104. Ricordati di amarmi

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"Di cosa vuoi parlare, Riccardo?" Gli domando, guardandolo intensamente. Incrocio le braccia al petto, provando a custodire il mio cuore, che negli ultimi giorni riceve soltanto dolore.
"Di tutto quello che è successo"
"Okay..." Rispondo semplicemente con un filo di voce.
Ruoto lievemente la testa, cercando di non incrociare il suo sguardo, che mi fa letteralmente ghiacciare ogni muscolo. Appoggia le dita sul mio mento, spostando il mio viso verso la sua direzione.
"Però guardami negli occhi." Chiarisce a bassa voce. Io sospiro, stringendo il bancone della cucina fra le dita. "E dimmi qualcosa."
"Cosa vuoi che ti dica? Sono incazzata e delusa da te, dal tuo comportamento e dalle parole che hai detto"
"Mi dispiace tanto aver reagito in quel modo"
"Oh e perché mai dovresti?" Chiedo retoricamente, alzando le spalle. Sono incazzata nera. Tutta la tristezza che scorreva lungo le mie vene, si è immediatamente trasformata in rabbia. Quell'immensa rabbia che non riesco a bloccare con nessun mezzo. "Hai detto ciò che pensavi, no?"
"Si, lo pensavo. Dio, Fede! Onestamente, non sono per niente pronto per diventare padre per la seconda volta. Non è il momento, cazzo! Perché affrettare le cose?" Chiede velocemente.
"Perché affrettare le cose? Ma sei serio?" Ripeto cercando di mantenere la mia posizione. "È stato uno sbaglio che non doveva succedere, ma non possiamo cancellarlo del tutto e far finta che non sia successo niente"
Solo al pensiero, mi vengono i brividi.
"Di quante settimane è il bambino?" Sussurra con un pizzico di amarezza.
"Tre settimane, Riccardo"
Lui sospira, afferrando il suo ciuffo di capelli prima di tirarlo all'indietro con un veloce movimento.
Ogni singolo angolo del mio corpo è in continua agitazione. È davvero una pessima sensazione.
"Bisogna prendere una decisione, Federica"
Una decisione.
"Non manderò via questo bambino" Chiarisco all'istante. "Nove mesi passeranno lentamente e avrai tutto il tempo per pensare ed essere pronto per affrontare questa nuova vita"
"E se non lo sarò? Cosa farai?"
"Smettila di fare domande su domande, dannazione!" Urlo.
"Tu smettila di costruire castelli di carta! Non sei pronta neanche te per badare a tre bambini"
"Lo so, ma potrei farcela" Scrollo le spalle, tranquillamente. In fondo sono la loro mamma, perché dovrei non essere all'altezza?
"Ne dubito"
"Devi smetterla! Devi fottutamente smetterla. Il tuo comportamento mi irrita"
"A me irrita il tuo!"
"Non meriti di essere definito un uomo, Riccardo!" Sbotto. Il suo sguardo diventa improvvisamente cupo, provocando una scossa improvvisa all'interno del mio cuore. Se ripenso che ieri sera eravamo l'uno sull'altra a fare l'amore e adesso ci ritroviamo a litigare, mi vien voglia di scoppiare a piangere e non smettere mai.
"Non ti permetto di parlarmi così!" Urla. Quando sto per schiudere la bocca per dirgli qualcosa, i gemellini appaiono proprio sul ciglio della porta, facendo bloccare la nostra discussione immediatamente.
"Perché urlate? State litigando?" Chiede Chloe spaventata. Le mie mani tremanti sfiorano incerte le mie labbra, cercando di calmarmi e respirare profondamente.
"No, piccolini. State tranquilli" Li tranquillizza Riccardo, avvicinandosi a loro. Accarezza le loro testoline con dolcezza, guidandoli verso la tavola perfettamente apparecchiata. "È tutto pronto per mangiare. Sedetevi"
Loro annuiscono e ci fissano incerti, provando ad avere risposte all'interno dei nostri occhi, ma che purtroppo non ottengono.
Una lacrima riga la mia guancia velocemente e la caccio via alla velocità della luce, girandomi verso la cucina.
"Mamma, perché piangi?" Sussurra Leo, avvicinandosi a me. Accarezza il mio braccio con le sue piccole dita, inclinando lievemente la testa per potermi guardare meglio.
"Oh nulla, amore. Ho tagliato la cipolla e mi ha fatto piangere" Mento, accarezzando i suoi capelli. Sento lo sguardo di suo padre su di noi ma non posso fare altro che sospirare e restare in silenzio.
"Papà, cos'hai fatto a mamma?" Chiede girandosi verso di lui. Ha gli occhi tristi e vuoti, ma sembra un piccolo uomo che deve proteggere la sua principessa. Il mio bambino.
"Non ho fatto nulla, Leo" Risponde velocemente, alzando le braccia.
"E allora perché piange?"
"Devi sapere che alcune volte, le persone adulte litigano. Io e mamma abbiamo avuto una piccola discussione, ma presto risolveremo" Continua. All'interno della sua voce riesco a percepire un minimo di dolcezza.
Mio figlio annuisce lentamente, circondando i miei fianchi con le sue braccia. Gli mormoro un 'stai tranquillo' prima di farlo sedere a tavola e far scivolare il sugo all'interno della pentola.
Respiro profondamente più volte, rendendo più tranquilla quest'atmosfera tesa che si è appena creata in casa mia. Dio, tutto questo è peggio di un incubo.
Sento i passi di Riccardo avvicinarsi all'improvviso, ma io lo ignoro continuando a fare tutto ciò che stavo facendo. Il suo fiato soffia lungo il mio collo, provocandomi la pelle d'oca e un tuffo immediato al cuore.
"Scusami, non avevo nessuna intenzione di urlarti in quel modo lì" Sussurra piano, per evitare di farsi sentire dai nostri bambini.
Io annuisco, socchiudendo gli occhi lievemente. "Ricordati che ti amo"
Vorrei tanto urargli che se mi amasse davvero, non direbbe quelle porcate e non mi farebbe soffire, ma l'unica cosa che riesco a fare è stare zitta e ruotare la testa verso i suoi occhioni blu, che mi fanno letteralmente andare in crisi. "E ricordati di amarmi, nonostante i miei difetti"
"Non l'ho mai dimenticato, lo sai." Ammetto velocemente. "Ti amo, ma tu mi distruggi"
"Lo so, perdonami"
Annuisco e lo scanso, raggiungendo Chloe e Leo, che ci guardano con attenzione e un pizzico di paura. La delusione nei suoi confronti è davvero immensa, ma cerco di non pensarci, almeno per adesso.
"Forza, bimbi! Mangiamo" Esclamo, appoggiando la pentola sulla tavolo. Loro sorridono e non appena ci sediamo, iniziano a parlare di tutto, rendendo molto più leggera la nostra situazione.
Gli occhi di Riccardo si incrociano più volte con i miei, ma nonostante tutto ciò, non riesco a dimenticare quello è successo e ricominciare come se niente fosse. Sono ancora arrabbiata.
Un suo semplice 'perdonami' non migliorerà la nostra situazione.
So che presto o tardi riprenderemo il discorso, quindi devo essere pronta per non crollare e per restare lucida su tutto questo.
Per tutto il pranzo, i nostri occhi tristi e vuoti si cercano continuamente, ma io cerco di impedirlo, distogliendo lo sguardo ogni volta, per non poter cedere come sabbia fra le sue mani.

Buonanotte e a domani🌑🌟
-Roberta🔐

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora