30. Ho davvero bisogno di te

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"Devi dare una leggera spolverata di cacao a queste palline di cioccolato" Dice Riccardo mentre osserva ogni mio singolo movimento.
"Okay, ho capito. Mentre sulle altre palline devo mettere il cocco, giusto?"
"Perfetto, Carta. Hai afferrato il concetto alla perfezione" Ride facendomi l'occhiolino. Alzo gli occhi al cielo e afferro il recipiente tondo per poter posizionare i gustosi dolcetti sulla superficie. I suoi occhi sono fissi su di me e devo ammettere, che non riesco a concentrarmi a causa di tutto questo.

Lui mi distrae.

Il suo sguardo mi distrae.

E anche quel suo solito sorrisino malizioso che nasce fra le sue labbra ogni volta che mi guarda.

"Riccardolino, smettila di fissarmi... sei inquietante" Rido cercando di non scivolare come sabbia fra le sue mani.
"Quando sei concentrata sei più bella"
Le sue parole mi causano un immediato aumento del battito cardiaco e vorrei prenderlo a schiaffi per l'effetto che ha su di me e sul mio cuore.
"Tu smettila lo stesso. Rendi le cose complicate"
"Ah si? E perché?" Chiede avvicinandosi. Appoggia il fondoschiena sul bancone e incrocia le braccia al petto.
"Perché mi deconcentri... io devo lavorare" Lui sospira piano.
"Anche io devo lavorare... ma i miei occhi vogliono guardare te e non i cioccolatini"
"Beh... i tuoi occhi stanno facendo un grande errore"
"Io penso di no" Insiste.
Ruoto la testa per poterlo guardare e afferro il grembiule rosso per poter pulire le mie mani, strapiene di cioccolato. "Non iniziare a provocarmi"
"Non lo farei mai" Rispondo innocentemente. Accarezzo la sua guancia con l'indice, disegnando una piccola striscia di cioccolato sulla sua pelle.
"Mi hai sporcato?" Chiede spalancando gli occhi, sorpreso.
"Oh già, Marcuzzo... e devo dire che sei terribilmente sexy"
Faccio un passo verso di lui e faccio aderire i nostri petti, producendo delle piccole scintille che iniziano a scoppiettare dentro di noi. 
Le mie mani viaggiano lungo il suo petto, mentre le sue sono ferme sui miei fianchi. I nostri sguardi sono perfettamente incrociati. Ci fissiamo le labbra a vicenda e quando sento la sua mano stringere il mio sedere, afferro il suo viso e lo bacio dolcemente. Ci sfioriamo con una delicatezza eccessiva e quando la punta della sua lingua sfiora la mia, un brivido mi trafigge l'anima. Dopo qualche istante, ci stacchiamo, completamente senza fiato ma sorridenti.
"Wow, bimba. Avevi una voglia matta di baciarmi eh?"
"Oh si" Ammetto con un piccolo sorrisino. Lui allunga un braccio verso il bancone e afferra un barattolo trasparente, contenente della panna fresca.
Lo guardo confusa, ma anche un po' divertita da tutto questo. "Cosa vuoi fare con quella roba lì?"
"Beh, potrei davvero farti tante cose... ma mi limito a questo"
Inserisce l'indice all'interno del composto bianco e inizia ad accarezzare le mie labbra. Le ricopre piano, sfiorando qualche volta il mio basso ventre con i suoi fianchi. Socchiudo gli occhi, godendomi a pieno la forte sensazione che mi provocano le sue dita.
"Non ho mai fatto una cosa più eccitante di questa" Sussurra con voce roca e una strana sensazione si fa spazio all'interno della mia pancia.
"Un giorno mi farai impazzire" Mugolo stringendo alcune sue ciocche di capelli fra le dita. Le mie gambe si trasformano in gelatina, provocandomi un immenso tremolio in ogni angolo del corpo. "Se dovesse entrare qualcuno, come facciamo?"
"Piccola, il laboratorio è chiuso a chiave" Cattura le mie labbra e inizia a leccarle con lentezza, succhiandole ogni tanto. "Stai tranquilla"
"Mmmh"
Getto la testa indietro e lui inizia a lasciarmi una serie di baci sul collo, pizzicando la pelle con i denti.
"Non vedo l'ora di tornare a casa" Ammette con un filo di voce.
"Anche io"
La sua mano si fa spazio tra le mie gambe e piega le ginocchia per poter farmi sentire l'evidente rigonfiamento intrappolato all'interno dei suoi jeans.
"Ti rendi conto di cosa mi fai, vero?" Io annuisco, incapace di dire qualche altra cosa.
Riesco soltanto ad immergere l'indice all'interno della miscela di cioccolato e appoggiarlo sulla sua bocca, leggermente arrossata. "Apri"
Lo fa immediatamente e inizia a succhiare piano il mio dito, guidando i movimenti del mio polso con la sua mano. Riesco a sentire quanto il bisogno di averlo, sovrasta realmente ogni cosa. Tra le gambe inizio a sentire una leggera pressione che alcune volte mi fa davvero perdere il respiro. I suoi occhioni si chiudono lentamente e vedo le sue guance muoversi con lentezza. "Buono?"
"Si, ma io voglio assaggiare te."
"Dopo, Riki" Farfuglio. Lui annuisce e mi guarda leccando le sue labbra in ogni angolo.
Mi lascia una carezza sullo zigomo, prima di posizionare una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
"Dobbiamo muoverci... ho davvero bisogno di te" Piagnucola.

Ha bisogno di me?

Anche io ho bisogno di lui.

"I nostri genitori torneranno a casa con noi" Gli ricordo. Quando ritorneremo sarà già ora di pranzo ed è ovvio che loro saranno presenti.
"Promettimi che quando andranno via, sarai tutta mia" Piagnucola esasperato da questa situazione.
"Te lo prometto"
Sfioro le sue labbra con le mie velocemente e mi giro, afferrando altri due gustosi cioccolatini per poterli decorare.
"Riccardo, puoi aprirmi la porta?" Chiede all'improvviso Raffaella attraverso la porta e io sussulto per l'eccessiva paura. Il ragazzo dagli occhioni azzurri mi guarda prima di colpire il mio sedere con il palmo della mano.
"Tempismo perfetto, Carta!" Ride facendomi alzare gli occhi al cielo. Mi guarda per un secondo e poi corre verso a porta, prima di aprirla e appoggiare il bacino proprio sulla cornice.
"Dimmi, mamma"
"Allora ragazzi, potete andare. Per oggi avete finito" Ci informa cacciando una ciocca fastidiosa di capelli che la infastidisce. Riccardo mi fa l'occhiolino per poi riportare lo sguardo su sua madre, che aspetta una nostra risposta. "Mi raccomando,  preparate qualcosa da mangiare per il pranzo"
"Certo, signora Raffaella! Stia tranquilla" Le dico.
Si avvicina a noi e ci lascia un veloce bacio sulle fronti, prima di guardarci con un enorme sorriso fra le labbra. "Fate attenzione"
Annuisco. Lei si gira ed esce dalla stanza, raggiungendo la grande sala. Riki mi fissa e appoggia le mani sui suoi fianchi, leccando una parte della sua bocca con la lingua.
"Andiamo a cucinare, bimba?" 
"Si, Marcuzzo... cosa ti piacerebbe cucinare oggi?" Domando maliziosamente, sciogliendo il fiocco del grembiule sulla parte bassa della mia schiena.
"Delle uova strapazzate... sarebbe l'ideale" Risponde velocemente. "Tu sei una delle tante uova, mentre io ho il compito di strapazzarti sul letto"

Oh Gesù, questo è matto.

"MA RICCARDO!" Urlo completamente sconvolta dalle sue parole.
"Andiamo, non voglio perdere altro tempo" Afferra la mia mano e mi tira verso l'uscita, riuscendo a farmi dimenticare completamente di tutto quello che ci circonda.

😂😂😂
Allora, come potete vedere questa storia è un po' diversa dalle precedenti... ho scelto di cambiare un po'. Non mi andava di fare la solita 'favola', ma mi sono buttata, cercando di cambiare ogni cosa.
Però sto notando che vi piace e ne sono davvero molto contenta❤
E niente... fatemi sapere un vostro parere su questo capitolo. Grazie di tutto. Sempre.
Baci a tutte e buon pomeriggio🍫
-Roberta.

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora