Il viaggio inizia

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30/6/1990
Erano le 8 di sera e tutti all'orfanotrofio Oraxel avevano appena finito di cenare e si erano rintanati nelle proprie camere. La camera di Altair era all'ultimo piano e la sua finestra guardava il cancello d'entrata. Davanti alla finestra c'era un grande albero. Alla ragazza le piaceva molto salirci: apriva la finestra e con un salto arrivava al ramo più vicino, infine si arrampicava andando verso la cima dove vari rami formavano un posto lerfetto per accomodarsi e riposare. Altair era lì, nel suo "posto segreto". Stava leggendo Shining di Stephen King. Agli orfani della sua età non era permesso leggere certi libri, ma tanto si sà... la ragazza non amava affatto le regole. In realtà quel libro non era neanche della biblioteca dell'Oraxel, ma del vicedirettore: era il fratello più piccolo della direttrice ed era compito suo mantenere l'ordine lì dentro. Era un grande fan dei gialli e degli horror, difatti, nel suo studio aveva un'enorme libreria.
Mentre leggeva, la ragazza sentì il cancello aprirsi. Andò su un ramo leggermente più basso e da lì vide chi era appena entrato: un uomo con barba e capelli bianchi, molto lunghi. Era alto e aveva una certa età ma sembrava comunque un tipo in gamba. L'uomo suonò il campanello e la segretaria andò ad aprirgli -oh... salve, posso esserle utile?- la Colling sembrava sopresa non tanto per l'arrivo dell'uomo, tanto lo sapeva che sarebbe arrivato per quell'ora, ma più che altro per l'abbigliamento: portava una specie di tunica argentata.
-Buonasera. Mi scuso per il ritardo, sono il professor Albus Silente-
-Stia tranquillo non è affatto in ritardo. Altair è in camera sua... forse... probabilmente... mhh, non saprei... quella ragazza è davvero imprevedibile. Bèh si accomodi pure intanto che vado a chiamare Mrs. Corney-
Quando la Corney arrivò portò il professor Silente all'ultimo piano dell'orfanotrofio, verso la camera di Altair. Intanto la ragazza era rientrata in camera, aveva chiuso la finestra, nascosto il libro e si era messa seduta sul letto, con le gambe distese, a "leggere" un fumetto del Joker. Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti- disse Altair
-Altair, questo è il professor Albus Silente. È venuto quì per parlarti- Silente entrò nella stanza mentre la Corney chiudeva la porta e se ne andava. La ragazza si mise seduta sul bordo del letto mentre Silente si sedette sulla sedia della scrivania.
-Ciao Altair. È un piacere vederti-
-Salve- la ragazza guardava l'uomo dritto negli occhi col suo solito sguardo freddo, anche se Silente notò una nota di curiosità.
-Io sono il professor Albus Silente, preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Sono venuto qui per consegnarti persobalmente la tua lettera di ammissione e risolvere tutti i tuoi dubbi- La ragazza non era per niente sorpresa, sapeva bene che quel giorno sarebbe arrivato.
-Magia ha detto?-
-Sì esatto, ma credo che tu... sappia già tutto- questo Altair non se l'aspettava. "come faceva a saperlo?" Si chiese.
-Si beh... la mia professoressa di matematica è una magonò e mi ha spiegato un sacco di cose sul mondo magico e... anche su mio padre-
-Che cosa ti ha detto su tuo padre?-
-Solo che era un mago molto potente e conosciuto in tutto il mondo ma niente di più- Silente non sembrava molto convinto ma lasciò passare l'argomento e continuò il discorso iniziale.
-Scommetto che sai fare già alcune magie. Potresti illustrarmene qualcuna?-
-Si beh... se salto da una certa altezza fluttuo, cioè, è come se fossi sulla luna, dove la forza di gravità è minore. Oppure posso far crescere le piante o farle cambiar colore, all'inizio non mi sembrava scientificamente possibile ma poi ho scoperto di essere una strega e quindi...-
-Nient'altro? Non ti capita mai di.. far del male a qualcuno solamente pensandolo?- Altair capì subito dove l'uomo voleva andare a parare.
-Solamente pensandolo no ma di certo se tiro un pugno sul naso a qualcuno gli faccio mooolto male- Silente abbozzò un sorriso e poi diede la lettera alla ragazza. Altair l'aprì e lesse l'elenco dei libri e delle altre cose che doveva prendere a Diagon Alley.
-Grazie signor preside ma io non ho i soldi per comprare tutta questa roba. A meno che mio padre non mi abbia lasciato un conto in banca-
-Si, tuo padre aveva il suo "conto in banca", come lo chiami tu, in America ma, per facilitarti le cose, è stato spostato in una camera blindata di massima sicurezza alla Gringott, la banca dei maghi che si trova a Diagon Alley. Comunque non servirà che ci andrai, ho già preso i galeoni necessari per le compere-
-I galeoni sono i soldi dei maghi, giusto?-
-Si esattamente. Sai come si contano?-
-Si si, me lo ha insegnato la prof di mate-
-Bene allora lascia che ti spieghi alcune cose: ad Hogwarts imparerai a controllare la tua magia e imparerai nuovi incantesimi con la bacchetta. Sappi che far del male agli altri studenti e il furto non sono tollerati ad Hogwarts e TUTTE le regole vanno SEMPRE rispettate- Altair annuì.
-Ti verrò a prendere il 29 e assieme andremo a prendere tutto quello che ti serve. La scuola inizierà il primo settembre e la mattina di quel giorno ti accompagnerò alla stazione di King's Kross dove dovrai prendere il Binario 9 3/4. A meno che tu non voglia fare tutto questo da sola, sono sicuro che conosci molto bene le strade di Londra- Silente socchiuse leggermente gli occhi. In effetti Altair conosceva bene la città: qualche volta lei e i ragazzi più grandi (di 16-17 anni) scavalcavano il muro che faceva da recinto e andavano in giro. Ormai lo facevano da un sacco di anni e conoscevano quella metropoli come le loro tasche. In più quelli di loro che col tempo diventarono maggiorenni e che quindi poterono andarsene dall'orfanotrofio, li invitavano nei loro appartamenti a vedere dei film o a fare baldoria. Altair sapeva bene che erano babbani e quindi esseri insignificanti, ma con loro si divertiva e trovava quella libertà che non poteva guastare.
-Si preferirei andare da sola, sono abbastanza autonoma grazie-
-Bene allora. Ecco qui i galeoni, io ora dovrei andare ma ricorda: se quando andrai a comprare il necessario non vorrai tornare qui, c'è una stanza libera al paiolo magico. Il proprietario si chiama Tom e l'ho già informato-
-Perfetto grazie mille- Silente stava per uscire dalla stanza quando la ragazza lo fermò -Mi scusi preside, posso farle una domanda... su mio padre?- Silente non se l'aspettava.
-Si certo ma.. chiamami pure professor Silente-
-Ok professore. Mio padre era un metamorfomagus?- Altair lo guardava dritto negli occhi con un sacco di curiosità nello sguardo. Silente non si sarebbe mai aspettato una domanda del genere.
-Bèh ecco... lui aveva poteri molto sviluppati, unici oserei dire. Io l'ho conosciuto ma non mi pare che fosse un metamorfomagus, no. Perchè?-
-Per curiosità. Sa, i miei occhi cambiano colore da soli quindi pensavo di aver preso questa cosa da lui. Non è grave vero?- la ragazza era rimasta abbastanza delusa dalla risposta del preside.
-No sta tranquilla Altair, è totalmente normale- detto questo Silente se ne andò.
Altair, quella sera, capì che Silente non era un tipo da prendere alla leggera. Lui sapeva cose di lei che i babbani non avevano scoperto in 10 anni che era lì. Ormai si era fatto troppo buio per riuscire a leggere sull'albero, così prese il quaderno nero, una piuma, l'inchiostro e iniziò a scrivere.

Intanto il professor Silente era tornato nel suo ufficio ad Hogwarts e, mentre accarezzava la sua fenice, si mise a guardare la sua bacchetta: quella ragazza era molto simile a Grindelwald. Lo sguardo, sopratutto, era identico a quello del padre. Glie lo ricordava molto, in tutto. In più non era riuscito a leggerle la mente, segno che Altair era un ottima occlumante già a quella giovane età.  Silente era convinto che la ragazza avesse splendidi poteri magici di cui non gli aveva parlato. Però a questo ci sarebbe arrivato più tardi. Per prima cosa doveva capire come tutto questo poteva essere successo.

Altair: l'aquila volanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora