I Tre Corvi

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Quando si svegliò di nuovo, Altair era nella stessa posizione iniziale e

Rabastan la stava guardando assorto. C'era in lei qualcosa che non andava. Non aveva voglia di fare niente: scappare, parlare, vedere qualcuno... Proprio nulla.
L'unica cosa che sentiva veramente, o almeno per un minimo, di fare era quella di cercare un bagno e fiondarcisi dentro.

Dopo essersi schiarita leggermente la gola e aver mandato giù quel tanto di saliva che le restava, provò a buttar fuori qualche parola.
-Rab... - La gola le bruciava anche solo ad aprire la bocca e la lingua aveva un sapore orribile.
-Se te lo chiedi... - iniziò l'uomo con tono stanco ed espressione ancora di più -... A ridurti così sono stati i dissennatori-
-B... Ba... -
-Non ti sento-
Altair si vece forza
-Ba... Bagno-
Rabastan sospirò è tentó di alzarsi, inutilmente
-Fin tanto che non aprono la cella... Puoi usare il secchio-
Secchio? Lí dentro non c'erano secchi. Se ci fossero stati se ne sarebbe accorta.
Alzò lo sguardo verso di lui il quale si stava allungando verso la parete di fianco. Toccò tre mattonelle e il muro si aprì, rivelando una piccolissima stanzetta grande abbastanza per farci entrare un uomo. Dentro c'erano un secchio (per l'appunto) e dei fogli di carta marroncino che assomigliavano a carta igienica.
-Fa pure. Non ti guardo- disse lui strisciano verso il lato opposto e accasciandosi all'angolo guardando il muro.

Altair si dovette aggrappare alle sbarre per alzarsi. Fu una vera impresa. Le gambe, anzi, tutto il corpo le tremava come una foglia. Per arrivare a quel buco di bagno dovette strisciare sulle pareti, un passetto alla volta.

Quando arrivò, ci mise un po' per stabilizzarsi bene. Controlló che Rabastan non stesse guardando e si calò le braghe. Non fu affatto facile. Continuava a tremare e le pareti erano scivolose, troppo per riuscire bene a tenersi con le mani. Notò che quei fogli che facevano da carta igienica, erano li stessi che si trovavano nei bagni dei bar per asciugarsi le mani. Li avevano anche all'orfanotrofio, ma questi erano decisamente più sudici e umidi.

Quando terminò e uscì da quell'inferno, sempre aggrappata alla parete, si distese e iniziò a guardare il soffitto, come se fosse la cosa più interessante del mondo.
Ma guardare il soffitto così non le bastava.
Non appena si sentì di poter gattonare senza spiaccicare la faccia sul pavimento, andò verso Rabastan. Lui era mezzo disteso e ancora girato con tutto il corpo verso il muro. Non lo toccava però. Altair lo scavalcó e si mise in quello spazietto, accoccolandosi a lui come se fosse un koala e rimanendo ferma con la testa china sul petto dell'uomo.

-Adesso però la mia compagnia la vuoi- disse Rabastan con un mezzo ghigno
-Stai zitto- gli intimó lei mentre si sistemava meglio fra il compagno di cella e il muro.
Lestrange non rispose, ma in compenso sbuffó così rumorosamente da beccarsi un pugno fra le costole.

Dopo un po', Altair non ne poté più di tutto quel silenzio e decise di fare una domanda che la tartassa a da qualche ora.
-Mi hanno raccontato che con voi tre Lestrange, la sera per la quale siete finiti qui, c'era anche un altro tizio. Lui dov'é adesso? -
-Mi avevi detto di stare zitto-
-Rispondimi-
-Non sto agli ordini di una ragazzina-
-Preferisci che lo chieda a Bellatrix quando si sveglia? -
Rabastan parve rifletterci un attimo. Guardò verso la cognata e poi rispose.
-Meglio di no. Con noi c'era Barty Crouch Jr.- iniziò -É il figlio di Barty Crouch senior, il funzionario del Ministero. Dopo poco che lo portarono qui suo padre é venuto con qualcuno uguale a Barty. Era la madre sotto le sembianze del figlio attraverso la pozione polisucco. Ha voluto farlo per salvare il figlio e perché ormai lei stava morendo. Infatti al primo dissennattore è schiattata. Barty se ne é tornato a casa con suo padre e credo proprio che nessuno sappia niente di niente-

Altair si rannicchió ancora di più. La madre di Barty aveva preso il suo posto e il padre stava rischiando tutt'ora la sua carriera e vita per il figlio. É proprio questo che fanno i genitori? L'amore per i figli fa rischiare così tanto? Altair non riusciva a darsi una risposta.

Altair: l'aquila volanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora