I tre si smaterializzarono in un salotto dal pavimento nero e le pareti grigie. Aveva un tapleto verde smeraldo e alle lareti c'erano un sacco di quadri di antichi maghi. Nella stanza si trovavano il camino due divani e una poltrona. Davanti a loro comparì uno strano essere. Sembrava un elfo, ma non come quelli verdi di Babbo Natale, bensì come le gambe di un uomo, molto magro, con le orecchie e gli occhi enormi e il naso lungo. Portava solo uno straccio come tunica.
-Elfo, propara la vasca per la signorina, adesso- disse Lucius
-Certo padrone. Dobby lo farà immediatamente-
-E quello cos'era?- chiese Altair
-Quello cara è un elfo domestico- fece Narcissa
-Sarebbero quelli i maggiordomi?-
-Si, esatto. Scary!!-
Un altro elfo, femmina, arrivò.
-Si padrona?-
-Draco è in camera sua?-
-Si padrona. Non si è mosso dal letto-
-Perfetto. Porta le valigie nella stanza degli ospiti del terzo piano. Vai ora-
-Certamente padrona- e si smaterializzò prendendo il baule e lo zaino.
-Dove hai la bacchetta?- chiese Lucius. Altair ci dovette pensare un attimo.
-Nello zaino-
-Be' tanto adesso non le serve no? Vieni ti mostro la tua stanza e il bagno-
Narcissa la guidò fino al terzo piano. In fondo al corridoio c'era una grande porta a due ante bianca e con le rifiniture d'orate.
-Questa sarà la tua camera per quando starai qui-
La stanza era grande come il salotto in cui si erano smaterializzati. I muri erano bianchi e il pavimento in legno grigio. Il letto, a baldacchino, era a una piazza e mezza e aveva le tende di un azzurro cielo. L'armadio, nero, occupava mezza parete. Al centro della stanza si trovava uno splendido pianoforte con sotto un tappeto persiano. A fianco al letto, che era messo vicino all'angolo destro in fondo alla stanza in direzione del piano, c'era una scrivania con davanti uno specchio attaccato sul muro. Dal soffitto pendeva un lampadario fatto di tanti piccoli cristalli. Sui muri non c'erano quadri o altro. In fondo alla stanza si trovava una finestra che si apriva su un balcone che dava sul giardino di Villa Malfoy. Le robe di Altair erano sul letto.
-Ti piace?-
-È... stupenda- disse la ragazza che era rimasta a bocca aperta -Grazie mille signora Malfoy-
-Di nulla. Vieni ti mostro il bagno-
La signora Malfoy entrò nella stanza e si avvicinò al muro di destra.
-Revelio- disse e una porta, dello stesso colore dell'altra, apparì davanti a lei. Narcissa la aprì. Il bagno era grande la metà della stanza da letto. Le pareti dorate facevano contrasto con il pavimento piastrellato in argento. La vasca era ovale ed era già riempita d'acqua con tanto di schiuma e petali di rosa. C'era un profumo di rose che era meraviglioso. Altair lo adorava.
-Bene, ti lascio. Mettici tutto il tempo che ti serve. Tieni però conto che devi essere pronta, asciugata e vestita per le 18.30. I Nott ti aspettano per la cena-
-Ok grazie-
Narcissa uscì e Altair si godette quel fantastico bagno tiepido dall'aroma di rose.
Dopo due buone orette, Altair uscì dalla vasca e si mise l'accappatoio. Ad Hogwarts aveva imparato ad asciugarsi i capelli senza il phon, visto che tra i maghi non esisteva. Busognava semplicemente passare la bacchetta sopra i capelli e dire una formula per far evaporare l'acqua. Ma Altair non aveva mai usato l'incantesimo. Lei, infatti, passava la bacchetta e basta. Visto che in quel momento la bacchetta era nel baule e non aveva voglia di prenderla, provò a passarsi i capelli solo con le mani e, ovviamente, funzionò comunque. Uscì dal bagno e vide che il baule era aperto. Entrò Narcissa.
-Altair, ho notato che non hai dei vestiti adatti a una cena-
-Ehm... si. Io non ne metto-
-Be' ho recuperato questo dalla soffitta, tranquilla l'ho fatto pulire. Speroche ti piaccia. Secondo me ti starà d'incanto. Provalo intanto che ti prendo delle scarpe da abbinare- le passò il vestito e uscì di corsa dalla stanza. Altair guardò bene il vestito. Sembrava, anzi era identico, a quello di Alice di Alice nel paese delle meraviglie, ma senza il grembiule bianco. Lo provò e le stava d'incanto. L'azzurrino le stava molto bene (non pensava). Decise però di mettere anche le calze a righe bianche e nere, con una riga di laccietti (tipo quelli del corsetto) sull'esterno di tutte e due le parti (tanto loro non sapevano che era una roba babbana). Si avvicinò al baule, lo chiuse, ci picchiettò sopra tre volte e lo riaprì. Il baule era diventata una botola che dava in una stanzina piena di roba, tra cui la Nimbus Duemila, i libri, le pergamene, le penne di scuola, la divisa, la bacchetta, i libri e i giornalini già letti, le cose per Astral e il gatto. Astral le saltò in braccio, facendo un sacco di fusa.
Nel frattempo arrivò Narcissa.
-Altair?-
La ragazza risalì la scaletta del baule e tirò fuori la testa.
-Si?- disse mentre Astral saltava fuori.
Narcissa era allibita.
-Ma che? Come hai fatto?-
-Incantesimo espandibile- disse uscendo.
-Mi sono messa anche le calze. Preferisco così, mi piace di più-
-Oh bene. Tieni, ho preso questi paia di scarpe. Vedi quali preferisci- Narcissa le passò tre paia di scarpe. Due ballerine, un paio bianco e uno nero, e un paio scarpe col taccho, non tanto alti e col tacco con un po' di spessore. Altair obiettò per le scarpe col tacco.
-Bene, direi che ci siamo- disse Narcissa. Fece apparire uno specchio, di quelli alti con tante rifiniture sulla cima. Altair ci si smecchiò e Astral le risalì in braccio. Sembrava davvero Alice, a parte per i capelli.
-Chissà come stai col pelo viola e rosa- disse al gatto (con la telepatia ovviamente).
-Non ci provare- disse lui mentre soffiava, cosa che fece sorridere la ragazza. La signora Malfoy se ne accorse ma non disse nulla. Rimase dietro di lei, sovrastandola in altezza, a guardarla.
-Mi è venuta un'idea per i capelli, se ti va- le disse.
-Ok va bene- rispose la ragazza lasciando andare il gatto. Altair si sedette su uno sgabello, comparso davanti alla scrivania, mentre Narcissa iniziava a prenderle i capelli sulle tempie e la ciocca in mezzo per farle una treccia, che sarebbe poi ricaduta sui capelli sciolti.
A Narcissa piaceva prendersi cura di quella ragazza. Draco ormai non chiedeva più il suo aiuto da un po' di anni, e a lei mancava il "lavoro da mamma". Quella ragazza le ricordava sua sorella Andromeda: pura ma con un attaccamento ai babbani innaturale. Si sentiva protettiva nei suoi confronti. Non poteva permettere che Altair diventasse come quella traditrice di sua sorella. Ma forse questo non sarebbe accaduto. D'altronde, anche un altra persona era cresciuta in orfanotrofio, più o meno nella sua stessa situazione: un genitore lo conosceva e l'altro no. Solo che quella persona in futuro aveva fatto cose orribili. Narcissa non poteva permettere nemmeno quello. Se fosse successo sarebbe diventata forse non come lui ma, per lo meno, come Bellatrix, l'altra sua sorella, e non voleva nemmeno questo. No. Doveva prendersi lei cura di Altair. Lei e nessun altro. Era per il suo bene.
Intanto che Narcissa pensava a queste cose, Altair aveva sentito tutto. In realtà non voleva ma la curiosità era troppa e non controllava ancora bene i suoi poteri da legilimens, soprattutto quando una persona aveva pensieri così profondi.
-Bene, direi che ci siamo. Ti lascio finire di preparare, ok?- le disse accarezzandole la spalla. Dopodichè, uscì. Altair prese l'astuccio coi trucchi. Si mise del lucidalabbra, dell'ombretto arfentato e del mascara. Si mise anche lo smalto: azzurro celeste e sull'anulare (di lato non sul tutta l'unghia) fece dei pallini col bianco. Si mise la solita collana e dei braccialetti argentati di Swaroski, uno rigido e uno Subtle per ogni braccio.
Si sentì un "pop" e comparì Dobby.
-Dobby è venuto a prendere i bauli, signorina Grindelwald-
-Oh si, aspetta un attimo- Altair prese Astral e lo rimise nel baule, assieme ad altre cose, e poi lo richiuse per darlo all'elfo.
-Tieni. Non è troppo pesante per te?-
-Certoche no signorina-
-Ok come vuoi-
L'elfo si smaterializzò per poi tornare un attimo dopo.
-La signorina Grindelwald è attesa al salotto ovest-
-Ehm... non è che mi potresti accompagnare?-
-Certamente-
-Grazie-
L'elfo rimase a guardarla con gli occhi e la bocca spalancati.
-Ti senti bene?-
-Dobby non era mai stato ringraziato. Dobby deve solo obbedire e prendere bastonate se non fa qualcosa nel modo giusto-
-Ah si? E a te sta bene?-
-Certo. Dobby vive per servire i Malfoy-
-Contento te- gli porse il braccio e i due si smaterializzarono nel salotto ovest, che alla fine era quello in cui si era smaterializzata coi Malfoy. I signori Malfoy erano li ad aspettarla.
-Signora Malfoy...-
-Ti prego, chiamami Narcissa-
-Ok. Narcissa, mi chiedevo, visto che mancano ancora dieci minuti, non è che potrei andare a salutare Draco? Sempre che stia abbastanza bene-
-Volevo dirti la stessa cosa. Draco ha chiesto di te. Dobby, portala nella stanza di nostro figlio-
-Certamente signora- rispose l'elfo porgendo il braccio ad Altair.
-Si... preferirei andare a piedi. Non sono molto abituata a così tanti teletrasporti in un solo giorno-
-Teleche?-
-Ehh... non importa, lascia stare-
Dobby accompagnò Altair fino al terzo piano, ma invece che andare verso la sua stanza, si avviò verso il lato opposto del corridoio, dove alla fine c'era una porta uguale a quella della camera di Altair. Dobby bussò alla porta.
-Avanti- fece Draco con voce roca.
-La signorina Grindelwald è qui per vederla-
Draco spalancò gli occhi.
-Falla entrare e lasciaci soli- disse mettendosi a sedere sul letto.
-Ciao Draco. Come va?-
-Bene grazie. Non stare li in piedi, vieni qui-
Altair si sedette sul bordo del letto a fianco a lui.
-Stai molto bene con questo vestito. Non è tuo, vero?-
-No, me lo ha dato tua madre. È molto gentile con me-
-Ti ha fatto lei la treccia?- le chiese lui sfiorandole i capelli.
-Si. Sai, mi è venuto in mente... non è che avrei dovuto prendere lezioni di galateo?-
Draco si mise a ridere.
-È una cosa seria- disse lei offesa
-Seria? Maddai. E perchè dovresti?-
-Perchè la mia prof di matematica mi aveva spiegato che le famiglie purosangue sono... ai livelli di Buckingham Palace. Quindi, boh mi è venuto in mente che magari voi avete dei modi un po' più... altezzosi?-
-Ma come? Non te lo hanno fatto studiare?-
-Ci hanno provato, inutilmente-
-Sta tranquilla. La signora Nott capirà. D'altronde è colpa dei babbani non tua-
-Mhh, speriamo-
Altair si mise a guardare la mano di Draco che il ragazzo aveva spostato dai suoi capelli alla sua mano.
-Draco?-
-Si?-
-Tu cosa sai delle tue zie?-
-Non molto. Mamma mi ha detto che una è una traditrice perchè si è sposata con nato-babbano, e che zia Bellatrix è ad Azkaban perchè era la migliore e più fedele Mangiamorte del Signore Oscuro-
-Si, ho sentito parlare di lei-
-Perchè questa domanda?-
-Così. Ora credo proprio che debba andare- Altair si alzò e si diresse alla porta.
-Draco-
-Si?- disse lui un po' speranzoso
-Guarisci presto-
-Grazie- era un po' deluso.
Altair uscì dalla stanza e tornò nel salotto ovest, dove i Malfoy la stavano aspettando. Prese le loro braccia e i tre si smaterializzarono.
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Altair: l'aquila volante
FanfictionE se un personaggio che ancora, purtroppo, non conosciamo bene avesse una figlia? E se l'avesse portata nel futuro che è il presente del nostro Harry Potter per risolvere una qualche questione?