Il risveglio (cap. 21)

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Era passata una settimana dalla sconfitta di Voldemort. Altair era nel letto dell'infermieria. Aveva gli occhi chiusi ma era sveglia. Aveva sentito delle voci dire che era in coma. Si aspettava di sentire il bip dei macchinari, la mascherina sul volto che le dava ossigeno e l'ago nella vena. Poi ricordò.
Mi chiamo Altair Grindelwald, sono una strega purosangue. Mio padre è Gellert Grindelwald, il secondo mago oscuro più potente di questo secolo. Vado a scuola a Hogwarts e sono di Serpeverde. Ho 12 anni. Ho salvato Harry da Voldemort.

Sentiva qualcosa muoversi sopra il suo petto. Mosse il braccio e toccò Astral. Il gatto era li sopra di lei. Doveva aver sentito che si era svegliata.
-Quanto tempo ho dormito?-
-Una settimana. Oggi dovremmo tornare all'orfanotrofio. Grifondoro ha vinto la coppa delle case, solo perchè Theo e Draco hanno fatto a botte facendo perdere ben 200 punti, quelli che poi hanno ripreso grazie a te. Sono stati tutti e due qui. Anche gli altri del primo anno e quelli della squadra sono venuti. Piton è stato qui un sacco di tempo a controllare le tue mani. Sembrava che le tue vene avessero qualcosa di nero dentro. Nè lui nè Silente sono riusciti a capire. Madama Chips voleva chiamare qualcuno del San Mungo ma Silente non ha voluto. Erano tutti molto preoccupati che non ce la facessi-
-Voldemort ha detto che la magia nera mi scorre nelle vene. Pensavo si riferisse al fatto che mio padre è un mago oscuro-
-Evidentemente ha capito quello che solo noi sappiamo-
-Mi chiedo come sia possibile-
-Ti sono arrivati tanti regali, dolci soprattutto. I gemelli Weasley hanno provato a mandarti Mrs Purr congelata ma Gazza l'ha scoperto. Ti hanno però mandato un sacco di scherzi magici da usare contro i babbani. Più alcune foto delle vostre bravate-
Altair aveva continuato per tutto il tempo ad accarezzare il gatto. Madama Chips se ne era accorta ed era andata a chiamare Silente.
-Signorina Grindelwald, è sveglia?-
-Si- disse lei aprendo gli occhi.
-Come sta Harry?-
-Lui bene. Voleva venire a trovarti ma i tuoi compagni hanno bloccato il passaggio.
Tu piuttosto, come ti senti?-
-Bene. Direi che posso andare a preparare le valigie e...-
-Oh non ce ne sarà bisogno. Tutte le tue cose sono state riordinate e portate sul treno-
-Preside, posso farle alcune domande?-
-Certamente-
-Non so se Harry glie lo ha detto ma... quando Raptor mi ha colpita con l'anatema che uccide...-
-Voldemort ha gridato. Si, il signor Potter me lo ha riferito-
-Ma perchè? Gli servo viva forse?-
-Non saprei dirtelo ma... probabilmente è convinto che un giorno gli sarai utile. Probabilmente spera che ti alleerai a lui-
-Mmh. Harry è riuscito a prendere la Pietra perchè la voleva e basta... perchè lui non voleva usarla, giusto?-
-Si esatto. Speravo che ci arrivassi. Presumo che tu conosca anche come si chiama.
-In realtà non so niente su quello specchio. Ho lavorato di logica-
-Allora te lo spiegherò io. Quello è lo specchio delle EMARB Ti fa vedere
quello che più desideri al mondo-
-Quindi, se ho capito bene, se uno desidera essere milionario... vedrebbe se stesso in una piscina di monete e banconote?-
-Si all'incirca-
-Ma... perchè Harry... come ha fatto a fare quelle cose a Raptor...cioè, lui aveva le mani come...bruciate-
-Vedi Altair, Harry è vivo perchè sua madre lo ha protetto. Lei è morta per salvarlo. Ora, se c'è una cosa che Voldemort non riesce a capire, è l'amore. Non poteva capire che un amore potente come quello di Lily lascia un segno: ma non un segno visibile... essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle. Raptor aveva venduto l'anima a Voldemort e quindi era pieno di odio, non ha potuto toccarlo per questa ragione. Per lui era un tormento toccare una persona marchiata di tanta bontà-
-Quindi è stato... l'amore-
-Si-
-E la Pietra? Che fine ha fatto?-
-Io e Flamel abbiamo deciso di distruggerla-
-Quindi presumo che lui e la moglie moriranno a breve-
-Dispongono una quantità di Elisir sufficiente per terminare i loro affari, dopodichè... ebbene si, moriranno. Comunque, questo per Nicolas e Peronella è proprio come addormentarsi dopo una giornata molto, molto lunga. In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura-
Altair si era messa a sedere, con Astral sulle ginocchia. Tutti e due avevano ascoltato il preside con molta attenzione.
-Posso farti io una domanda, Altair?-
-Si certo-
-Mi sono accorto, in questo anno, che tu fai accadere cose strane. Prima, il fulmine alla partita di Quidditch, che ha neutralizzato il tentativo di Raptor di farti cadere. Poi, Fiorenzo mi ha parlato di come hai allontanato Voldemort nella Foresta Proibita. E infine, sei sopravvissuta all'anatema che uccide grazie a uno scudo nero che hai creato soltanto incrociando le braccia. Come saprai, solo Harry era sopravvissuto a quell'incantesimo e, come ti ho detto, lui è stato protetto dall'amore di sua madre. Ma tu... non sei stata protetta da nessuno, visto che lì non c'era nessun'altro. Quindi io ora mi chiedo... come hai fatto? Non dire che non lo sai perchè so che non è vero-
-Prima lei ha detto che quando si è amati tanto profondamente, ci rimane un segno dentro alla pelle. Io sulla caviglia ho tatuato il simbolo di mio padre, me lo ha fatto lui. Quando lo tocco mi sento più sicura. Io ora le giuro che non so come ho fatto a creare... quello scudo ma... Voldemort ha detto che nelle mie vene scorre magia nera. All'inizio ho pensato che intendesse il fatto che mio padre fosse un mago oscuro, ma ora mi rendo conto che intendeva molto di più... solo, non so cosa-
Silente la guardò negli occhi per qualche secondo.
-Be' ne terrò conto. Ora, se ti senti meglio, ti conviene andare nel tuo dormitorio. Gli elfi ti hanno lasciato la divisa pulita-
Altair si era appena accorta di avere su una vestaglia bianca.
-E questa roba? Dove la metto?-
-Tranquilla provvederò io-
-Grazie preside. Arrivederci-
-Arrivederci e buona estate, signorina Grindelwald-

Altair uscì dall'infermeria e andò nella sala comune. Non c'era nessuno, nè in salotto nè in camera. Si cambiò e uscì.

All'entrata del castello c'era il professor Piton.
-Silente mi ha chiesto di accompagnarla fino al treno, signorina Grindelwald. Si sente meglio?-
-Si, grazie peofessore-
I due scesero le scalinate della scuola e arrivarono al cortile, dove li aspettava una carrozza trainata da quattro strani pegasi neri. Erano scheletrici e le ali sembrava che si potessero spezzare da un momento all'altro. Al posto del naso avevano un becco e gli occhi erano di un colore bianco-grigio, senza le pupille. Le orecchie erano sottili ma lunghe e a punta. La coda, invece, sembrava quella di un serpente.
-Wow!- disse la ragazza avvicinandosi a uno di quelli e accarezzandolo. Aveva la pelle liscia. Astral gli saltò sopra la schiena, muovendo la coda qua e là. Sembrava che lo stesse esaminando. Piton sembrava sorpreso della reazione della ragazza.
-Che cosa sono?-
-Thestral- rispose il professore.
-Ti piacciono?-
-Si. Sono magnifici. Non avevo mai visto niente del genere. E dire che i babbani ne inventano di cose strane. Ma questo... è stupendo- Altair continuava ad accarezzargli il muso mentre sorrideva e lo guardava negli occhi. Poi il Thestral chinò il muso e la sua fronte toccò quella della ragazza. Piton era sempre più stupito: non aveva mai visto un Thestral comportarsi in quel modo.
-Non posso tenerne uno, vero?-
-No- disse il professore accennando un sorriso.
-Dai sali o farai tardi-
I due salirono sulla carrozza.
-Non parlare dei Thestral agli altri-
-Perché no?-
-Loro non possono vederli. O almeno, non tutti-
-Perchè non possono?-
-Te lo spiegherò un'altra volta, adesso va. Il treno sta per partire-
Altair scese dalla carrozza, prese Astral, che era rimasto sulla groppa del Thestral, salutò Piton e salì sul treno. Arrivò allo scompartimento dove si erano seduti lei, Draco, Tiger e Goyle la prima volta.

Altair: l'aquila volanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora