Arrivo a Diagon Alley

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30/7/1990
Erano le 18.30 e Altair stava portando al piano terra il trolley con la sua roba.
-Bene Altair, fa buon viaggio e sta attenta mentre andrai in questa "scuola speciale"- disse Mrs. Corney.
-Si, certamente- rispose la ragazza. La direttrice se ne andò lasciando Altair con la segretaria -Divertiti Altair, mi augoro che tu faccia amicizia con tanti ragazzi-
-Grazie Signorina Colling- Altair aprì la porta e se ne andò.
5 minuti dopo era nella metro diretta verso il centro di Londra. Passò a casa di Toby, uno dei ragazzi con cui usciva la sera, e prese le cose (vestiti, libri, bracciali, occhiali da sole, zaino) che aveva comprato in quei giorni.
-Senti Grin (così la chiamavano i ragazzi) a me questa felpa bera non mi va più, ti va di prenderla?- le chiese il ragazzo. Ad Altair quella felpa era sempre piaciuta perchè aveva la costellazione dell'aquila nella quale si trovava Altair, la stella più lucente di quella costellazione.
-Si mi piacerebbe un sacco, grazie- la ragazza provò la felpa: le stava un po' larga e le arrivava alle ginocchia mentre le maniche continuavano per 10 cm dopo le sue mani, ma a lei piaceva comunque (anche se visto che aveva dei pantaloncini corti sembrava che sotto non avesse nulla).
I due uscirono e incontrarono gli altri della banda per poi fare un'ultima cena in pizzeria tutti assieme.
Arrivarono le 22. Altair salutò i ragazzi e andò alla ricerca del paiolo magico, che trovò dopo 10 minuti. Entrò e subito il barista le fece un largo sorriso, poi però sul suo volto apparve un'espressione incredula e divertita allo stesso tempo perchè la ragazza aveva ancora la felpa di Toby e nessun mago aveva mai visto girare qualcuno vestito in quel modo.
-Salve, posso esserle utile?- le chiese dolcemente il barista.
-Lei è il signor Tom?-
-Sì sono io-
-Salve, io sono Altair Grindelwald. Il professor Silente mi ha detto che aveva prenotato una camera per me-
-Aaah, signorina Grindelwald è davvero un piacere conoscerla- l'uomo uscì dal bancone e strinse la mano della ragazza -si si, venga pure, le mostro la sua stanza- l'uomo prese il trolley, un po' incerto al dire il vero, vdato che non ne aveva mai visto uno prima, e condusse Altair al secondo piano dove aprì la porta della camera n.15. Altair sistemò le sue cose, si cambiò e andò a dormire.
L'indomani prese il borsellino con le monete e la lista delle cose da comprare che le aveva dato Silente e andò al piano di sotto per fare colazione. Poi chiese a Tom la strada per Diagon Alley e il barista le mostrò il muretto di mattoni e come aprirlo. Quando l'arco si formò Altair rimase a bocca aperta. In vita sua non aveva mai visto così tanti maghi assieme in unico posto. Salutò il barista e si avviò per prendere tutto il necessario.
Aveva già preso il calderone, i libri, la bilamcia d'ottone e il telescopio. Ora le mancavano solo il set di provette di vetro o cristallo, l'uniforme, un animale e la bacchetta. Decise di andare a prendere l'uniforme. Davanti alla vetrina c'era un grande omone con dei lunghi capelli arruffati e una lunga barba marrone scura con in mano due gelati. Altair entrò e subito intravide un ragazzo (moro, con gli occhi verdi e gli occhiali tondi, tenuti assieme da del nastro adesivo) che il gigante stava salutando e a fianco a lui un altro ragazzo della loro età con i capelli biondi. Madama McClan, la proprietaria del negozio, la portò in un'altra stanzetta dove si trovava un'altra ragazza, con i capelli castano chiaro lunghi all'incirca come i suoi, e i suoi genitori.
-Ciao, anche per te è il primo anno?- le chese la ragazza mora
-Sì- disse Altair
-Come ti chiami? Io sono Hermione Granger e questi sono i miei genitori. È la prima volta che veniamo qui-
-Anche per me è la prima volta. Piacere, io sono Altair Grindelwald- le disse mentre le porgeva la mano. Hermione la strinse molto calorosamente. Madama McClain tornò portando la divisa di Hermione.
-Bè allora ciao Altair, spero di rivederci presto. Chissà magari finiremo nella stessa casa- e con questo lei e i suoi se ne andarono.
Dopo qualche minuto arrivò anche la divisa di Altair e la ragazza andò all'Emporio del Gufo per scegliere il suo animale domestico. I rospi non le piacevano per niente e di un gufo non sapeva che cosa farsene, visto che non doveva spedire lettere a nessuno, quindi optò per un gatto Savannah, ancora cucciolo, che chiamò Astral. Ora le mancava solamente la bacchetta. Era un po' preoccupata che non riuscisse a fare le magie in modo corretto con quella perchè da sempre lei usava le mani (come i personaggi dei cartoni animati) e aveva la specialità di controllare molto bene l'elemento terra, anche se questo a Silente non l'aveva detto. Entrò nel negozio di bacchette, la cui insegna diceva: Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.. Nel negozio c'erano il gigante che aveva visto qualche minuto fa e il ragazzo moro con gli occhiali. Quast'ultimo aveva appena finito di pagare, vide la ragazza e si presentò -Ciao, anche tu primo anno? Mi presento sono Harry Potter-
-Piacere Harry, io sono Altair Grindelwald. Noi due ci siamo già incontrati qualche tempo fa, ricordi?-
Harry se lo ricordava molto bene. Era l'undicesimo compleanno di Dudley e lui, i Dursley e Piers, un amico di Dudley, erano andati allo zoo. Dudley stava gridando al padre di svegliare il pitone che stavano guardando. Harry girò la testa e vide, dall'altro lato del corridoio, una ragazzina della loro età ridere a crepapelle mentre beveva da una bottiglia di vetro della Coca Cola. Quando Dudley e il padre se ne andarono, Harry si avvicinò al serpente e questo, alzando il muso, gli fece l'occhiolino. Harry si girò per vedere se qualcun'altro l'aveva visto, ma nessuno stava guardando. Si ritrovò la ragazza a fianco che disse -Belli i serpenti, vero? A me piacciono un sacco, li trovo... affascinanti- aveva detto quell'ultima parola le tamente per poi tornare a bere la Coca Cola. Harry guardò prima lei, poi il serpente: sembrava quasi che stessero comunicando con sguardi, sorrisetti e piccoli movimenti del capo. Poi la ragazza se ne andò e lui iniziò a parlare col serpente. Quando il serpente scivolò sul pavimento, passò accanto ad Harry che si accorse che mentre tutti urlavano e scappavano verso le uscite, la ragazza era seduta, a gambe incrociate, a pochi metri da lui. Guardava la scena ancora più divertita di prima, distendendosi sul pavimento mentre il pitone le strisciò letteralmente sopra.
-Si certo che mi ricordo. Eri l'unica a ridere come una matta e per giunta con quel pitone che ti passava dopra- Harry e Altair iniziarono a ridere
-Si bèh è stato divertente vedere quei due babbani spaventarsi in quel modo-
Intanto Hagrid e Olivander si guardavano stupiti.
-G-G-Grindelwald?? Quel Grindelwald?- balbettò Hagrid
-Ehm... si-
Hagrid si riscosse -Silente non mi aveva detto che avesse una figlia... vabbè, piacere ragazza io sono Rubeus Hagrid, custode delle Chiavi e dei Luoghi a Hogwarts-
-Aah, piacere signorina Grindelwald, io sono Olivander. Venga venga, le prendo le misure-. Altair andò davanti alla scrivania piena delle bacchette che Harry aveva provato poco prima e Olivander iniziò a misurarla con il metro.
-Bèh signorina Grindelwald noi ci vedremo a Hogwarts. Arrivederci signor Olivander- disse Hagrid.
-Arrivederci- disse l'uomo.
-Ciao Altair, spero di rivederti presto- disse Harry.
-Anche io. Ciao- disse la ragazza.
Intanto il metro aveva finito da solo e Olivander aveva portato alcune bacchette da farle provare.
-Ecco qui. Quercia, piuma di fenice-
Altair la prese in mano ma non successe nulla.
-Mmh proviamo con questa. Salice, corda di cuore di drago-
Altair la prese in mano ma, anche con quella, non successe nulla. Ne provò ancora un sacco dino a riempire anche l'altro lato della scrivania che era rimasto libero.
Alla fine, dopo quasi 20 minuti, Olivander disse
-Mi chiedo se... mhh... Sambuco, piuma di fenice, rigida- porse molto lentamente la bacchetta alla ragazza. Altair la prese in mano e un dolce calore l'avvolse per tutto il corpo. Una specie di scia nera uscì dalla punta della bacchetta.
-Bene, direi che ci siamo signorina- disse Olivander dopo essersi riscosso. Quella scia nera pareva turbarlo. Altair pagò la bacchetta, prese le sue cose e, dopo essere andata a prendere il set di provette di cristallo, tornò al paiolo magico.
Era ormai l'ora di cena, ma Altair non aveva molta fame quindi decise di mangiarsi solo un pacchetto di patatine che aveva nello zaino. Poi provò alcuni incantesimi del libro con la bacchetta: erano davvero molto facili per lei. Mise tutte le sue cose di scuola dentro al baule nero che aveva comprato, si rimise il pigiama e, infine, dopo aver giocato con Astral, andò a letto.

Altair: l'aquila volanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora