79. Sei uno stronzo!

1.5K 103 12
                                    

Pov's Federica

Questa mattina a svegliarmi è stato l'odore del caffè che riempie l'intera casa. Adoro tutto questo.
Apro lentamente gli occhi e solo dopo essermi abituata alla leggera luce del sole mattutina, allungo un braccio verso il lato opposto del letto, sentendo soltanto le piccole pieghe delle lenzuola sotto le mie dita.
Decido di alzarmi e a passi lentissimi riesco a raggiungere la cucina, vedendo la figura di Riccardo lottare contro una crepes. La sua espressione è concentrata, le sue labbra sono pressate, mentre tiene i suoi occhi fissi sulla padella. È buffo. Ma è dannatemene bello, Dio se lo è.
Non riesco a trattenere una leggera risata, quando la sottile sfoglia, scivola sul pavimento a causa di un suo brusco movimento. "Ehi, ti sei svegliata e già ridi di me" Esclama, offeso non appena mi nota. Io mi avvicino, afferrando le sue spalle per poi stringerle con dolcezza.
"Scusami, amore... ma sei un disastro in cucina"
"Dovresti insegnarmi a fare qualcosa" Sorride. Io annuisco, premendo le sue labbra sulle mie, per poter regalare al mio uomo, il bacio del buongiorno che tanto ama. 
"Lo farò" Sussurro e mi stacco, afferrando la mia tazza per poter riscaldare un po' di latte. "A che ora ti sei svegliato?"
"Oh circa mezz'ora fa... non riuscivo più a dormire"
Io annuisco, lanciando uno sguardo al nostro giardino che tanto adoro e amo curare. All'interno della stanza, pochi secondi dopo, regna il silenzio più assoluto. Gli unici rumori che si riescono a sentire sono soltanto i nostri respiri calmi, mentre sorseggiamo il latte caldo.
Lo vedo assente, è come se non ci fosse e questa cosa, un po' mi distrugge.
"Bisogna far la spesa" Gli dico all'improvviso. Lui alza lo sguardo verso di me, facendo incrociare i nostri occhi. 
"Vai tu... io devo andare in cioccolateria" 
"Ho bisogno della macchina... non posso andare a piedi" Faccio spallucce, calma.
"Eh Fede, anche io ho bisogno della macchina" Nella sua voce, riesco a percepire un pizzico di fastidio, ma cerco di non innalzare il polverone e restare tranquilla. 
"Non posso andare a piedi, Riccardo. Sono incinta! Mi stancherei troppo" Sussurro con un filo di voce. Sento ogni singolo organo ribaltarsi al contrario ma cerco di stare calma e fare dei profondi respiri.
"Allora non si può andare a far la spesa!"
A quel punto, sbatto entrambe le mani sul tavolo provocando un forte tonfo che lo fa sussultare.
"Va bene, non si fa la spesa! Come vuoi!" Ripeto. La mia temperatura corporea inizia ad aumentare, causandomi un live capogiro.
"Smettila di fare la bambina capricciosa"
"Smettila di fare tu il bambino capriccioso, cazzo!" Ribatto guardandolo negli occhi. "Ma ti rendi conto di tutto ciò che dici?"
"Tu ti rendi conto di come lo dici?" Chiede facendomi corrugare entrambe le sopracciglia.
"Ti ho solo avvisato su una determinata cosa" Mi difendo, appoggiando una mano sul mio pancione un po' tremante a causa dell'agitazione.
"Adesso non fare la vittima" È impazzito per caso?
"Riccardo, che cosa diavolo ti prende? Che razza di comportamenti sono questi?"
"Questi comportamenti li provochi tu!" Adesso alza la voce e questa cosa mi fa sbuffare.
Questo è il nostro vero e primo litigio dopo aver scoperto di essere incinta. Come primo litigio è abbastanza lieve, no?
"Per piacere non urlare"
"Mi fai letteralmente andare fuori di testa" Esclama, pizzicando alcune ciocche dei suoi capelli con le dita. Le rinchiude fra le mani per poi stringerle in modo furioso.
"Non riesco ancora a capire il valido motivo per cui stiamo discutendo alle otto del mattino!"
"Da questo punto di vista, non riesco a capirlo neanche io" Dice velocemente. "È tutto così ridicolo"
"No, Riccardo! Sei tu quello ridicolo."
"Non sai quello che dici"
Quando si comporta in questo modo, lo odio. Lo odio davvero con tutta me stessa.
"Oh no, caro! Ti sbagli..." Faccio un profondo respiro e poi continuo. "Dopo l'estrema dolcezza di ieri sera, non mi aspettavo un litigio di questo genere" Dio mio, è vero. Poi provocato da una cosa così piccola e di poca importanza.
"Sono umano e ogni tanto ho bisogno di scoppiare!"
"Non è una giustificazione per attaccarmi in questo modo!" Gli dico e lo penso davvero. "Sei troppo impulsivo e non riesci a bloccare le parole!"
"Tu non hai difetti, Federica? Tu sei perfetta, dico bene?"
"Non ho detto questo, Riccardo! Alcune volte sei immaturo" Sbotto. Cazzo, non riesco a stare calma.
"No, io non sono immaturo! Immaturo è stato tutto questo!" Esclama indicando tutto ciò che ci circonda. Nella sua voce posso notare un briciolo di rabbia, ma è anche così maledettamente triste. "È stato immaturo acquistare una casa, andare a vivere insieme, fare un figlio e cercare di essere felici, formando una famiglia! Ecco cos'è stato immaturo, Federica! Questo!"
Le sue parole riescono a spezzare del tutto il mio cuore, che fino a qualche ora fa era strapieno d'amore. "E mi dispiace doverti dire determinate cose al mattino, ma purtroppo non è stata colpa mia"
Non riesco a bloccare diverse lacrime che si fermano proprio negli angoli dei miei occhi e non appena li chiudo, esse iniziano a rigare il mio viso. "Ti stavo preparando anche la colazione, ma evidentemente non è abbastanza"
"Esci da questa casa, Riccardo! Esci!" Urlo, indicando la porta d'ingresso. "Sei uno stronzo! Da quando ci conosciamo non hai fatto altro che farmi soffrire! E adesso? Adesso cosa resta di quello che abbiamo costruito?" A causa di un singhiozzo sono costretta a bloccare il mio discorso. "E non è vero che è stato immaturo mettere al mondo i nostri bambini! Loro sono il frutto del nostro amore, ma evidentemente questo non ti basta per essere felice!"
Lui schiude leggermente le labbra per dire qualcosa, ma poi ci ripensa, pressandole in una linea sottile. "E adesso, vai via! Non voglio vederti e neanche sentirti"
Lui mi lancia uno sguardo, prima di abbassare il capo e stringere gli occhi.
"Vado via e non torno neanche per pranzo!" Raggiunge il salotto a passi veloci, riuscendo a farmi crollare il mondo addosso.
"Meglio!" Esclamo bruscamente. Prima che possa dirgli qualcos'altro o mandarlo a fanculo, sento la porta d'ingresso chiudersi bruscamente.
È un coglione. Interamente. È riuscito a farmi crollare e ora come ora, era l'ultima cosa che volevo. "Cazzo!" Urlo colpendo la superficie del tavolo, per poi accasciarmi per terra e scoppiare in un pianto liberatorio che distrugge il mio cuore, ormai a pezzi.

💔
LA TRANQUILLITÀ È DURATA ABBASTANZA, ADESSO TORNANO I LITIGI.😌
Preparatevi😈
Baci baci e a domani💕
-Roberta🙊

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora