36. L'ho persa per sempre

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Pov's Riccardo

Aver concluso la conversazione con Federica in quel modo lì, mi distrugge. Mi distrugge perché, nonostante sia un ragazzo forte e potente, non riesco a far soffrire la gente e poi non chiederle scusa.
Le sue parole continuano a ripetersi nella mia testa, ma non riesco a decifrarle del tutto.
Forse è vero, non ho mai provato la vera sensazione di essere innamorato e ora come ora, non ho nessuna intenzione di farlo.
Eppure quando ero bambino sognavo tutto questo... adesso, dopo anni, come può davvero cambiare ogni cosa? Le idee e le sensazioni non potrebbero rimanere immutate nel tempo?
Perché sto diventando così poetico? Che diavolo mi sta succedendo?
Improvvisamente i miei occhi si poggiano sulla sveglia digitale appoggiata sul comodino della mia camera, riuscendo alla perfezione ad eliminare ogni possibile preoccupazione dalla mia testa.

09:45

"Cazzo, è tardi!" È passata circa un'ora da quando sono in camera mia e onestamente, la voglia di uscire da qui è pari a zero.
Ma devo andare in cioccolateria, altrimenti rischio di prendermi un rimprovero da parte di mio padre. 
Spalanco la porta della mia stanza e corro giù per le scale, incontrando lo sguardo di Federica, completamente perso nel vuoto.
Il suo corpo viene coperto dal pesante cappotto nero e con le mani, scosta i suoi capelli che ricadono dolcemente sulle sue spalle.
Mi guarda e poi abbassa lo sguardo sul pavimento, trovandolo veramente interessante. "Vuoi un passaggio? Fa freddo fuori" Chiedo prendendo le chiavi della macchina.
"No, vado a piedi" Risponde fredda. Il suo tono di voce mi fa davvero tremare le ginocchia.
"Potresti beccarti l'influenza, Fede" 
"Ho detto di no. Ci vediamo lì" Sbotta aprendo la porta d'ingresso. Mi catapulto verso di lei,  prima di afferrare il suo braccio e farla voltare verso di me. "Lasciami" Ordina a denti stretti, facendo nascere un piccolo sorriso fra le mie labbra.
"Solo se tu vieni in macchina con me"
I nostri visi sono davvero a pochi centimetri di distanza. Nessuno può immaginare la voglia matta che ho baciarla... ma non posso farlo. Potrei seriamente beccarmi un ceffone, un calcio fra le gambe e un suo 'sei un coglione' urlato fra la rabbia.

Quindi... meglio di no.

"È un ricatto?" Domanda lanciandomi un'occhiataccia malefica.
"Vero e proprio."
Con un brusco movimento riesce a dimenarsi dalla mia presa, facendomi sospirare piano. Solo Dio sa la voglia matta che ho di stringerla fra le mie braccia, sussurrarle che non era mia intenzione farla star male e che voglio soltanto viverla fin quando lei lo vorrà.
All'improvviso, il vento gelido di Milano ci colpisce il viso e mi stringo attorno alla mia felpa, cercando di riscaldarmi. Non faccio altro che guardare Federica, nella speranza che possa seguirmi in macchina e venire con me. Ma sono certa che non lo farà, è troppo delusa dal mio comportamento da stronzo. Ed è anche frenata dall'orgoglio, che non le permette di avere ciò che lei desidera.
"Allora? Vieni con-" Inizio mentre la guardo camminare proprio a fianco a me.
"Apri questa macchina che sto per congelare!" Mi interrompe. Sul mio viso sorge un sincero sorriso, ma cerco in tutti i modi di nasconderlo, mordendo più volte il mio labbro inferiore.
Faccio come dice e alla svelta entro in auto, accendendo il riscaldamento per non farle sentire ulteriore freddo.
"Sono qui solo perché non mi andava di andare a piedi! Sia chiaro eh!" Chiarisce sfregando le mani sulle sue cosce.
"Lo so"
Lei sospira prima di guardarmi per un istante e riportare lo sguardo verso il finestrino.
"Posso farti una domanda?" Le chiedo incrociando le braccia al petto.
Il suo corpo si curva per potermi scrutare attentamente e io perdo un battito.

È davvero qualcosa di perfetto.

"L'hai già fatta" Sorride. Riesco a vederla leggermente più calma rispetto prima. O è soltanto una mia stupida impressione?
"Ti sei pentita di aver fatto determinate cose con me?" La mia voce suona come un sussurro.
Ho una paura matta della risposta e tutto questo mi uccide.
"Perché me lo chiedi?"
"Non lo so. Tu rispondi"
Il nostri sguardi sono incatenati. I suoi occhioni color nocciola non hanno nessuna sfumatura di felicità o spensieratezza, ma solo tanta tristezza. Di solito hanno quella lucentezza particolare che mi fa perdere il fiato ogni volta, ma questa volta no. E la colpa è soltanto mia.
"Devo essere sincera?"
"Con me devi esserlo sempre."
"No, non mi sono pentita di nulla" Ammette con un sussurro. "Rifarei ogni singola cosa"
"Qualcun altro prenderà il mio posto, Fede?" Domando. Sento una scossa pervadere il mio cuore e non mi sono mai sentito così debole.

Che cosa mi sta succedendo?

"No, non adesso almeno" Risponde calma. "Ma odio essere presa per il culo, Riccardo"
"Lo so, ti conosco abbastanza"
È la prima volta che stiamo parlando con calma senza dover urlare. Miracolo.
"Mi dispiace ma io non sono come le altre ragazze." Chiarisce.

So anche questo.

Non è difficile da capire.

"Alla base di un rapporto di questo tipo deve esserci il rispetto e poi tutto il resto, Riccardo"
"Mi sono comportato come una merda e mi dispiace" Piagnucolo frustrato, colpendo il volante con le punte delle dita.
"È un po' troppo tardi per capirlo, non credi?"
Io annuisco, incapace di dire qualcos'altro.
"Mi dispiace"
"Dimentica tutto quello che è successo, non è difficile"

Per uno come me non è mai stato difficile dimenticare una ragazza, ma questa volta c'è qualcosa di diverso che mi impedisce di farlo.

"Già, non è difficile" Sospiro.
"Continuiamo a vivere la nostra vita. Comportiamoci come due semplici amici. Era tutto uno stupido gioco e si sa... i giochi si dimenticano in fretta" Sussurra distogliendo lo sguardo. Non lo pensa davvero, ne sono sicuro. "Però devo ringraziarti"
"Per aver fatto cosa?" Domando alzando un sopracciglio, curioso.
"Per avermi fatto sentire viva. Non ci era mai riuscito nessuno"
"Ne sono orgoglioso" Le sorrido e lei ricambia. Un sorriso piccolo e spento, ma così fottutamente bello da farmi davvero perdere le parole.
"Adesso basta però! Andiamo a lavoro" Batte le mani, cercando di rompere questo nostro discorso.
"Quindi...?"
"'Quindi' cosa?" Chiede confusa, sistemando una ciocca di capelli dietro il suo orecchio.
"Non sarai più mia?" Sussurro con un filo di voce.
"No e forse non lo sono mai stata"
Io annuisco, abbassando lo sguardo. Questa sua ultima frase, riesce a rendermi consapevole di una sola cosa: l'ho persa. L'ho persa per sempre.

TRISTEZZA PORTAMI VIA💔
Giuro che presto arriveranno i capitoli belli e dolciosi🌹
Spero che questo vi piaccia comunque👐
Un bacio a tutte e al prossimo aggiornamento❣
-Roberta.

Tutto quello che ho - Federica e Riccardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora