Autocontrollo

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Già nelle prime due settimane gli auror che studiavano i poteri di Altair avevano capito che per tirare fuori il suo vero potenziale, e quindi farla arrivare al massimo, dovevano farle aumentare i sensi d'allerta, quelli che i babbani avrebbero chiamato "sensi di ragno". 

Per cominciare, decisero di eliminare l'allenamento del lunedì e fare lo stesso procedimento del giovedì. Pertanto, la ragazza dovette fare per due volte gli allenamenti intensivi con gli auror.

Come se non bastasse, mezzi degli altri test salirono di livello. Il martedì mattina l'acqua della piscina era congelata, nella stanza piena di fumo gli auror giravano con chissà quali creature ringhianti e in quella del tornado faceva un caldo esagerato alla sopportazione.
Il mercoledì le facevano indossare gioielli di tutti i tipi cosicché, mentre svolgeva i riti, gli Snasi che gli auror liberavano nella stanza cercavano sempre di prenderglieli.
Per sua fortuna, decisero di fermarsi al terzo giorno della settimana: giovedì, venerdì, sabato e domenica rimasero invariati.
Per gli auror quello fu un notevole cambiamento. Altair riusciva a controllare la sua forza magica sempre di più e riusciva anche a fare quello che gli auror le chiedevano: far muovere i rami degli alberi a suo piacimento, far prendere strane forme alla terra e poi indurirle finché non diventavano roccia oppure far sì che la corteccia degli alberi diventasse una copertura spinosa.

Ma se con l'andare dei giorni l'umore degli auror e della Picquery migliorava, quello di Altair iniziava a fare cilecca.
L'incubo ritornó sempre più frequentemente: se in quegli anni ne aveva avuti a distanza di mesi, in quel periodo ne aveva a distanza di giorni e, più precisamente, uno ogni tre.

La cosa positiva era che duravano poco: ogni volta che Altair riusciva a dire "basta!" l'incubo finiva. Di conseguenza, questo tornava anche nel bel mezzo dei test, specialmente quelli del lunedì e del giovedì quando si scontrava faccia a faccia con gli auror. Non vedeva la lei bambina ma riusciva a sentirla, come se fosse un sogno ad occhi aperti. Ne poteva percepire anche la presenza e ogni volta rischiava di perdere il controllo e di crollare a terra mentre gli auror la colpivano con qualche fattura.
Tutto questo portò quindi a gravi sbalzi d'umore. Quando era nella sua stanza e si risvegliava dall'incubo iniziava a ridere. Ma non era una risatina involontaria e innocua bensì una di quelle sfrontate fatte a squarciagola, che non si riuscivano a controllare. Subito dopo o proprio mentre rideva, le lacrime iniziavano a scendere sulle guance e iniziava a piangere  disperatamente. Quando rialzava la testa dal cuscino e i suoi occhi erano rossi per il pianto, si alzava e iniziava a tirare calci e pugni alla parete finché non le usciva il sangue dalle nocche. Poi si risdraiava nel letto e guardava un punto a caso della stanza con sguardo assente finché non si riaddormentava. Tutto questo nel giro di cinque o dieci minuti al massimo.

Arrivò luglio e, con esso, la notizia dell'evasione del famigerato pluriomicida di babbani Sirius Black.
Il Ministro della Magia inglese, Cornelius Caramell, aveva mandato delle richieste di aiuto via gufo ai suoi colleghi Ministri sparsi nel mondo per trovare l'ex carcerato. Purtroppo per lui, solo alcuni risposero all'appello: Francia, Russia, Italia, Spagna, Germania, Portogallo, Cina, Giappone, Australia e America. Tutti gli altri ritenevano che Sirius Black, essendo stato rinchiuso nella prigione di Azkaban della quale si occupavano gli inglesi, fosse un problema di Caramell e dei suoi uomini.
Anche se il Macusa aveva deciso di aiutare il Ministero della Magia inglese, non si impegnò totalmente nell'incarico.

La richiesta di soccorso era arrivata ai primi di luglio ma le esplorazioni iniziarono dopo la metà del mese. E ad alcune di esse partecipava anche Altair. Queste avvenivano soprattutto nei boschi o nei posti desertici dove c'erano grotte o grandi pareti di roccia nelle quali era facile nascondersi. Ridavano sempre la bacchetta ad Altair però la bendavano, cosicché si concentrasse di più sui suoni che sentiva e si orientasse con quelli invece che distrarsi guardando il panorama. Da quando facevano quelle uscite, le facevano sempre di più usare la bacchetta. Ora che aveva imparato a controllare i suoi poteri, doveva anche riabituarsi a incanalarli nella bacchetta e ad usare quella. Iniziarono anche a fargliela riusare negli allenamenti settimanali. Migliorava sempre di più ma sempre di più sentiva la presenza della lei bambina.

Con l'arrivo di agosto, però, non solo la mandarono nelle esplorazioni ma anche nelle missioni vere e proprie. La prima volta fu il primo martedì del mese. Lopez la chiamò di prima mattina e, assieme alla squadra di auror, si smaterializzarono a Washington DC. L'alba era appena visibile per le strade iniziava a crearsi il traffico giornaliero. Al Macusa era arrivata una segnalazione di uso della magia impropria contro un babbano. Il luogo era il museo di storia naturale.
Appena entrarono nel reparto Africa trovarono il guardiano notturno che fluttuava sopra all'elefante imbalsamato. Appena lo tirarono giù si accorsero che era ancora sveglio e cosciente e questo, capendo che erano "i buoni della situazione" gli spiegò che un tizio alto e barbuto aveva appena rubato il cucciolo di leone imbalsamato. Intanto che il babbano veniva obliviato, gli auror si divisero a coppie e perlustrarono tutto il museo. Altair e Lopez erano in coppia assieme e, dopo neanche cinque minuti, avvistarono il mago e iniziò l'inseguimento, con tanto di schiantesimi e fatture. Alla fine, Lopez riuscì a prenderlo e a immobilizzarlo e poi Altair lo cruciò finché questo non sputò il rospo.
Quando ritornarono al Macusa, Altair andò direttamente in camera sua: per quella giornata poteva anche riposarsi.

-Avreste dovuto vederla, Seraphina. È stata davvero grande, l'ha cruciato con una tale facilità...- disse Lopez alla Picquery e a Roche non appena entrò nell'ufficio della donna.
-Con i poteri che ha potrebbe fare molto di più- intervenne Roche
-e potrebbe anche esserci davvero utile-
-Questo è vero- disse la donna mentre guardava fuori dalla grande parete a vetro comodamente seduta sulla sua sedia da scrivania
-No ho ancora capito di cosa stesse parlando quella volta che è venuto qui Silente. Come faceva a sapere che cosa stava succedendo a Hogwarts?-
-Avete sentito Silente, era solo un incubo-
-Noi sappiamo cosa è successo in quella scuola, Lopez. Voglio capire come è riuscita a vederlo...-
-Esistono i sogni premonitori- disse Roche
-Non può essere solo quello-
-Perchè no? Esistono le veggenti-
-Si ma negli incubo o nei sogni, in generale, non si possono vedere persone mai incontrate. E non si possono sentire cose che non si sanno. Quindi, come faceva a sapere che quello era Tom Riddle?-
-È stata dai Malfoy per mezza estate, glielo avranno detto loro- disse Lopez
-Mettiamo che sia vero. Ma dove lo ha visto?-
-Magari ha semplicemente detto di essere Tom...-
-Quello ERA Tom! Ma se fosse stato solo un sogno o un incubo non avrebbe potuto collegare il nome al ragazzo. C'è qualcosa di più...-
-Anche se ci fosse, Silente ha detto che era solo un brutto sogno...-
-Io non mi fido di Silente-
-E comunque noi non sappiamo cosa è realmente successo in quella scuola-
-D'accordo. Mettiamo che abbiate ragione voi. Comunque, nonostante tutti questi progressi, non abbiamo ancora scoperto le sue origini-
-Cosa ci importa? Con i suoi poteri potremmo fare dei grandi passi avanti- disse Roche
-E questo non guasterebbe. Gli uomini del Macusa non sono più quelli di una volta- disse Lopez atono
-A me interessa. E anche a lei sicuramente-
-E perché ti interessa? Ormai è abbastanza controllata da venire in missione potremmo...-
-Roche, io voglio scoprire chi è sua madre. Grindelwald non ha fatto una figlia da solo...o a caso-
-Magari voleva solamente costruire una famiglia- provò Lopez
-Oppure gli serviva un erede- intervenne Roche.
Ma la Picquery non li ascoltava. Continuava ad andare avanti e indietro per la stanza.
-Quell'uomo nasconde qualcosa e io scoprirò che cosa. E anche la ragazza. Di sicuro sa giá dei particolari-
-Se li sapesse perché sarebbe restata? Avrebbe potuto andarsene con Silente, non le pare?- disse Lopez nel solito tono annoiato
-No, lei sa qualcosa. Qualcosa che quel mago vuole nascondere. E sapere l'identità della madre ci fará scoprire tutto-
-Ma se, come dice lei, Altair sa... Non potrebbe direttamente chiedere a lei?-
-Certo che no. Altair non sa chi è sua madre, sa solamente qualcosa che noi non sappiamo. Se le tiriamo fuori quello, scoprirá tutto e allora si che chiamerà Silente-
-Ok, allora come farà a scoprire chi è la madre? Ha detto che Grindelwald non direbbe nulla...-
-Infatti non chiederemo a Gellert. Quella ragazza deve avere qualche ricordo di lei-
-Ma non è possibile. Non ci si può ricordare di quando si aveva pochi mesi-
-Forse non si ricorda ma i ricordi restano. Gellert l'ha portata all'orfanotrofio che doveva compiere un anno. Dove è stata prima? Con chi? Quando?-
-Ok, ma come pensi di fare? Se nemmeno lei ricorda...-
-Si può far ricordare un momento triste- intervenne Roche di colpo
-Ah si? E come? Vorrei proprio sentire questa illuminazione- ribadì Lopez dopo essersi ripreso dalla sorpresa
-Si...- disse la Picquery
-Roche, sei un genio-
-Di che state parlando?- Lopez li guardava esterefatto
-Dissennatori- sussurrò la donna
-I soli dissennatori rimasti si trovano ad Azkaban e dubito fortemente che Caramell ce ne lasci qualcuno per fare degli esperimenti su una tredicenne-
-Hai ragione... Si accorgerebbe di certo che mancano delle guardie... Ma non che hanno un prigioniero in più-
-Intendi dire...- adesso anche Roche era esterefatto. Quando voleva, quella donna, metteva i brividi.
-Se non possiamo portare i dissennatori da Altair... Porteremo lei da loro-




Altair: l'aquila volanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora