra camera d'hotel.
Non appena varchiamo la soglia dell'enorme stanza, sento le sue potenti braccia cingermi i fianchi. Mi pressa contro il muro, spingendo il suo torace che aderisce perfettamente al mio seno.
"Girati"
Ubbidisco immediatamente, appoggiando i gomiti alla parete perfettamente pulita. Le sue dita tirano giù la zip del vestito, fino a farlo scivolare ai miei piedi.
Rimango immobile, non riuscendo a fare nient'altro se non fissare tutto ciò che si trova di fronte a me.
Sento la sua mano stringere il mio seno nudo e solo a quel punto, mi giro, stringendo il suo viso un po' rosso. Lascio scivolare le mie dita fra i suoi capelli fragili e crespi, facendogli socchiudere gli occhi. Faccio scorrere il cappotto lungo il suo corpo, lasciandolo cadere per terra proprio accanto al mio abito.
Posizona le mani sotto le cosce e mi solleva, appoggiandomi proprio sul mobile color oro. Quando la superficie fredda sfiora la mia pelle, sussulto, cercando appiglio nelle sue spalle che immediatamente stringo. Si posiziona fra di esse, stuzzicando il mio collo con quelle fottute labbra che si ritrova. "Riccardo..."
Lui mi ignora, continuando a torturare ogni singolo millimetro di me.
Porto le mani sulla sua camicia, pizzicando il tessuto con una lentezza davvero esasperante per entrambi.
Dalla finestra riesco a vedere la Torre Eiffel illuminata dai diversi fari. Essa riesce a rendere l'atmosfera molto leggera e romantica e a far brillare ogni angolo della stanza.

Dio, è tutto così bello.

"Se tua madre sapesse cosa ti sto facendo, mi ucciderebbe" Decido di sbottonare il primo bottone, guadagnandomi un sorriso da parte sua.
"Non vedo il problema..."
"Non sarebbe contenta di sapere che sto per fottere sua figlia contro un mobile" Poi sbottono il secondo.
"Sua figlia lo adora" Chiarisco immediatamente.
"Ne ero certo" Via il terzo e anche il quarto bottone. Non appena il suo petto rimane scoperto davanti ai miei occhi, lo fisso intensamente, accarezzando i suoi muscoli con i polpastrelli.
Si china fra le mie gambe, sganciando i miei tacchi lentamente. Io appoggio la testa alla parete, allungando le gambe che lui non fa altro che accarezzare. "Riccardo..."
"Shh, chiudi gli occhi e stai tranquilla"
Deglutisco rumorosamente, sentendo le sue labbra poggiarsi sulle mie cosce. "Possiamo concepire nostro figlio sul letto, per piacere?"
"Perché? È così bello prenderti qui" Insiste indicando il mobile dove sono seduta.
"Mi fa male il culo, Riccardo" Lo sgrido e lui scoppia a ridere.
Mi afferra di nuovo per le cosce, appoggiandomi sul materasso morbido e freddo. Le mie braccia scivolano verso l'alto mentre lo guardo farmi impazzire. "Così va meglio" Mugolo eccitata.
Sbottona i suoi pantaloni, ma io mi sollevo e lo blocco, continuando a fare tutto quello che avrebbe dovuto far lui. Tiro giù la zip, lasciando un bacio proprio sul suo stomaco nudo. Lascio scorrere i suoi pantaloni lungo le gambe e con un veloce calcio riesce a togliere sia le scarpe che l'indumento.
Affondo il mio corpo di nuovo sul materasso, aspettando che lui ritorni su di me. Non tarda ad arrivare, poiché il secondo dopo, le sue labbra fanno capofitto sul mio collo. Mi lascio andare con la schiena all'indietro quando i suoi baci iniziano a colpire un'altra mira: prima la clavicola, poi in mezzo ai miei seni, poi l'ombelico e poi il tessuto dei miei slip. Ritorna di nuovo sul mio viso, baciandomi con prepotenza.
Entrano in gioco i suoi denti e quei lievi morsi, che iniziano a picchiettare sulla mia pelle umida a causa della saliva.
"Dimmi che mi ami" Ansima, spingendo il suo bacino contro il mio.
"Ti amo. Adesso fai l'amore con me, che non voglio e non posso più aspettare."

E daje!😂💪
È andata bene anche questa volta, adesso non rimane che raggiungere l'obiettivo! Ci riusciranno?😎
Buonanotte belle❤
-Roberta💞

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora